Martina Cuomo, mamma e laureata nello stesso giorno. "Ho discusso la tesi durante il travaglio"

Per la ragazza 30enne e il suo compagno Antonio la data indimenticabile è il 18 novembre, il giorno del parto e della discussione della tesi

           

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A differenza di quanto ha sostenuto qualcuno qui sotto, non direi che si possa parlare di modello iperproduttivo visto che la ragazza si è laureata a 30.. cioè con 7 anni di ritardo.
Sicuramente però è un articolo più degno dei ridicoli "laureato a 23 anni con il massimo dei voti" visto che quella è una cosa comunissima....questa invece immagino di no, dati i celebri dolori da parto.
Però, quanto all'evento in questione, a meno che la scelta non sia dovuta proprio al volersi distrarre durante il parte non mi sembra una scelta molto sensata, si finisce per non godersi a pieno nessuna delle due cose!


Alessandra Tardini anch'io all'inizio dei dolori dalla mattina alla sera ho pulito casa, portato fuori il cane, cucinato la cena...dentro di me pensavo...più mi muovo e sto in piedi...più facilito la discesa della mia bimba nel canale del parto..poi dopo le 20.30 quando sono iniziate le contrazioni ogni 5 min ed erano più intense non sono nemmeno riuscita a cenare ed alla fine ho partorito alle 20.39 del giorno dopo. Dentro di me durante il travaglio intenso continuavo a pensare "ma perché c**** non ho riposato e dormito invece di pulire e cucinare?" ..). Ipotizzo che abbia discusso nelle prima fase quando le contrazioni sono rade e poco intense, le contrazioni preparatorie ( che si sentono, sono forti, ma assolutamente sopportabili) come me che pulivo, ma quando davvero partono non riesci nemmeno a respirare! Un dolore atroce, io imploravo il cesareo da una certa in poi...altro che discutere una tesi!


Selene Bertelli secondo me sbagliate in tanti la valutazione su quanto sia soggettivo un travaglio e quanto sia personale sia la durata che l'intensità. Infine un travaglio, a meno di problemi, non immobilizza e non rende temporaneamente inabili.
Per fare un esempio: quando ho avuto la seconda figlia, prima di andare in ospedale, ho fatto il bagnetto alla prima, ho cucinato, pulito casa e finito una relazione che dovevo consegnare 2 gg dopo....quando è rientrato mio marito abbiamo preso un tè in terrazza e poi siamo andati in ospedale. Di certo mi era possibile discutere una tesi, cosa meno faticosa!
Il travaglio non è una malattia, non è dolore continuo, non è ivalidante...per piacere!
Inoltre la ragazza si è laureata, ed era la magistrale, in scienze infermieristiche ed ostetriche...saprà più lei di chi fa tante cerimonie su un travaglio come fosse la fine del mondo?


Una volta, uno studente malato di sclerosa multipla telefonò alla Segreteria della mia Facoltà e chiese se, date le sue condizioni, poteva sostenere l'esame a casa. Il Preside acconsentì, e in tre andammo, come Commissione, al suo domicilio, che era in una città distante 54 km. Del resto, si andava anche nelle carceri, a fare lo stesso con alcuni condannati i quali non era consentito il movimento. Bene. Però, a ogni domanda, l'esaminando - un ex-maggiore dei Carabinieri di scorta del presidente Pertini - rispondeva con una smorfia di dolore: e non si poté che promuoverlo. Ma, da allora, rifiutai quegli incarichi.


Pas Già Ter intanto complimenti per il tuo approccio energico sull’argomento e la tua fortuna generica che ti ha risparmiato ore di dolori lancinanti distesa sul lettino di un ospedale, ti sfugge però che io non sto affatto criticando la ragazza per la sua scelta di laurearsi a ridosso del parto e non sto neanche dicendo che tutte dovrebbero chiudersi in casa all’ultimo trimestre di gravidanza.
Sto criticando un sistema universitario che mette le madri e le future madri in difficoltà e la stampa per rendere una notizia eccezionale e sicuramente degna di lode come uno standard a cui dover aspirare.
Io il parto me lo sono vissuto in privato come una intima e potentissima esperienza tra me e la mia bambina, avrei potuto discutere una tesi durante il travaglio? No perché la mia università dista 4 ore di treno e se fossi andata a distenere un esame o dare la tesi avrei partorito per strada.
La maternità non è invalidante (ho lavorato fino al giorno prima di partorire e le faccende in casa le ho sempre fatte ma non è che è una gara eh? Sarebbe andata bene anche se mi fossi goduta più il momento e lasciato da parte le altre cose) e non lo è nemmeno il parto se a termine e fisiologico ma smettiamola di dire che non sia faticoso o una passeggiata, l’eccezione non è la regola.
È così importante nella società moderna essere perfette e super produttive che non ci si può neanche fermare per godere una cosa meravigliosa e intima come il parto e la maternità senza trasformarlo in una gara?!