Depressione post partum

"Tito ha 4 mesi sta bene e sorride a me e al papà. Io lo guardo ma non riesco ad amarlo. Però lo porto sempre con me nella fascia e lo curo tanto. Ma qualcosa dentro di me si rompe. Come se dovessi occuparmi di me bambina, non ce la faccio ad occuparmi di lui"

           

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La sindrome di Medea è la crudele realtà delle nostre cronache: 500 figlicidi negli ultimi vent'anni, non sempre per carità per mano delle madri, non sempre per punire l'altro genitore, ma al netto di depressione postpartum, di problemi psichiatrici con l'animo violento. Una ricerca Eures ci ha detto che gli omicidi dei più piccoli, ossia i figli che hanno meno di un anno, sono stati commessi per il 90% delle madri. Percentuali che scendono quando i figli crescono, ma spesso il gesto estremo ha una mano femminile, una punizione o una sorta di suicidio differito, un gesto che parte da Medea e arriva ovunque, troppo spesso nelle camerette di chi dovrebbe solo essere protetto.
Mediamente ogni anno i femminicidi in Italia sono 48, gli infanticidi 25. Eppure nessuno ha ancora fatto una campagna di sensibilizzazione mediatica, nè il legislatore ha creato un reato specifico. Non sia mai demonizzare la donna, solo l'uomo è violento e cattivo.
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Personalmente, per fortuna e non per merito, non sono incappata nella depressione post partum, tuttavia, non posso fare a meno di ricordare che quando mio figlio era neonato innumerevoli volte mi sono chiesta perché la società descriva e si riferisca alla maternità come ad un momento idilliaco nell'esistenza di una donna.
É una fase di cambiamenti drastici, di scelte di vita e professionali da riadattare e ricalibrare alla nuova realtà, di stanchezza, non solo di gioia.
La maternità é un'esperienza straordinaria, ma come tale é intensa, contraddittoria e può diventare estremamente dolorosa e complessa. Penso, con tutta franchezza, che sarebbe il caso di dirlo a chi si affaccia a questo momento, senza ipocrisia, perché, a mio modesto parere, questo può fare la differenza, questo può far capire che non sei inadeguata, non sei l'eccezione, sei solo una neomamma che ha bisogno di supporto, come tutte.


Alessandro Annarilli chi te lo dice che a voi una cosa simile non sarebbe capitata? La maternità/paternità è una fase della vita che è inaspettata, non puoi pianificare nulla e ti assicuro che le difficoltà ci sono e anche tante e non tutti riescono a reagire. La testa e il cervello fanno proprio brutti scherzi. Comunque sei arrivato a leggere fino in fondo l’articolo? Io ammiro questa donna che con tutte le difficoltà alla fine è riuscita a trovare l’amore per suo figlio che ha sempre avuto nel suo cuore ma il suo cervello non glielo faceva vedere. Mi dispiace che la depressione post partum non sia capita e le mamme vengano additate come brutte persone. Comunque mi dispiace per quello che ti è successo ma sono dell’idea che bisogna portare rispetto per tutte le situazione. Buona giornata


Alessandro Annarilli io non vado in chiesa, non prego e non credo in dio. Sei tu che l'hai citato nel tuo becero commento. "Tesoro" lo dici a tua sorella. "Sempre se lo hai capito": ma chi ti credi di essere? Tu hai evidenti problemi di comprensione del testo poiché è evidente che non hai capito una cippa. Inoltre non hai un briciolo di sensibilità nei confronti del prossimo e ti ergi pure a giudice. E credi anche di avere la sfera di cristallo: non puoi sapere se la tua compagna/moglie avrebbe avuto gli stessi problemi. Ma no, parli solo a sproposito e con una cattiveria inaudita.


La mia non è stata depressione, non ho avuto mai pensieri suicidi, ma ho partorito con un cesareo in anestesia generale una bambina che il padre non ha voluto né riconosciuto, a 41 anni, dopo una vita in cui mi ero sentita dire che non potevo avere figli;alle spalle una complicata, lunghissima storia di disturbi alimentari, anoressia, bulimia, una famiglia d'origine patologica, una madre fredda, un padre per tanti anni, alcolista. Il mio corpo, già fragile, dalla gravidanza e dal cesareo è uscito malissimo, a dodici anni di distanza ne pago e ne pagherò per sempre le conseguenze. Ho visto mia figlia qualche ora dopo il parto in anestesia generale, travolta da un dolore fisico assurdo, imbottita di morfina, ho ricordi nebbiosi e tristi. Ho faticato, faticato, a sentirla mia, non avevo accanto nessun padre premuroso, ero fisicamente a pezzi, mi sentivo orribilmente in colpa per non amarla abbastanza. Senza i devastanti pensieri di questa donna, ma anche io ho costruito nel tempo il mio amore per mia figlia, la maternità non è sempre immediata, istintiva, semplice. A volte si conquista attraverso passaggi di dolore immenso. Ora la mia ragazzina ha quasi dodici anni, la amo immensamente, ma ho dovuto dirmi e guardare in faccia con spietata sincerità che non é stato subito così. Solo in questo modo , nonostante i giudizi cui ci si espone, si può farcela. Un abbraccio a questa donna, al suo Tito, e a quell'importante compagno e papà.


Anche io ho sofferto della depressione post partum....
Al solo pensiero, nonostante siano passati 18 anni e più mi sento male ....
Una gravidanza senza neanche un sintomo, un parto naturale in tre ore , mio figlio sano e bellissimo, tutti che coccolavano lui e me ... ma io non ce la facevo.... mi sentivo sola , sola e impaurita
Guardavo mio figlio nella culla e mi veniva l' ansia ..... mi guardavo allo specchio e piangevo .... non ero pronta a prendermi cura di lui , non ce la facevo e avevo paura.
Lo allattavo , e stavo male .
Dovevo scappare da lui .....
È stata mia madre a " salvare " entrambi..... lo lasciavo da lei , per cercare a tutti costi la mia " vecchia " normalità.....
Mio figlio è nato ad ottobre..... io ho avuto la consapevolezza di essere madre più o meno verso marzo .....
È un cruccio che mi porto dentro da sempre, ancora non riesco a perdonarmi, ma so che era l' unica strada possibile da percorrere per entrambi.
Ovviamente mio figlio è sempre stato il faro della mia vita e , mai l' ho perso di vista , pure quando fuggivo da lui ......
Un abbraccio a tutte quelle che , come me , hanno vissuto l' essere diventata mamma in una maniera " traumatica "




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