“Basta, sono indegna”. “In classe non respiro”. Quei 70mila studenti tentati dall’addio alla scuola

Record di bocciati non per scarso profitto ma per troppe assenze. Mentre chi va a lezione spesso è preda di ansia, stanchezza, improvvisa aggressività. E i prof avvertono: “Sono ragazzi sulla soglia, basta un passo sbagliato e rischiamo di perderli”

           

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La scuola deve insegnare a saper studiare e comprendere, poi davanti si ha tutta la vita per passare alla messa in pratica di ciò che si è studiato, senza rendersene conto ( Ricordo il mio Professore di filosofia del liceo:” tra 30 anni non vi ricorderete quasi più chi sia Socrate o l’Arte della Maieutica, ma ciò che deve rimanervi è il pensiero critico”). È proprio grazie al sapere teorico che si può crescere e diventare persone adulte, attraverso la rielaborazione di concetti studiati. Parla una persona che studia nel lavoro e ha studiato tanto durante il percorso scolastico, costellato spesso di ansie e paura di non farcela a raggiungere determinati obiettivi. Se non ci fosse stato tutto questo, non sarei la persona che sono oggi, nel bene e nel male. Diventare adulti è ( anche) questo


Cinzia Sanasi nessuno si rifugia nella droga, la droga è una scelta come molte altre. Chi decide di drogarsi lo fa consapevolmente. Sono persone che vanno aiutate e supportate ma non succede per caso. Anche io avrei potuto scegliere la droga, ai miei tempi ce ne era molta, forse più di adesso e piupericolosa. Ho scelto altro.
Una persona in ogni momento può fare scelte, positive o negative dipende da se stessi.
Certo invece che andare in biblioteca sarei potuta andare in santo spirito (famosa piazza di spaccio) o in una chiesa o diventare una ladra o a fare sport o attività politica per dire le prime cose che mi vengono in mente; come vedi su 6 opzioni 4 sono positive; decidere non è solo fortuna o sfortuna. Alcuni amici hanno preso quella strada, me lo ricordo bene; in ogni caso molti di loro ce l'hanno fatta altri no.


Cinzia Casagrande non credo si potrà mai parlare di innovazione del sistema fin quando si continuerà a tagliare e a pensarla come un'attività imprenditoriale che deve guadagnare studenti. Un vero cambiamento non può essere portato dal singolo insegnante o dirigente, per quanto bravi essi siano. Non può dipendere dalla fortuna di incontrare o meno bravi insegnanti, siamo d'accordo. Ma qui parliamo di un disagio più profondo, sono ragazzi che crescono disillusi e che oscillano costantemente tra ansia e depressione. La scuola può fare ben poco per questo...idem per la famiglia. La politica. La politica potrebbe fare moltissimo per loro ma sceglie di non farlo.


Questa è una generazione che nessuno capisce davvero fino in fondo perché la loro struttura mentale appartiene totalmente ad un altro mondo e ad un'altra cultura dalla nostra. Abbiamo figli partoriti da noi ma è come se loro fossero cresciuti dall'altra parte del mondo. Chi di noi può dirsi certo di cosa sarebbe oggi il nostro cervello se anche noi fossimo cresciuti col mondo in mano e senza nessuna piazzetta o cortile in cui giocare e bisticciare con gli amici? Come si fa a capire davvero una generazione senza futuro? Voi ve lo immaginate cosa può provocare in un adolescente la sensazione che tutto stia per finire? Facciamo così presto a sputare sentenze che temo che i nostri ragazzi dovranno aiutarsi da soli...


Barbara Balzano avrà (forse) studiato il Greco antico, cara, ma le converrebbe ripassare l'Italiano contemporaneo: snobismo, non snobbismo, con due b (quelle ho rreur!, scritto staccato, perché l'algoritmo di Fb talora s'inceppa). Forse le vecchie posizioni sono quelle di chi dà aria alle corde vocali, o alle dita sulla tastiera, senza sapere alcunché di ciò di cui sta parlando. Tra l'altro l'idea che ciò che è "vecchio2 sia peggio di ciò che è nuovo è talmente divertente che credo continuerò a ridere fino a tarda sera (pensi a com'era nuovo e non certo "meglio" il regime che andò al potere in Germania nel 1933!)


