Padri femministi: storie di uomini che infrangono gli stereotipi

Jordan Shapiro, docente di filosofia, è autore di "Come essere un papà femminista": "Una volta c’era il padre a cui la moglie serviva la cena mentre lui guardava il telegiornale, oggi c’è quello che dà una mano quando lei glielo chiede, ma la responsabilità della gestione famigliare resta sempre sulle spalle delle donne. Essere un padre femminista però, non significa solo dividersi equamente la gestione della casa. Significa essere consapevole delle dinamiche di genere e impegnars

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10162144399896151

Dico la mia è sarà di sicuro contro corrente. In tutte le cose ci vuole equilibrio e la relazione uomo, donna famiglia non fa eccezione. In una famiglia SANA del passato (non tanto passato) esistevano dei ruoli, non discriminanti in basse a preconcetti sessisti (ripeto ho detto in una famiglia SANA) ma funzionali in base a ciò che serviva affinché la famiglia fosse ben organizzata. Come una piccola azienda; e siccome i lavori erano in prim’ordine più “fisici” per il passato, L uomo lavorava e la donna stava gestiva la casa (per SEMPLIFiCARE). Oggi la visione Funzionale dei ruoli e‘ completamente persa e tutto ruota attorno a diritto del singolo. Sta diventando una battaglia di genere della donna contro L uomo e, tra qualche anno, sarà vero il viceversa (perche questa ultima casistica è ancora poco diffusa). Così facendo ci avviamo all’ annientamento della famiglia e all esaltazione dell individuo, senza che c entri nulla il discorso SESSISTA. Uomo e Donna hanno gli stessi diritti e doveri ma quando costituiscono una nuova unità, la famiglia, per scelta libera, dovrebbero trovare la migliore organizzazione perché funzioni nell interesse di tutti i membri e non esaltarsi come singoli. Ho detto la mia e vi abbraccio tutti.


Qui (per quanto riguarda la famiglia) non è questione di essere femministi o maschilisti. In realtà il tutto gira (o dovrebbe girare) intorno un unico principio : l' Amore. Amore che si nutre per la persona con cui, reciprocamente, si è scelto di condividere una vita insieme, con cui si è scelto di creare una famiglia e verso quella stessa famiglia (perché famiglia è già la coppia) ed i propri figli (per chi ne ha). Basta questo, è molto più semplice e meno "cervellotico" di quello che si pensi. Il rispetto, l' aiuto reciproco, essere attenti alle "dinamiche di genere", etc... sono tutte cose che vengono naturali (o dovrebbero venire naturali) se, realmente, si tiene a chi abbiamo accanto. Cadono gli "stereotipi antichi" e si portano avanti le dinamiche familiari in modo "paritario". Non c'è bisogno di studi approfonditi od "eroi" (mediatici) .


Fabio Noviello tutte le attività hanno bisogno di organizzazione, non fa certo eccezione la famiglia e non si tratta di egoismo del singolo ma di insegnare ai figli, alle nuove generazioni, che non esistono ruoli legati al genere. Se sia mamma che papà lavorano, non è che la cena spetta alla mamma perché lei è donna, o le pulizie, o stirare o cambiare il pannolino al bambino. So per certo che sei intelligente e non maschilista, e comprendi che la battaglia di genere serve proprio a restituire equilibrio ed equità, ad entrambi i sessi. Serve anche all’uomo che non dovrebbe mai temere di mostrarsi per esempio emotivo o ‘debole’ per paura di abdicare al suo ‘ruolo’. La battaglia di genere è una battaglia di civiltà, dovrebbe essere priorità di tutti permettere a chiunque di scegliere chi si vuole essere in aderenza a ciò che si sente, senza diversi sentire sbagliato o fuori luogo. Aspetto che mi offri il caffè per ampliare il dibattito.


Paolo Jarè, perché pensi che si possa amare qualcuno che non si rispetti davvero? 40 o 50 anni fa è come oggi, la gente che ama davvero è molto poca. La maggior parte proietta sull'altro l'idea che ha di lui e ama quella finché non capisce che l'altro non gli corrisponde. Fino a qui l'uomo ha proiettato sulla donna ciò che lui voleva che fosse, e la donna ha fatto lo stesso con l'uomo e entrambi hanno interpretato un ruolo finto per essere approvati dall'altro. Per rispettarsi e amarsi davvero bisogna saper vedere l'altro per quello che è e permettergli di esserlo. Quindi sì, credo che degli esseri umani passati su questa terra molto pochi siano stati davvero in grado di amare e guerre, disparità di genere, razzismo, fobie e aggressioni per l'orientamento sessuale, violenze a sconosciuti e familiari, lo mostrino abbastanza chiaramente


Il grosso sbaglio che sta facendo la società di oggi è che per fare certi lavori devi essere o sentirti femmina o maschio. E quindi invece che togliere lo stereotipo di genere lo si rafforza di più. Quando sono salita sulle impalcature a dare il colore ai travi e alle pareti di casa, quando mi sono messa a fare le legature dei ferri per le gabbie di armatura, non mi sono sentita affatto un maschio. Mio marito spignatta che è una meraviglia e non si sente né si ritiene una femmina. Dov'è che non si riesce a capire che ognuo fa quel che gli piace fare (nel rispetto di altri ovvio)?


