Dipendente Vodafone di Ivrea ottiene risarcimento per i permessi allattamento non riconosciuti

La società dovrà restituire alla lavoratrice 106 ore trattenute in maniera indebita durante il periodo in cui la donna era in permesso maternità

           

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Giovanni allora la questione è la seguente. In Italia abbiamo un ottimo sistema di welfare per le gravidanze. Glielo dico io che ho avuto decine di nascite tra le mie dipendenti. Attualmente il sistema così come normale in Italia funziona perfettamente e protegge in modo efficace le neomamme. L'imprenditore peraltro si accolla dal punto di vista finanziario l'onere di anticipare gli stipendi. Cosa che personalmente faccio volentieri perché ogni nascita è per me fonte di gioia (ancorchè causa di problemi organizzativi che si possono facilmente immaginare). La stragrande maggioranza delle aziende non si pongono neanche il problema. Se capita che una singola azienda abbia un problema (peraltro marginale e interpretativo con conseguente conteggio errato di ore di allattamento) non è il caso di sbandierare tendenziosamente il fatto alimentando la mitologia sulla scarsa tutela per le donne gravide nelle aziende italiane. In questo senso il giornalista non fa un buon servizio alla pubblica opinione. Ma fa solo il suo sporco lavoro (che a La Repubblica è missione primaria) di aizzare le folle e creare conflitto sociale su falsi miti.




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