Asfalto magico per auto elettriche, la ricarica a induzione è pronta

Questa tecnologia consente ai veicoli elettrici di ricaricarsi viaggiando su corsie dedicate, grazie ad un innovativo sistema di spire posizionate sotto l’asfalto che trasferiscono direttamente l’energia necessaria ai mezzi in transito

           

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Domenico Gallo per quanto riguarda l'estero non può far testo quello che ho visto guidando durante brevi soggiorni, però anche io ho tratto un'impressione simile.
Se non altro perché ho notato molte meno "furbizie".
Corsie d'emergenza rigorosamente lasciate libere e mai percorse da auto, oppure il fatto stesso che negli incroci ci si ferma pure con il verde, quando vedi che il traffico è bloccato, e tu finiresti solo per stare in mezzo ostruendo il transito agli altri.
Però detto questo non ho una visione così catastrofica ed io per decenni ho passato la vita in auto fornendo assistenza tecnica a clienti sparsi ovunque.


La tecnologia si chiama Dynamic Wireless Power Transfer (Dwpt) e il progetto pilota italiano, coordinato da A35 Brebemi e Aleatica, è quello allo stadio più avanzato di sperimentazione con la collaborazione tra varie eccellenze dei rispettivi settori come:

Abb, Electreon, Iveco, Iveco Bus, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, Tim, Fiamm Energy Technology, Università Roma Tre, Università di Parma, Vigili del Fuoco e ministero dell’Interno – Polizia Stradale.

Ma voi, laureati alla Università di Facebook ne sapete di più di ingegneri e ricercatori che si stanno facendo "un culo tanto" per dare un futuro migliore ai vostri figli, vero?


Centinaia, migliaia di auto incolonnate diligentemente a poche decine di km/h per evitare tamponamenti, coadiuvate da elevati livelli di guida assistita, con passeggeri beatamente rilassati a leggere il giornale o guardare un film. Mmmmhhhh, non so perché ma mi sa tanto di treno… Certamente un passo avanti nel progresso e nel futuro, ove ci sarà sempre meno spazio per gli appassionati di motori che amano “guidare” e non “essere portati da un punto A ad un punto B” senza particolari predilezioni per il mezzo stesso. Un futuro certamente senza inquinamento, senza morti per incidenti, senza rischi insomma. Un futuro sempre più con l’uomo non più al centro del progetto. Ottimo per il pianeta, certamente. Un po’ meno per chi amava le emozioni motoristiche. Avanti così.


L innovazione nel campo dei veicoli elettrici è principalmente sulle batterie. Per cercare di limitare i loro gravi e cronici problemi, cioè peso, autonomia e tempi di ricarica (aspetti collegati tra loro e che influiscono sulle caratteristiche del veicolo che le monta). Una volta risolti (o limitati) questi problemi, ne restano almeno altri due: 1)le materie prime (e la costruzione dei veicoli stessi, o di parti fondamentali di essi) sono in mano a paesi (e o persone) non molto più affidabili (eufemismo) rispetto a quelli che ora detengono il predominio dei combustibili fossili, ed avendo il veicolo elettrico pochi componenti significativi a parte le batterie, vuol dire essere ancora più dipendenti da queste entità (paesi, persone, società, ecc) ; 2) il reperire l energia elettrica per un numero elevato di veicoli elettrici contemporaneamente circolanti e quindi bisognosi di ricariche. Ovvio che l obiettivo è ridurre il numero di veicoli privati in circolazione, rendendoli nuovamente elitari, così che chi non si può permettere una tale tipologia di veicolo si arrangi e se ne vada a piedi o col mezzo pubblico. Ma in ogni caso l energia da fornire sarebbe abnorme e credo che al momento non esiste sulla faccia della terra nessuna zona del mondo neanche lontanamente pronta. È di poco fa la notizia che la ecologicissima California sarebbe in difficoltà anche lei in caso di elevata diffusione dei mezzi elettrici. 3) durata, sicurezza, smaltimento e riciclo delle batterie esauste. Qui è meglio per ora sorvolare, perché è un campo minato ancora da scoprire pianamente. PS: giusto per raffronto, andate su internet a cercare le caratteristiche costruttive e tecniche della Dacia spring, la autovettura elettrica più economica del mercato, il modello che dovrebbe fare da apripista per le elettriche di grande diffusione (cioè con costi accettabili per il grande pubblico). Giusto da capire come è fatta. PS2: a me di fare la guerra contro i mulini a vento elettrici non me ne frega niente, se non fosse che si vuole nuovamente imporre qualcosa forzatamente, privando il singolo delle libertà di scelta. Una società democratica si basa sulla libertà di scelta. Una società che si basa sull imporre qualcosa da parte di una porzione di essa, con la motivazione che "se non si fa come diciamo noi ci causi un danno" non è sicuramente una società democratica. E io, fino a prova contraria, sono nato in un periodo storico e in un luogo libero.


Angelo Acquaviva tralasciando che hai scritto solo stronzate, a differenza tua sono pro-nucleare, sopratutto per lo sviluppo del tokamak, ma anche solo provare a spiegarti il funzionamento dello stesso, e anche solo provare a spiegarti perché come tecnologia è sicura sarebbe inutile perché non capiresti lo 0,1% di quello che proverei a spiegarti.

Altra cosa, mai sentito parlare dei maglev ? Mi so di no eh, prova andarteli a cercare, magari ti informi un po’.

Altra cosa, ho lavorato per decenni su tutta l’infrastruttura ferroviaria (italiana e non), e tu non hai nemmeno la più pallida idea della tecnologia che c’è dietro, ma ripeto, spiegartelo sarebbe totalmente inutile, anche perché probabilmente sarai solo uno di quelli che si lamenta se il treno fa ritardo, ma non si pone il
Problema che se il treno ritarda è solo perché quest’ultimo è progettato per salvaguardare la sicurezza dei passeggeri, no, al massimo sarai uno di quelli che pensa che lo fanno a posta perché RFI ci gode a vedervi ritardare.

I prototipi di questa tipologia di strada già li ho visti molto prima di quasi 10 anni fa, e mi spiace per te ma erano test di (pochi) km, e non metri.

Ah, ho visto anche auto guidata i tranquillamente da sole, proiettori che mostrano i computer di bordo direttamente sui parabrezze delle auto.

Ma ripeto, tu non capiresti, al massimo sarai uno di quelli che starà sempre lì in strada al bar a dire che “se stava mejo quando se stava peggio”.

Ripeto, perle ai porci.




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