"La sculacciata è un forma di violenza che influenza il cervello dei bimbi e li rende aggressivi"

La vecchia punizione non solo non funziona, ma crea anche danni allo sviluppo dei ragazzini. A sostenerlo più studi

           

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Irene Malfatti Ripeto, se non capisci la differenza tra violenza e uno sculaccione è un tuo problema grosso. Perché la violenza la puoi fare anche verbale. Come diceva Elena prima, lei ha subito violenza da chi, guarda caso, non l'ha nemmeno toccata con un dito. Col vostro modo di vedere si rischia l'ipocrisia.
Posso essere d'accordo con te che parecchio tempo fa i figli venivano trattati veramente con la violenza, e questo è chiaramente sbagliato, ma si parla di 80 anni fa. Ma ora purtroppo sembra che la nevrosi ce l'abbia chi in maniera esasperata difende certi punti di vista e si comporta nell'estremo opposto, che è sempre sbagliato. La psicosi ce l'ha chi si comporta come voi che non è capace di riflettere e capire che c'è una via di mezzo senza estremizzare tutto. I genitori che non ci piacciono ora sinceramente guardando dai commenti, non li vedo. Anzi trovo una moltitudine di commenti a favore dei genitori che hanno sperimentato, al contrario di quanto sostiene l'articolo, certe esperienze. Poi le faccio una domanda. Ma se lei ha un figlio che cammina pericolosamente vicino a un burrone e le prova di tutte per non farlo andare lì ma sembra che con le parole non risolve niente lei cosa fa? Si rassegna fino a che il bimbo non vi precipita dentro perché sia mai la sculacciata o un ceffone? E sì che l'esempio lampante di come vengono i figli di quelli che fanno come dice lei li avrà pure lei sotto gli occhi. Altrimenti vive in un altro mondo. Secondo me ci vuole il giusto equilibrio e il bambino non è stupido certe cose e certi stati d'animo li comprende meglio di noi.


Ma io vorrei capire qualcosa di tutti questi pedagoghi eccelsi: la violenza sui bambini non va usata per certo ma una sculacciata ora siamo all'assurdo. E non parlo di quelle con il battipanni di un tempo. Parlo di uno schiaffo sul sedere. Ma dico io: se si facesse una valutazione seria sulla capacità delle nuove generazioni ad essere caparbi, oggi si direbbe "resilienti", termine che mi sta sulle scatole da morire, queste generazioni cresciute lontano dalla violenza in forma quasi parossistica, sono davvero più forti di quelle precedenti che qualche bella sculacciata e anche qualche ceffone se lo sono preso? A memoria non ricordo bambini o ragazzi suicidi nella mia generazione per avere preso brutti voti, essere stati derisi, o bullizzati attraverso i social. E invece non passa mese che si sente di qualche ragazzino o ragazzina che si è suicidato per motivi così futili e banali da non poterci credere. Perché crescere in un mondo totalmente ovattato e senza alcun tipo di punizione, a volte anche fisica con una sculacciata, sviluppa molto poco la capacità di reazione e un po' di quella grinta che serve ad affrontare le pressioni psicologiche della crescita. Insomma una sculacciata serve anche a sviluppare la capacità emotiva di sopportare una punizione che può essere umiliante forse per un bambino. Allora le esagerazioni, in ognuna delle due direzioni, non formano il carattere delle future generazioni ma la assenza anche di una sculacciata, le rende solo impreparate e poco caparbie, senza la capacità di affrontare le difficoltà. La penso così.


Miriam Taibi infatti tu e il linguaggio che usi siete la prova che la ciabatta non serve a nulla. "Smanna insieme alle altre cafone", cafone che, per inciso, ti hanno fatto notare educatamente che hai scritto una fesseria e a cui ti rispondi senza un briciolo di educazione. A differenza tua sono sempre stata educata ed ho argomentato parlando di dati di fatto perché della tua esperienza personale poco ci importa e comunque non fa statistica. Se i miei genitori si permettono di andare in giro a scrivere stronzate e offendere la gente si prendono le risposte e se qualcuno al di fuori della famiglia fa notare loro che scrivono stronzate mi fa pure piacere così imparano l'educazione, meglio tardi che mai. Tra la tua generazione non c'è una sola persona che non sostenga che servono i ceffoni, i miei genitori compresi, ma penso di avere il diritto di scrivere che non è modo di ragionare, che chi picchia i figli è solo un violento frustrato che usa la forza per sopperire alla sua inadeguatezza di genitore, e che gli psicologi, che ne sanno un po' di più di te laureata all'Università della vita, sostengono il contrario di quanto hai scritto e naturalmente li ritengo una fonte più autorevole di una Miriam qualsiasi.
Tuttavia visti i modi che hai ti faccio i miei complimenti per l'educazione contessa. Ammirevole.


