La bugia che ti dice un figlio (di A. Boralevi)

“Io non so, nessuno lo sa, cosa ha pensato Riccardo Faggin. Ma proverei a dire alla sua mamma e al suo papà che non è loro la colpa” (da HuffPost Italia)

           

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Secondo me non è col dei genitori, se i figli scelgono strade, a cui poi nessuno può rimediare. Mia mamma sempre mi dice, uno dei rimpianti che ho nella vita, è che non ti sei laureata. E forse ha ragione, perché in fondo non mi mancava tanto, eppure mi fermai ad un esame e la tesi iniziata e poi cambiata. Però io non me ne sono mai pentita. Chi va all università, si suppone che faccia qualcosa, che è la sua passione. Per qualche ragione, l emozione degli anni, a poco a poco si è spento, sino a farmi dire basta. È giusto che un genitore sproni i propri figli a fare di più, com'è giusto che un figlio segua le sue passioni, con i suoi ritmi


Sabina Petrali non credo che le difficoltà nello studio siano centrali, probabilmente questo ragazzo ha scelto un percorso che non era il suo e non ha trovato il modo di esprimerlo ai genitori, poteva essere l' università, un lavoro, un matrimonio: si tratta di un percorso che non era il suo, che non è riuscito a portare avanti. Non si può delegare alla scuola ciò che deve essere offerto a un figlio, sostegno comprensione e aiuto. Se famiglia e scuola vanno nella stessa direzione ovviamente è meglio per i figli. La società è dura, in alcune culture ( quella anglosassone in primis) molto più competitiva e crudele di quella italiana, ma se dietro a un figlio c' è l' appoggio e il sostegno della famiglia, sarà capace di trovare la sua strada personale. Sono teorie sociologiche basilari, nulla di nuovo.


Dall'esperienza attualmente posso solo confermare che nell'ambiente in cui mi ritrovo non esistono aiuti, se non per soli interessi.
Mai appunti passati da nessuno, se non dopo averti visto fuoricorso, mai nessuna esercizio da parte di colleghi : dato che hanno tutti buttato i quaderni degli esercizi

Beh, non è così semplice lavorare e stare al passo con pazzi schizofrenici o vanitosi/ mammoni e incuranti del prossimo, che molto spesso si trovano alle lezioni.
Il tutto inizia dal piccolo.
Nessuno che rivolge una parola o un saluto!
Sono queste le cose che accadono ogni giorno.
Ahimè, nessuno che si avvicina nemmeno per dirti come stai e tantomeno Saluta !
Attualmente è in circolo una competitività assurda, non basata su un vero senso del rispetto, ma sulla legge del più forte, dell'egoismo e della presunzione, di cui l'università se fa' portatrice a gran voce.

Non penso ci sia da meravigliarsi davanti a questi fatti, davanti ai quali bisogna realmente stare all'avanguardia e avere la forza di reagire!


Ognuno porta con sé i propri mostri e a volte è la paura a generarli, questi stessi mostri del cuore si alimentano con l'inazione.
Non sono le sconfitte a ingrandirli, ma le rinunce.
È semplice giudicare i comportamenti altrui dalla propria prospettiva, quello che dimentichiamo è provare a entrare nello stato d’animo della persona.
Se devi uccidere un mostro, devi farlo subito finché è piccolo, mai procrastinare.
Più rimandiamo e aspettiamo ad affrontare le situazioni che ci spaventano, più permettiamo alla paura di crescere nella nostra mente, fino a diventare un mostro gigantesco, che man mano prende il controllo su di noi, come probabilmente è successo a te, portandoti a gesti che non dovrebbero avvenire.
In futuro se dovessi raggiungere un qualsiasi obiettivo o traguardo lavorativo/titolo di studio lo dedicherò a te.
Spero tu possa concederti sollievo e donarti la serenità che meriti, ciao Riccardo!


Ovviamente no, ma, ho ascoltato molte testimonianze simili di altri ragazzi, e hanno tutte un unico comune denominatore: il fatto di voler far a tutti i costi "prendere" il pezzo di carta. Anche se l'azione di imporre la laureare è fatta a fin di bene per garantire la miglior vita possibile al proprio figlio ( pienamente comprensibile), è magari questo che vuole lui? Il mio primo commento è pesante, ma anche un invito a pensare che la pressione del dover prendere il "pezzo di carta" con una quasi ossessione del risultato, a volte, fa male, molto male a chi la riceve.


Poveri genitori! Come può essere colpa loro?
Questo ragazzo aveva un abisso dentro di sé e lo sprone dei genitori non c entra assolutamente nulla. Io credo che se un giovane arrivi a mentire fino al punto di crollare definitivamente sotto il peso delle proprie bugie ci sia qualcosa di ben più grave che non le "sgridate" di un genitore, un malessere ben più profondo. Il timore più o meno fondato di non rispondere alle aspettative, in una società che esige sempre perfezione (lo sbandieramento dei successi scolastici straordinari di certuni è un esempio) e tu non riesci, è una specie di condanna che ti porti appresso e pesa portare. Non giudicate questi poveri genitori. Essere tali non significa essere perfetti e avere il "manuale di istruzioni" per ogni situazione.
Dietro questa storia vedo solo tanta solitudine e tanta paura. Credo che i genitori si siano comportati come chiunque avrebbe fatto, vedendo il figlio non giungere al termine di un percorso universitario dopo quasi il doppio degli anni necessari. Non ci sono colpe, ma solo un grandissimo malessere invisibile e crudele. Che questo papà è questa mamma possano avere pace.


