Gianrico Carofiglio: "Ero anche io uno di quei maschi che si considerano collaborativi ma in realtà collaborano solo su richiesta"

"Mia figlia mi ha aperto gli occhi sul paternalismo introiettato da tante donne, tra cui quelle che declinano la loro professione al maschile"

           

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Mario Sapetti , rispetto la Sua opinione. A me non sembra che le mie parole siano campate in aria. Il tipo in questione è un radical chic come molti intellettuali di sinistra, che credono in una loro presunta superiorità culturale e morale su tutti gli italiani che solo osino non essere progressisti loro pari. Mi dispiace per loro, ma la democrazia non funziona così, non esiste il maestro, il guru con la verità rivelata. Tutte le idee sono accettabili, a meno che non si tratti di movimenti che si rifanno al fanatismo ed alla violenza. Non esistono la ragione ed il torto, la sovranità viene esercitata dal popolo, nelle libere e regolari elezioni, e poi non si può lamentarsi di avere pochi elettori, se si buttano alle ortiche le lotte sociali e si preferisce parlare di spinelli, uteri in affitto e matrimoni con persone dello stesso sesso, e magari pure cani, gatti, buoi ed asinelli. È puerile prendersela con la Meloni! Chiunque, pure il mio gatto vecchio, avrebbe stravinto contro tale Corte dei Miracoli.


Francesco Cocco scusa...ma sei proprio ignor!!! La tua opinione, non è un'opinione ma una discriminazione sui non vaccinati. Che è molto diverso. Un'opinione rimane tale e va rispettata quando è priva di dati di fatto. Quando esiste un dato di fatto, od una prova empirica, la cosiddetta opinione, smette di essere un'opinione. E se tu dici un qualcosa che io, con i fatti, dimostro essere tutto il contrario di quello che dici, la tua opinione diventa una menzogna. E dal momento i cui tu, continui a propagare quella menzogna nonostante i dati di fatto che la smentiscono, io sono libero con dati alla mano, di dirti di tacere!!! Perché la tua non è un'opinione ma una bieca menzogna. Adesso capisco che per uno che usa i no vax come scudo per la sua pochezza mentale sia un discorso abbastanza complesso, ma dico che se ti impegni, riesci a metabolizzare il tutto. Ps. Il vostro punto di "forza" è la capacità di deviare il discorso quando non sapete più cosa dire.


Alessandra Saletti assolutamente sì e sono d'accordo con quello che dici. Ma, se ci pensi, coniare un termine nuovo per distinguere una professione crea immediatamente distacco dal termine normalmente in uso. Come se fosse una cosa eccezionale, come se noi donne dovessimo avere un nuovo termine per definire la nostra professione, a volte suonando anche male e quasi ridicolo ( per me avvocata o architetta suona quasi screditante, ridicolo). Io preferisco che venga usato il solito termine ma che ci venga riconosciuto pari valore a quello degli uomini, in termini economici e in termini sociali. Alcune cariche sono quasi esclusivamente maschili, alcuni mestieri pure, come il mio. Non è facile sapere che a parità di bravura i clienti preferiranno sempre il maschio alla donna, quindi mi tocca faticare di più e dimostrare di essere migliore ogni giorno. A pari inquadramento a noi donne spetta un compenso inferiore e anche nell'assunzione siamo svantaggiate perché saremo mamme e quindi più problematiche per un datore di lavoro. Allora è su questo che preferirei puntare e poi viene tutto il resto.


Bastasse prendersi le mutande da soli dal cassetto e dire professora per risolvere la demenza di chi osa far male alle donne. La divisione dei compiti c'era anche nella mia terra, matriarcale, ma la parità era e per fortuna ancora in gran parte è effettiva, reale. Educate i maschi a tenere le mani a posto e le femmine a difendersi, fate leggi severe e usate ogni mezzo per tutelare chi è a rischio e tutte, nel frattempo pensiamo a cambiare termini e abitudini se ha senso o è utile o il modo di dire il tutto, se serve, ma credo che servirebbe meno se si facesse il resto, cosa che non si fa. Giornate internazionali e proposte sciocche, numeri trattati come ordinaria amministrazione quando c'è una emergenza da affrontare ormai, perché la gente è fuori di melone e va rimessa al suo posto...però occupiamoci di finti problemi che le donne possono aspettare...di chiunque tranne di loro...


Alessandra Saletti sì hai perfettamente ragione e questo sarebbe fantastico in un mondo di persone aperte mentalmente e pronte. Quello che mi fa venire un dubbio è l'impatto mentale che avrebbe questa cosa. Il termine madre, come avvocato, medico, architetto manterrebbe il prestigio associato..per fare acquisire lo stesso prestigio al termine femminile dovremmo ulteriormente lottare. Io sono medico come il mio collega, uguale. Abbiamo la stessa professionalità e competenze. Io temo che nella mente umana si creerebbe ulteriormente una divisione e andrebbe a finire solo che la nostra professionalità verrebbe ancora una volta screditata e considerata inferiore a quella maschile. Il mio collega sarebbe medico e io medica. Non so se il mio ragionamento è chiaro, ma è una percezione che ho. Tizio sarebbe architetto e tizia architetta. Non so, secondo me si creerebbe solo una divisione da cui comunque ne usciremmo inferiori, sconfitte. Il problema principale è mentalizzare ed educare le persone al valore e alle capacità femminili nel mondo del lavoro.


