Buco da quattro milioni di euro, a Palermo fallisce Brioscià: 30 dipendenti perdono il lavoro

La pandemia con i periodi di chiusura, quelli di apertura solo per asporto, l’assenza di turisti la scorsa estate e da quanto si apprende anche dissidi e sospetti di malagestione fra i soci, hanno portato l’azienda al crac finanziario

           

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Vedo che molti si lamentano dicendo ma ci sono stati i "tutelati" che non hanno visto crisi, quella crisi i "tutelati" la pagano da 20 anni in modo silente essendo stati costretti dalla crisi ad accettare stipendi sempre di più al ribasso con la scusa della dinamicità, mettiamo le cose in chiaro, gestire un attività è diverso da saper fare un mestiere, tanti artigiani bravi sono incapaci di fare quadrare i conti di dare il giusto prezzo ai loro prodotti perché il mercato è sempre più competitivo (diciamo il termine giusto strozzante), questa strozzatura è anche causata da chi disonestamente margina facendo nero e potendosi permettere di abbassare i prezzi, la pandemia ci dovrebbe aver insegnato che il welfare serve, che le tasse hanno un senso, che dare un reddito di cittadinanza a chi è escluso dalla società ha un senso, di dare naspi a chi viene licenziato ed ha la possibilità di avere appetibilità nel mondo del lavoro può ricercare lavoro senza avere la spada di Damocle delle bollette, mutui etc. Detto ciò dopo questa post pandemia piuttosto di pensare al PIL all aumento dei consumi, chiediamoci da consumatori quale sia il costo di quello che consumiamo e dei loro costi sul personale. Piuttosto di andare spesso a mangiare fuori è meglio ridurre le uscite in favore di locali che possano offrire delle condizioni etiche ai propri lavoratori dipendenti. Questo consumismo a ribasso sta solo distruggendo il pianeta ed impoverendo la gente comune.




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