Ma possibile che siamo ancora a questi livelli? Mia madre aveva studiato (nata nel 1916), aveva frequentato il magistrale, così come tutte noi figlie, nate subito dopo la guerra. Mio padre collaborava in tutte le faccende familiari, nonostante era presente un aiuto domestico. Abbiamo imparato tutte ugualmente a cucinare, ricamare, lavorare a maglia ecc, attività considerate come risorse per via della guerra appena finita. Ci siamo tutte inserite nel mondo del lavoro intorno agli anni '70, ed adesso siamo pensionate. I nostri figli collaborano con i coniugi, ed anche i figli maschi si attivano in cucina, nelle pulizie, e nell' accudire i bambini. E nel 2022 si parla ancora di questo e di compiti condivisi in famiglia? O eravamo noi avanti anni luce rispetto al resto del mondo, oppure qualcuno ha conservato il comportamento dell'età della pietra.


Jules Bern ecco esatto hai centrato la questione, io credo fermamente nel esempio come forma educativa. e purtroppo con il tempo l’unica rivoluzione in cui credo è quella personale, penso inoltre che solo l’unione delle due cose comporti cambiamenti sociali e duraturi, ovvero cambiamenti generazionali.
Ad avvalorare la mia tesi a parer mio vi sono gli innegabili progressi fatti rispetto ad esempio ai primi del ‘900 che se visti in un ottica storica sono pazzeschi pensando che in storia un secolo è nulla.
Le tue figlie attraverso la tua educazione non percepiranno molto probabilmente il disagio che con tanta foga vai denunciando.
Probabilmente mi infervorerei maggiormente se costituzionalmente stessimo parlando di diritti negati ma per fortuna così non è


Fatemi capire. Educare e crescere bambini/e in maniera responsabile, che imparino rispetto del prossimo, l'amore, l'inclusione, ad assumersi le proprie responsabilità, non vedere le persone in base al sesso/etnia/religione ma quello che hanno nel cuore; stare li a lavare, pulire, dar da manguare, metterli a dormire, occuparsi della casa; senza dimenticare sostenere/aiutare/amare la compagna incondizionatamente, fa di me un femminista? Dire un buon padre di famiglia non è sufficiente?
Io son padre. Punto. Non mammo, non padre femminista, o altro. Padre! Io devo lasciare persone buone e giuste su questo pianeta, per quando non ci sarò più. I miei figli dovranno essere migliori di quanto io sia mai stato.


Giuseppe Pepe no, non è riduttivo ne deviato. O si crede nell’uguaglianza, nella parità, nell’avere gli stessi diritti e doveri, o no. E sì certo, il femminismo è una questione di sensibilità intelligenza e cultura. Ed il maschilismo è una questione di insensibilità, idiozia ed ignoranza. Mi pare importante puntare sui primi. Il femminismo non c’entra nulla col genere. È curioso che viviamo in un paese in cui, fino a pochi anni fa era legale picchiare la moglie, era legale il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. In cui ogni anno la violenza maschilista uccide decine di donne, ne stupra migliaia, ne discrimina un numero incalcolabile. Però gli estremisti sono quelli che chiedono la parità.


10ºIo e mia moglie abitiamo in campagna con un giardino grande.
Ci siamo da sempre divisi i compiti :
Lei tiene in ordine la casa, mentre io faccio tutti i lavori e lavoretti manuali di ordinaria, e straordinaria, manutenzione del giardino e della casa.
Per cucinare e servire la cena ci penso io, poiché mi piace cucinare e quindi non mi crea nessun problema.
Dopo aver sparecchiato la tavola, lei si dedica al lavaggio dei piatti.

Come dicevo, le faccende domestiche le svolge quasi sempre mia moglie, perché io durante il giorno sono fuori per lavoro.
Ma se capita di darle una mano, non mi tiro certo indietro.

Se il tutto viene fatto in armonia e condivisione, non pesa a nessuno fare le cose e non c'è imposizione nel farle, poiché viene naturale.