"Mio figlio ha ucciso la sorella. Avevamo provato a dirlo che era pericoloso, ma ci avete lasciato soli"

La lettera di Antonella Zarri, la madre di Alberto Scagni che ha ucciso a coltellate sorella Alice: "Io 40 anni fa non ho partorito un assassino ma un bambino. Adesso Alice non c’è più e Alberto è vivo, e resta nostro figlio. Ha fatto qualcosa che non si può neanche pronunciare ma deve essere curato. Allora alla nostra società ipocrita dico “curatelo adesso, ora che ce l’avete sotto mano”. Perché noi abbiamo provato a dirlo in tutti i modi possibili che era pericoloso, ma non ci avete mai a

           

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Io faccio lo chef, conduco il mio lavoro con passione ed estrema serietà, se sbaglio o qualcosa va storto mi devo assumere le responsabilità.. Poi verrò ammonito o licenziato a seconda del danno causato. Vedo che chi lavora per il sistema non prende alla lettera i suoi doveri, anzi viene tutelato, che sistema i funzionante è questo? In una democrazia la disciplina dovrebbe essere impeccabile visto che non viene imposta come in una dittatura, allora a sto punto è meglio una dittatura dove io non posso esprimere quello che voglio e penso, ma le leggi sono uguali per tutti, compresi coloro che lavorano per lo stato,


Ma smettiamola di dare le colpe alle istituzioni. Si delega sempre alle istituzioni, alle scuole, allo Stato, alle forze dell'ordine.... ecc...., ma la famiglia che ruolo ha nell'educazione dei figli? Ce lo vogliamo chiedere una buona volta? I genitori dove sono stati fin dalla nascita di questo figlio? Se aveva tutto questo rancore nei confronti della sorella fin da bambino, probabilmente qualcuno gliel'ha permesso o comunque non è stato in grado di fargliela amare quella sorella. Non gli è stato proprio insegnato l'amore, non gli sono stati trasmessi i valori fondamentali della vita, il senso del rispetto degli altri e degli spazi degli altri, il senso del sacrificio e la consapevolezza che per raggiungere degli obiettivi nella vita ci si deve impegnare duramente perché nulla cade dal cielo. Ci troviamo di fronte ad un uomo che è stato viziato e che non è capace di accettare un no. Probabilmente perché quei no non gli sono stati detti quando andavano detti e le conseguenze sono state drammatiche. Per essere violento con la sorella in un modo così efferato probabilmente era arrabbiato col mondo intero, ce l'aveva con la vita stessa perché era una persona sola che non ha mai ricevuto affetto nella sua vita. Ha avuto solo cose materiali e quando le sono mancate le cose materiali non ha saputo frenare la rabbia. Mi spiace doverlo dire, ma i principali responsabili sono gli stessi familiari. Non è facile esserere genitori. Ogni giorno si impara e si cresce insieme ai propri figli, si impara insieme a loro, si fanno esperienze insieme a loro. Se genitori non si nasce, ma, si diventa, bisogna però essere in grado di essere autorevoli con i figli, non autoritari e dare loro tanto amore perché solo l'amore li può far crescere, maturare e renderli degli adulti responsabili, non le cose materiali. I genitori che pensano di dimostrare il loro affetto ai figli con le cose materiali, viziandoli e dandogli sempre tutto quello che chiedono, li danneggiano e basta, non li aiutano a crescere. Dire un no vale più di tutto il resto.


Stefano Riccamboni Io non sono italiana ma ho vissuto in Italia per più di 15 anni e gli posso dire che in Italia la burocrazia e la quantità di leggi sono una cosa schiacciante che "tristemente" portano a molte persone a diventare indifferenti ai problemi e l'impotenza degli altri: questo non dovrebbe assolutamente essere; la cosa corretta sarebbe quella di essere solidali e avere valore cívico in beneficio dei concittadini. Credo che se le persone fossero sicure di trovare appoggio nei loro simili, più facilmente sarebbero esigenti con le autorità e con i servitori pubblici in generale. Invece siccome si sa che nessuno appoggia, pian piano le persone che protestano sono di meno. Per questo motivo in Italia si è arrivati ad avere una vita così difficile, così tassata, costosa e piena di restrizioni: lo stato conosce la debolezza della popolazione, la mancanza di solidarietà, di valore civile, di partecipazione.


Silvia Liuni esperienza diretta, funziona così: tu riconosci che c è un problema e chiedi aiuto come ha fatto questa mamma. Se sei fortunato i servizi sanitari preposti ti prendono in carico, cercano di convincere la persona malata a farsi curare e se non accetta chiedono un tso. Però c è un piccolo particolare, intanto passano i giorni e tu speri che non accada nulla nel frattempo. Se chiedi l'intervento di carabinieri e ambulanza per poter procedere al ricovero, se non è dimostrato che il soggetto è pericoloso per se e/o per gli altri le autorità non possono fare nulla. E tu aspetti che l'iter sia concluso magari prima dell'irreparabile


quando mia madre ha provato a presentare una denuncia per stalking da parte di un vicino i carabinieri non volevano accettarla perché “pover’uomo, gli rovina la vita”.
Cinque anni dopo siamo ancora in processo penale perché il povero uomo ci ha minacciato di morte.
Cinque anni.
Con queste tempistiche, che ci aspettiamo? Quando noi cittadini chiediamo aiuto, non sempre veniamo ascoltati in tempo, si tende a minimizzare e sono questi i risultati.
Io non riesco nemmeno ad immaginare il dolore che può provare in questa momento la famiglia di questa ragazza. Seppellirla e sapere che l’assassino è il fratello.
Come può una famiglia ritrovare la forza per andare avanti?
Alla famiglia di questi ragazzi va il mio cordoglio, mi sento davvero triste per tutti loro.