Io ripeto sempre a mio figlio che per me la cosa più importante è che lui trovi il posto che preferisce all’interno di questa società. Gli ripeto sempre che l’università che sta frequentando va bene a me finché va bene a lui, che tutti possiamo fallire come è capitato a me tante volte, che io ci sono per tutti i suoi successi ma soprattutto per i suoi fallimenti. Che l’uomo che lui diventerà sarà il frutto di entrambi. Lui mi dice “si mamma lo so, ho capito” e io prego tutti i giorni che sia vero. Noi genitori possiamo esserci per loro sempre… ma non siamo con loro sempre.


Buongiorno....stavo rileggendo quanto è accaduto .....è in qualche modo mi sono rivisto in questo ragazzo e so cosa si prova quando qualcuno ha aspettative molto alte su di tè .!!! Sò o almeno immagino quali discorsi ( forse gli unici che si hanno). Se tutta la mia famiglia arriva da generazioni di imprenditori non è detto che io non possa seguire un altra strada nessuno dovrebbe vietarlo e imporlo soprattutto .perché poi può capitare di tutto .Questo è un esempio lampante . io da piccolissimo ho iniziato a giocare a calcio e rispetto ad altri avevo piu talento (non lo dico io sia chiaro lo dicono e persone esterne alla mia famiglia ) . A nove anni ero al Milan ...Ho vinto per sei edizioni consecutive come miglior giocatote in tornei internazionali ecc ecc... MIO PADRE MI PARLAVA SOLO DI CALCIO ,MI SGRIDAVA QUANDO SBAGLIAVO ...MA NON MI CHIEDEVA MAI COME STAVO . SE ERO CONTENTO SE ERA QUELLO CHE VOLEVO . PER LUI ESISTEVA SOLO QUELLO IL CALCIO ....POI COME IN TUTTE LE COSE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO POSSONO CAMBIARE .....NON AVEVO PAUSA NEMMENO AL MARE .... 3 SETTIMANE DI MARE ERANO PER ME UN INCUBO . MI DOVEVO SVEGLIARE ALLE 7 DEL MATTINO PER FORZA PERCHE DOVEVO FARE NUOTO PERCHE LUI VOLEVA COSI PUNTO ....IO NON VOLEVO ALZARMI ALLE 7 PERCHÈ ERO UN BAMBINO MA NON C 'ERA NULLA DA FARE ERO OBBLIGATO ,POI POTEVO STARE UN PO TRANQUILLO FINO ALLE 16/17 PERCHE POI AVEVO GLI ALLENAMENTI DA FARE PERCHÈ APPENA TORNAVO.A MILANO PARTIVO PER LA PREPARAZIONE PRE CAMPIONATO E LUI VOLEVA CHE IO FOSSI GIÁ PREPARATO .FINIVO STREMATO CORSE SULLA SABBIA ,OER POTENZIARE LE GAMBE ,RIPETUTE SULLA SABBIA ,SCATTI ,ADDOMINALI ,TUTTO TUTTO QUELLO CHE CONCERNE LA PARTE ATLETICA ....IO ERO STANCO VEDEVO I MIEI AMICI GIOCARE E IO ERO LI A CORRERE CON LE CAVIGLIERE CON DENTRO I PESI ...SAI QUANTO LITIGAVO PER TUTTO QUESTO NON AVETE IDEA E SE OSAVO TROPPO LE PRENDEVO E NON POCHE E NEANCHE PIANO . POI SUCCESSE CHE A 21 ANNI MI FECI MALE ...MALE SERIAMENTE .IN UN CONTRASTO CADO MALE E IL MIO PIEDE SI GIRA COMPLETAMENTE ....IL DOLORE CHE PROVAI ERA ASSURDO DA TERRA VEDEVO LA GENTE SULLE TRIBUNE CON LE MANI NEI CAPELLI ...QUANDO MI GIRAI A GUARDARE LA GAMBA MI SONO SENTITO MALE ... HO FATTO PIU DI UN ANNO E MEZZO FERMO TRA GESSO RIABILITAZIONE ECC ECC MA NULLA OGNI VOLTA LA MIIA CAVIGLIA SI GONFIAVA AVEVO LE VENE ORMAI ROTTE IL SANGUE NON CIRCOLAVA PIU IN QUELLA ZONA ..HO CAPITO CHE ERA LA FINE ...E COSI TUTTI I MIEI SACRIFICI IN UN ATTIMO.SI SONO SPENTI ....IO AMAVO QUEL GIOCO LO AMO ANCHE OGGI ....MA NON AMAVO COME LO.INPONEVA MIO PADRE ,I MODI E SOPRATUTTO LE ASPETTATIVE SEMPRE PIU ALTE ..... AD OGGI 2 DICEMBRE 22 SONO ESATTAMENTE 21 ANNI CHE NON RICEVO UN ABBRACCIO DA MIO PADRE ...NON HO AVUTO MAI PIU UN DIALOGO DOPO QUELL'INFORTUNIO ,BASTA QUASI MON ESISTEVO.PIU .. SAI QUANTO MALE FÁ?? LO SAPETE QNT SI STA MALE VEDERE CHE QUANDO PASSI TUO PADRE SI GIRA E FA FINTA DI NON VEDERTI ??? TUTTO QUESTO PERCHE ??? PERCHE HO TRADITO LE SUE ASPETTATIVE , ERO UNO NORMALE ORA E NELLA NORMALITÁ NON GLI PIACEVO ...!!! Fate fare sport a vostro figlio lo sport fa bene a tutto ma senza pretese sará lui che se le cercherà se lo vorrà ma lo condizionate troppo non cercate sempre il 100% perché non si può mai essere al 100% ogni giorno ogni minuto ogni secondo . Buona vita a tutti e un abbraccio ai genitori del ragazzo . HAI AVUTO LE PALLE PER FAR UN GESTO SIMILE ,PECCATO ️




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