Francesco Cocco Apri bene gli occhi e leggi: io non sono Putiniano per niente, anzi...non ti dico cosa gli farei. Ho fatto 3 dosi di vaccino per il covid 19. Puzzer, manco so cosa sia. Montesano lo conosco come attore comico che per decenni mi ha pure fatto tanto ridere (ora non ho capito se ti riferivi a lui). Salvini è leghista e pure un po' somarello, per cui sarebbe impossibile che io gli stia dietro. Red Ronnie me lo ricordavo come personaggio del mondo musicale, poi lo vidi in TV con certe teorie che definirle strampalate è davvero un eufemismo. Ora dimmi, come mai criticherei anch'io Carofiglio?
Ti do un aiutino: mi sta sul cxxxo, come tutti i sinistri che si definiscono progressisti, perché il termine progresso vuol dire una cosa ben precisa, e io nei sinistri vedo solo la disfatta di una civiltà che per costruirla ci son voluti secoli.


Lucia Gronchi ma no, assolutamente.Ritengo "amorale" che un "ex" addetto ai lavori,per la prima volta, abbandoni i pantaloni di fustagno dello scrittore, per reindossare la toga da Pubblico Ministero (non Giudice) per supportare quella legge indegna,cavalcando un consenso generalizzato ma privo di conoscenza della materia. Quella legge è il trionfo della parabola giustizialista,ignorante ed arruffona ed è stata sostenuta da rispettabilissimi cittadini non informati e da (non disinteressati) pubblici ministeri.In questo contesto una persona informata sui fatti e fuori dai ruoli della magistratura, non avrebbe dovuto schierarsi se in buona fede (staccato). Altri ex magistrati di uguale cultura e indiscussa capacità letteraria (tipo Giancarlo De Cataldo) non sono scesi con demagogia nell'agone politico. E questo è...


Dainella Bailo la prescrizione sancisce un onere/dovere a carico dello Stato. Un limite temporale per l'esercizio dello "ius puniendi" che, contemporaneamente coniugato dalla parte del cittadino, sancisce il "diritto alla ragionevole durata del processo". Lasci perdere le favole, la questione è tutta lì. Non sarà certo la narrazione di pochi processi a carico di politici e boiardi di stato a modificare l'inefficienza del "settore giustizia" per milioni di "povericristi" imputati o parti lese che siano. Ma Lei lo sa che l'innovativo processo penale telematico,che dovrebbe micronizzare i tempi morti gestionali, è sabotato dall'interno dal "fuoco amico" di quella stessa burocrazia che paralizza la vita pubblica? La questione è ampia e complessa e non può essere sintetizzata con la banalità degli slogan. Quanto infine alla Sua delusione, preciso di essere interessato esclusivamente a non deludere nella professione le persone che assisto.Fra tanti difetti, non sono rancoroso e quindi Le auguro di non avere mai la necessità di avere bisogno di un penalista. Fra l'altro, vedo che fra i suoi amici ve n'è uno eccellente. Cambierebbe certo opinione,ma questo non mi darebbe soddisfazione perché la disgrazia di un processo,anche banale o da parte lesa, io non la auguro mai a nessuno.


Alessandra Saletti tra l'altro, giusto per precisare, stai parlando con una donna che fa ogni giorno "un lavoro da uomini" nell' immaginario collettivo. Posso ben dire che nel concreto lotto ogni giorno per abbattere gli stereotipi di genere e sapessi quanta strada c'è ancora da fare se alcuni lavori vengono ancora considerati maschili!!! Non ci terrei ad essere definita medica o medichessa veterinaria...io sono un medico veterinario... piuttosto preferirei che gli allevatori non fossero straniti dal fatto che sono donna! Possiamo coniare tutti i termini che vogliamo, questo non cambia la sostanza, ovvero che non siamo ancora equiparate in alcuni ruoli agli uomini. Di certo coniare dei termini appositi, per come la penso io, non fa altro che aumentare questo divario.


10ºValeria Martina le faccio una domanda semplice a cui deve rispondere con sincerità solo a se stessa: se uso la parola "medico", lei cosa si immagina subito un'uomo che cura le persone o una donna che cura le persone? Io purtroppo un'uomo e mai una donna. È esattamente su questo che cercano di lavorare linguisti, sociologi e altri: avere subito l'immagine di una donna professionista e non dire: medico donna!
Io ho come lingua materna l'albanese in cui esistono da sempre sia la medica che l'architetta come professioni. Trovo veramente strana questa resistenza delle donne italiane a rimanere nelle professioni dove il titolo come prima visione propone l'uomo. Ho proprio difficoltà a comprendere questa resistenza




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