Lila Moss al Met Gala con il patch per il diabete: un dettaglio che ai più attenti non è sfuggito

La modella diciannovenne portava sul gluteo il patch pump, un microinfusore di insulina, e sul braccio un cerotto digitale per il monitoraggio della glicemia

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10162154007421151

Magari rendiamo giustizia al rumeno che scopri ' l' insulina Nicolae Paulescu. Due canadesi presero il Nobel ... Avendo praticamente fatto cio che lui aveva pubblicato 2 anni prima. I canadesi hanno anche scritto il fatto che hanno solo voluto mettere in pratica le grandi scoperte di Paulescu, ma l'accademia lo ignoro del tutto e diede il Nobel ai due canadesi che hanno anche detto che nn è la loro scoperta . Solo dopo la sua Morte la sua precedenza fu riconosciuta, e prese il Nobel post mortem. Tuttavia i libri indicano ancora i canadesi. Povero Paulescu.. Non ha vissuto per vedere che alla fine ha salvato milioni do vite e nessuno gli e grato.


Nessuno vede il problema, a tutti pare "normale", ma così non è. Per tante persone, soprattutto giovani ragazze e ragazzi, l'idea di "portarsi addosso" un dispositivo del genere non li fa sempre sentire uguali ai propri coetanei. L'accettazione che un tuo organo non funzioni (pancreas) e ne devi avere uno "alternativo" non è così automatica. Il fatto che un personaggio pubblico o una modella, come è accaduto di recente, si mostrino o sfilino mostrando quello che è sì da considerarsi un salvavita, ma di certo anche un dispositivo non gradevole da vedere, può aiutare molti a non sentirsi "diversi" in un'età in cui è difficile capire che l'essere malato non è una colpa. Purtroppo leggo molti commenti di persone che non sanno neanche cosa significhi essere insulino dipendenti....


La notizia è che nessuno della platea si è accorto, sotto quel vestito bellissimo, se ci fosse un sensore o un microinfusore, né che la modella fosse diabetica, insulinodipendente, tipo 1 o altro, nessuno sa della sua conta costante dei carboidrati, delle ipoglicemie sempre in agguato, dei danni collaterali a cui andrà incontro. Nessuno. Salvo il giornalista di Repubblica che, ne sono quasi certa, potrebbe avere qualcuno in famiglia affetto da diabete. Gli altri hanno visto una bellissima ragazza con un vestito da urlo. La notizia semmai non è " non bisogna vergognarsi di mostrare i dispositivi"... Ma semmai" dobbiamo lottare perché tutte le regioni italiane lo prescrivano gratuitamente a chi ne ha diritto." Non è tutta uguale l'Italia, chiedete a un sardo, vi spiegherà meglio.


Sono disgustata dai commenti:

Gente che consiglia di coprire il sensore e il microinfusore con un cerotto (parliamo di dispositivi che costano un sacco di soldi) credendosi ingegner de sto cazzo. Sono dispositivi sensibili e coprirli vuol dire che non funzionano più o funzionano male e il risultato è rischiare di MORIRE di ipoglicemia grave o finire in chetoacidosi e farsi un giro in TERAPIA INTENSIVA.

Gente che dice che è normale. No, non è normale che chi ha questi dispositivi debba tornare a casa in lacrime dopo una passeggiata perché la gente le commenta alle spalle che è un esibizionista.

Esibizionista? Non morire di chetoacidosi o in preda alle convulsioni per l’ipoglicemia non percepita ?!!! Che gran mondo di stronzi.

Qualcuno parla di privacy, peccato che i siti in cui vanno inseriti sono tassativi e decisi da gente con un popó di titoli sulle nanotecnologie: braccia, pancia, glutei perché in fronte o nello sfintere anale ancora non sono stati collaudato per essere usati.

Un consiglio è meglio che guardiate e memorizziate bene quel cerchio bianco e quel quadrato perché se uno che li ha addosso si dovesse sentire male e voi non lo aiutaste vi fate un paio di anni di carcere se muore e dei poco piacevoli 5 minuti in tribunale se sopravvive.