È un problema sociale crescente, dovuto per lo più all'ambito familiare.
Conosco un sacco di genitori che fin da piccoli mandano i figli a danza, a calcio, a inglese, ecc. perché 'gli fa bene ed è per il loro futuro'. Vivono l'infanzia con l'ansia da prestazione anziché la spensieratezza e la socialità libera.
Poi ora si rifugiano, isolandosi, nei 'social' di telefonini che creano una dipendenza incredibile già negli adulti, figuriamoci nei bambini.
E alla prima difficoltà crollano, perché i genitori non gli hanno trasmesso solide basi ma gli hanno solo proiettato i loro desideri di un concetto illusorio di 'vita felice'.


Io credo che la responsabilità sia della politica che negli anni ha fatto enormi tagli economici alla scuola. Poi non si capisce come sia possibile che nella scuola ci siano persone che avrebbero dovuto fare tutt'altro mestiere (io non ce la faccio a chiamarli insegnanti, a partire da quelli che stanno all'asilo per arrivare alle superiori. Non meritano di essere definiti insegnanti visti i danni che combinano ai bambini e agli adolescenti).
Ci sono invece insegnanti e presidi che sono angeli e che grazie a loro che la scuola è ancora di qualità. Tra l'altro gli insegnanti sono pure sottopagati e subiscono pure l'umiliazione di avere troppi giorni di vacanza. Nb purtroppo non ho potuto leggere tutto l'articolo perché a pagamento e io non sono abbonata


Devastazione della società. Le finte sinistre, che in realtà sono la crema del Neoliberismo e del turbocapitalismo, stanno devastando le strutture sociali. Sfruttano le calamità naturali come il Covid per fare leva sulla devastazione, anzichè tentare di guarirne i danni. Quei 70mila studenti devono sapere che la scuola di oggi è quasi inesistente rispetto al passato. Un passatempo, un videogioco. Se si continua a disprezzare il dovere ed il sacrificio, li attende un futuro di servi delle classi di Potere che mandano i loro figli in scuole elitarie private. Ma tranquilli: un redditino universale ci sarà anche per voi. Pochi spiccioli per i bisogni primari e per vite fotocopia a produrvi quattro cianfrusaglie e a vivere a noleggio in un loculo.


Francesca Marrazza non è un esempio da seguire neppure il tuo, sebbene io sia tua coetanea ed abbia compreso il tuo racconto. Ai nostri tempi c'erano tante patologie non riconosciute, magari attacchi di ansia o addirittura di panico snobbati e derubricati. "Da soli" non è un buon messaggio. Piuttosto così come si dice da tempo che oltre al medico si famiglia ci vorrebbe uno psicologo di famiglia penso che anche le scuole dovrebbero avere degli strutturati in tal senso. Io ho un approccio più concreto ed anch'io me la sono cavata sia con madre evitante narcisista, padre molto severo, una caterva di docenti del liceo classico che il '68 non l'avevano visto manco di striscio e poi ad Ingegneria non ti dico... Però i tempi sono cambiati. "Solo, da soli" non è un valore. Saper chiedere aiuto, sostegno, supporto è il messaggio, secondo me. Saper ascoltare, un dovere genitoriale e dei docenti. Senza, intendiamoci, indulgere in continue smancerie o accomodamenti ad eventuali furbate adolescenziali. Un giusto mix, una formazione al dopo che verrà.


10ºMaria Alessandra no, per carità. Li vogliamo colti, ma depressi ed inconsapevoli di se stessi e del loro futuro. Tutti proiettati verso un'università parcheggio, dove permarranno per anni, senza un perché, senza sapere il proprio ruolo nella società. La cultura deve fornire gli strumenti per affinare la coscienza critica delle persone. Essa non è fine a se stessa. Ciò è dimostrato dal fatto che pochi conserveranno memoria di ciò che hanno appreso senza un coinvolgimento affettivo per ciò che si studia. Lo studio è stimolo fecondo, non materiale da accatastare, di cui il cervello alla prima si libererà. La scuola laboratoriale stimolerebbe le curiosità, le predisposizioni, la voglia di approfondire e di conoscenza. Tutto ciò che, purtroppo, la scuola adesso non dà. Di qui l'aumento dell'abbandono scolastico, una piaga di cui occorre prendere coscienza e che va affrontata con diverse strategie.




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