Ci sono anche casi in cui un carabiniere ti prende in disparte e ti dice di stare molto attenta perché tuo fratello ti ha minacciata apertamente. Bene!
Ci sono anche casi in cui un comandante dei carabinieri del luogo prende in carico le suppliche di una famiglia e personalmente sollecita un intervento urgente al CIM di zona che puntualmente ignora e rimanda le richieste di aiuto . Questo è. In tanti, troppi di questi casi dove si sfiorano per anni le tragedie ci si può solo affidare al destino ed alla vigilanza costante, di giorno e di notte. Vite stravolte, pazienti che inevitabilmente si aggravano ed un sistema sanitario che continua ad essere lacunoso e latitante. Poi accadono questi orrori e le famiglie devono anche sentirsi giudicare dall' opinione pubblica che le ritiene responsabili di superficialità o noncuranza.
Entrate in questi meccanismi e poi ci dite. Anzi no, non lo auguro a nessuno.


Chi è un parente, o un fratello e una sorella di un paziente psichiatrico sa che potrebbe fare la fine della povera Alice.
Si vive sempre sul filo del rasoio con queste persone.
Chi come me lo ha vissuto, lo sa.
I carabinieri o la polizia purtroppo non possono nulla e sinceramente da un lato sarebbe stato meglio che fosse mantenuta la legge Basaglia, perché tra omicidi e suicidi questo sistema ha fallito con le famiglie e con i malati, che peggiorano invece di migliorare.
Non si può lasciare la libera scelta a drogati, schizofrenici o malati psichiatrici, perché non ammetteranno mai la loro malattia.

Lui mi dà molto l'idea di aver fatto abuso di cocaina, ha mostrato tutti i segnali tipici.

Povera famiglia.


Sempre colpa della Polizia. Sempre. La Polizia si deve sostituire agli psichiatri delle Asl che non redigono perizia di pericolosità sociale, ai servizi sociali comunali. Poi quando questi soggetti vanno in escandescenza non li puoi bloccare. Altrimenti rischi denuncie per violenza. Il problema che abbiamo dei servizi alle ASL che non valgono niente. Se tu vai sul posto di un intervento e magari il soggetto è collaborativo in quel momento, ragiona con gli agenti, non è armato, che cosa deve fare la Volante che interviene ? Chiamare il servizio ASL che il più delle volte ti dice che se non c'è un TSO non può intervenire.
Lo porti autonomamente in ospedale ? Dove ? Psichiatria ? Deve essere consenziente.
Chi deve dare un parere sulla effettiva pericolosità? Uno psichiatra. Chi lo ha in cura? Ci sono strutture dove le famiglie possono essere aiutate e non abbandonate ai loro problemi?


Purtroppo è verissimo, la malattia mentale non è assolutamente considerata in Italia, basti pensare che uno schizzofrenico diagnosticato da 30 anni ha un massimo di numero di anni da passare nelle strutture ospedaliere , finiti quelli torna a casa perché si presuppone che le cure abbiano fatto effetto, ma non si vuole capire che ci sono gravissime malattie mentali che NON SI CURANO! si possono tenere monitorate e sotto controllo ma non si curano definitivamente e le famiglie sono lasciate SOLE SOLE SOLE in tutto questo a combattere con leggi assurde create da qualcuno che non ha idea di cosa sia convivere con una malattia mentale. Per quanto inutile sono vicinissima alla famiglia sapendo perfettamente cosa succede in questi casi.


10ºDaniela Asperges Infatti! Si scrive tanto per scrivere in omaggio al mainstreem di un nauseante politically correct che, a chiacchiere e commemorazioni, scarpette e panchine rosse...finge di scuotere le coscienze ma bei fatti non risolve. I fatti sono proprio questi, molto simili in tutti questi omicidi: il disturbo mentale, congenito o indotto da sostanze stupefacenti! In questo caso direi che la malattia fosse evidente, negli altri va scovata e curata! Psicologi di base, coadiuvati da servizi sociali forti sui territori ecco che cosa ci vogliono! Anche nel caso dei ginecidi( femminicidi) il gesto lo compie la malattia e l'omicida va rinchiuso nelle strutture apposite, quelle di un tempo....non tenuto ai domiciliari perché folle! La legge Basaglia va interpretata proprio come voleva il suo estensore: ha bisogno di strutture di supporto e di medici sul territorio; tutto questo non c'è mai stato e, dal 1978 in poi, le famiglie sono sole con la loro disperazione e noi contiamo morti, soprattutto di donne, ogni giorno!