Fermata durante il lockdown diede le generalità al femminile, transessuale assolta: "Nessun dolo, si riconosce in quel nome"

Nel marzo 2020 Luis Miguel Alvarez Lezcano, 30enne transessuale che usa da da 15 anni il nome Pamela e aspetta di potersi operare, era stata fermata per un controllo e ai carabinieri aveva dato il suo nome femminile, specificando poi di essere trans. Processata per falsa attestazione a pubblico ufficiale, per il giudice il fatto non sussiste

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10161385060161151

Quante pugnette... bastava fornire il vero nome agli agenti per questioni meramente burocratiche.
E invece no, per principio non ha voluto dare il suo nome anagrafico alle forze dell'ordine, generando tutta una serie di beghe processuali completamente inutili (e dispendiose).

Perché in effetti il vero problema della discriminazione sui trans è che la gente li chiama col nome vecchio, mica che non vengono assunti da nessuna parte in quanto transessuali...

Queste sì che son battaglie, quelle vere!
Un grazie ai giornali per riempirci di queste notizie inutili, completamente simboliche e polarizzanti

Repubblica sempre al top con la sua propaganda liberal demmerda.


Ha detto di chiamarsi Pamela. Ha detto di essere trans. Non ha mentito sul genere, anzi, Ha mentito sul nome. Poteva ben dire "mi chiamo Pamela, sono trans e all'anagrafe sono registrata come Miguel". Le hanno chiesto nome e cognome non per curiosità ma per ottenere gli elementi che ne consentissero l'identificazione. Nela banca dati delle forze dell'ordine poteva essere iscritta come persona con precedenti, da arrestare etc In quelle banche sarebbe rintracciabile come Miguel etc e non come Pamela etc. Che cosa le ha impedito di dire tutto, in particolare dopo aver precisato che era trans? E' un problema di generalità, non di genere.




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