Pensate anche ai tumori (la lettera di A. Elia)

"Sono la mamma di Giuseppe Di Rosa, morto a metà settembre, a 54 anni per un tumore al pancreas, che lo ha divorato in 75 giorni dalla diagnosi. Vi scrivo perché vorrei condividere con voi alcune mie riflessioni sullo stato della Sanità in Italia, sulla sperimentazione clinica in campo oncologico, sulla modalità di accesso alle cure, anche per dare un senso all’infausto destino di mio figlio e di molti altri che, come lui, ancora in giovane età si sono ammalati e non ce l’hanno fatta ad ave

           

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Cara Signora comprendo il suo dolore , due anni fa ho perso mio fratello per tumore cerebrale. Aveva 27anni. Le lascio immaginare la tragedia familiare
Operato al cervello e non si è più risvegliato per emorragia.
Dopo 20 giorni dalla scoperta della diagnosi , era già infiltrato e al 4 stadio . Non aveva sintomi ma solo mal di testa l'ultimo mese.
La politica uccide ..non si può avere ancora fiducia in istituzioni che non fanno niente di serio per il popolo, la ricerca è inesistente e per quanto mi riguarda io lotterò fino al mio ultimo giorno per contrastare questo schifo ,a costo di restare emarginata e punita. Perchè sono capaci anche di fare questo. Ma non mi importa , mio fratello non doveva morire e se siamo vivi ancora ,lo saremo ancora di più lottando contro questo sistema del cazzo


la sanità italiota......stendiamo un velo pietoso, in poche parole se hai soldi per pagarti cure ed un luminare, hai qualche chance di sopravvivere, altrimenti anche una semplice appendicite, ti può portare alla morte !! pochezza di professionalità dei novelli medici, adesso vengono tutti da "selezioni" di accesso alla facoltà, anche qua stendiamo velo pietoso, quasi tutti sono figli di medici che si tramandano professione e posto per baronia, negli ospedali gli infermieri sono demotivati e molto sottopagati, fanno il lavoro sporco dei medici che guadagnano ottimi stipendi (escluso quello che poi arrotondano fuori l'ospedale). Ovvio ci sono le dovute eccezioni di umanità e competenza, ma sono sempre più difficili da trovare. Auguriamoci solo di mantenerci in salute !!!


Giuseppe appartiene alla nostra generazione, come Liudmila, mancata a soli 42 anni, 10 anni fa; splendidi giovani pieni di vita, schiacciati da un destino inesorabile, da una ricerca che non procede, da terapie e protocolli standardizzati e vecchi, senza nessuna concreta innovazione, solo farraginose pagine di articoli ripubblicati a cicli periodici e spacciati come notizie sensazionali.
Giuseppe ha bruciato la sua vita in 75 giorni.
Liudi ha convissuto per 10 anni con interventi, esami, terapie, ansia infinita, dolore devastante, e tanta tenacia che, tuttavia, non l’ha salvata da un verdetto finale scontato.
Nella totale impotenza di chi li ha sempre amati.
Noi li vogliamo ricordare quando, giovani liceali, sereni e spensierati si ritrovavano insieme a tutti i giovani di Castelvetrano, nella piazza Matteotti a parlare di futuro, di politica, di musica, a ridere della vita e della bellezza.
Un abbraccio forte.




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