Marco Giulio Camurri Parti dall'implicazione che sia sbagliato a prescindere. Mio padre ad esempio non ha mai alzato un dito su di me (o nessun altro). Eppure una volta gli ho fatto perdere le staffe, gli ho distrutto un libro di enorme valore. Eppure l'educazione me la davano. Mi diede uno schiaffo, non forte, ma da allora ho capito la mia lezione, sul serio. Chiedi a un buon pedagogista come affrontare un bambino particolarmente ribelle, a volte le parole non bastano. Io riporto una esperienza, ma ne ho sentite molte simili. Voi confondete botte continue con violenza vera e propria ed episodi piu o meno sporadici. Sono tre comportamenti completamente diversi. Vanno valutati anche i comportamenti dei bambini, da educare, certo, ma ripeto con alcuni in alcune situazioni , le parole non bastano.


Mazze e panell fanno i figli bell, panell senza mazz fanno i figli pazz.....
A una certa età è normale che si debba associare alcune cose con la ricompensa, altri con un castigo. Non si hanno strumenti necessari per capire le sfumature.
Ovviamente non si parla ne di violenza, né di crudeltà, ma di cose concrete che un bimbo associa al bene e al male.
È paradossale che una società dove gli adulti sembrano essere bimbi (basta vedere come si affrontano certe cose, con buoni e cattivi, bianco o nero come se si fosse bimbi) coi bimbi si vuole fare i filosofi


Daria Gri non avremo la certezza che non sia morto nessuno ( per una sculacciata ne dubito) ma abbiamo la certezza , oggi, di aver allevato, cresciuto ed educato ragazzi e ragazze maleducati , irrispettosi della cosa loro e altrui , convinti che tutto sia loro dovuto . Basta vedere le violenze a scuola o fuori , talvolta , aiutati dai sedicenti genitori moderni , che non hanno tempo di seguire i figli , ma lo hanno per mettere le mani addosso agli insegnanti quando questi si permettono di riprendere i loro cari pargoletti . Questa , è una certezza.


Nicoletta Scopece il problema secondo me oggi non è la mancanza di sculacciate, ma il fatto che i genitori troppo spesso abdicano al loro ruolo delegandolo alla scuola o alla società e si pongono come amici dei figli. Onestamente mia figlia di 4 anni ha preso una sola sculacciata in tutta la sua vita (che era più un buffetto sul sedere quando ancora aveva il pannolone, quindi capirai) e non abbiamo alcuna necessità di alzare le mani perché le parliamo molto, le spieghiamo le cose con fermezza e soprattutto sa che siamo i genitori, non gli amichetti di scuola e che ci sono delle regole ben precise su cui non si transige. Se è no, rimane no e può piangere quanto vuole la cosa non cambia. È questo che secondo me spesso manca nell'educazione oggi. Poi per carità non siamo perfetti, però esistono sane vie di mezzo tra il menefreghismo e la violenza.


Pat Bibulo il fatto è che queste discussioni sono fatte ad arte per l'italiota medio ... Cioè ... Un conto è legare un bambino sul divano e dargliele di Santa ragione come è successo a persone di mia conoscenza... Un conto è lo schiaffo. Cioè questi pensano di fare crescere i bambini dentro una bolla di cristallo che poi scoppia al momento che li mettono nel mondo reale... Bah. Io se do uno schiaffo a mio figlio è per fagli capire qualcosa che nemmeno con mille parole si può spiegare. Poi certo che maltrattamenti sono un altra cosa e solo dei psicopatici possono fare cose del genere e purtroppo ne è pieno il mondo


il problema di noi genitori di oggi è l'eccesso di permissivismo. Li viziamo e gli diamo tutto e subito come rivalsa a tutto ciò che noi non abbiamo avuto e che abbiamo desiderato tanto. Ciò sicuramente ha inficiato di molto il rispetto che loro hanno di noi, vedendoci più come amici che come tutori, svilendo la nostra autorevolezza. In molti casi addirittura i figli hanno preso il sopravvento rispondendo anche male alla madre. E l'eccesso di affetto che abbiamo nei loro confronti non ci permette di dargli nemmeno uno schiaffo, a differenza dei nostri genitori che ce ne hanno dato di santa ragione spesso e volentieri, tuttavia quella loro severità ci ha fatto molto disciplinati e rispettosi nei loro riguardi. La peggiore brutta parola che dicevo a mia madre era "scema" ma subito dopo andavo ad abbracciarla, a mio padre neanche a pensarci altrimenti volavamo mazzate a go-go. Oggigiorno i figli non si creano alcun problema a trattare i genitori come pezze da piedi, alzare loro le mani addosso, se non addirittura ammazzarli. Questo c'ha portato il progresso e la pseudo-civiltà. Preferisco gli anni in cui avevamo il telefono nero a muro.


10ºIlaria Platzer io ho una figlia è una arriva ma non ho mai usato la violenza. Sarebbe facile e molto sbrigativo, ma allo stesso tempo mortificante e poco efficace sul lungo periodo. Credo l'insegnamento primario arrivi dall' esempio e se io insegno a scendere alla violenza mi dovrò aspettare si pensi sia giusto così, quando invece non lo è mai. Io ne ho prese tante, cosa mi è rimasto come insegnamento? Nulla, perché non ricordo neanche il motivo per cui venivo punita. Sono rimasti per anni dubbi e insicurezze sulla mia persona che solo con la psicoterapia ho risolto.... E credo molto della generazione anni 80' avrebbe bisogno di fare un percorso su di sé per rendersi conto che non è stato educato al rispetto, bensì alla paura