Aurora Ramazzotti: "Diventare madre è un lavoro che prendo molto seriamente"

"Durante la gravidanza ho scoperto di essermi sempre sottovalutata, ho ritrovato in me una grande forza che non pensavo di avere. Creare una vita è la cosa più ‘normale’ del mondo, veniamo tutti da lì, ma allo stesso tempo è un percorso magico e unico che nessuno ti può preparare ad affrontare"

           

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L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus Shaw, 1799), detto anche platipo[2], è un piccolo mammifero semi-acquatico endemico della parte orientale dell'Australia. È una delle cinque specie ancora esistenti che compongono l'ordine dei monotremi, gli unici mammiferi che depongono uova invece di dare alla luce dei piccoli (le altre quattro sono note complessivamente come echidna). È l'unico rappresentante della sua famiglia (Ornithorhynchidae) e del suo genere (Ornithorhynchus), sebbene siano stati trovati alcuni parenti fossili, alcuni dei quali anche nel genere Ornithorhynchus. Il nome scientifico del genere (come quello comune italiano) è composto da due parole greche: ὄρνις òrnis, che significa "uccello", e ῥύγχος rhýnchos, che significa "muso". Il secondo termine del nome scientifico della specie è invece derivato dal termine latino per anatra: anas.


Rosaria Buttazzo hai ragione che e stupenda perche pensa solo al suo bambino non come quelle disgraziate di mamme che vanno anche a lavorare o quelle che x bisogno perche non hanno da mangiare ,con forza d'animo e strazio di cuore,lasciano i figli x essere adottati.Brava mamma Aurora sei proprio una brava mamma ,VERGOGNATI!Per rispetto a queste donne molto generose ,con dolore,non dovresti continuare a far vedere quale mamma brava sei,con tutti gli aiuti che avrai e facile fare la "mamma" e con queste ostentazioni basta procurare dolore e sofferenza a mamme che hanno dovuto senza volerlo fare delle rinuncie.Con questo non sta me giudicarti con quanta leggerezza ,tra te e tua madre,state facendo questi annunci ma ci sara qualcuno piu Alto di noi che vi giudichera,Auguri!
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La betoniera è una macchina per l'edilizia avente la funzione di impastare e miscelare tra di loro i componenti della malta o del calcestruzzo. Prende il nome dalla parola francese béton (calcestruzzo).
Può essere di tipo fisso per i grandi lavori di cantiere, mobile per i piccoli lavori, o montata su autocarro per il trasporto della miscela nel luogo di utilizzo. Una tipica betoniera utilizza un tamburo rotante per miscelare i componenti. Per i lavori di volume ridotto, spesso si utilizzano betoniere portatili, in modo che il calcestruzzo possa essere preparato in cantiere, dando agli operai tutto il tempo necessario per utilizzarlo prima che si indurisca


Da mamma si nasce ma è si deveta figlia
Ma si deve diventare mamma per capire quando siamo forti noi donne a quando amore abbiamo nel cuore quel esseri che abbiamo nel braccia x che quando cela dentro di te lo ami lo proteggi ggia dal tuo grebo ma quando cela nel braccia e idescivibile mi sembra che ti esplode il cuore io sono mamma di 5 splidida figli a sua volta mi hanno regalato tutte e5. 8 bellissimi nipoti quello poi è un altro amore scovolgede scusa x la mio proloco ma è quello che setto e tu aurora ai unaspledida mamma e penso che ai avuto un bellissimo esempio d'amore sia da lei che dal tuo bravo papà ️


I picchi sono simpaticissimi uccelli diffusi in natura e non allevabili in cattività.

Salvaguardano i boschi italiani ed europei eliminando le larve e gli insetti che ne parassitano i tronchi. Essi sono uccelli altamente specializzati alla vita arboricola. Al loro robustissimo becco corrispondono delle complesse strutture del cranio atte ad ammortizzare i forti e ravvicinati contraccolpi.
La lingua del picchio è vistosa, cilindrica e munita sulla sua superficie di setole ad uncino. Essa può uscire oltre il becco di almeno 10 cm e serve a sfilare le larve e gli insetti dalle gallerie scavate nei tronchi.

Per quanto riguarda le loro zampe: il 1° ed il 4° dito poggiano all’ indietro, il 2° ed il 3° dito fanno presa in avanti e la
robusta coda, a cuneo semplice o doppio, si comporta come un puntello. Il Picchio in tal modo è in grado di arrampicarsi e di rimanere fermo a lungo sui tronchi in posizione longitudinale.

Diversamente da tutti gli altri uccelli, hanno un sistema di segnalazione paragonabile ad un rullio di tamburo o ad una scarica di colpi ripetuti e successivi di martelletto. Con questo linguaggio possono richiamare i loro compagni, dichiarano la loro territorialità, segnalano ad altri la presenza utile di alberi cavi, e richiamano persino il cambio del turno di cova.

Ogni specie di picchio inoltre tambureggia con un ritmo proprio ed immutabile. Così, il picchio nero ha un rullio di 38- 43 colpi vibrati tra i 2 ed i 2,70 secondi di tempo, e tale martellamento viene trasmesso fino a tre volte nell’arco di un minuto. Questa specie è diffusa nel nostro Paese sulla Sila e sulle Alpi.


Il primo strumento capace di registrare meccanicamente il suono fu il fonautografo,[3] inventato da Édouard-Léon Scott de Martinville nel 1857. Esso registrava su un foglio di carta rivestito di nerofumo e avvolto intorno ad un cilindro che veniva ruotato a mano; non era, tuttavia, in grado di riprodurre in un secondo momento il suono registrato.

Nel 1876, Edison, con il suo fonografo, apportò varie modifiche al fonautografo di Scott.[3] In particolare:

la registrazione non era più scritta, bensì incisa su un foglio di stagnola (in seguito sostituita da altri materiali) posizionato sul cilindro;
la puntina non era più azionata mediante un sistema di leve, ma era direttamente collegata alla membrana che percepiva le vibrazioni del suono;
le variazioni del suono non erano più trascritte in senso parallelo all'asse del cilindro, bensì erano secondo una direzione normale a quest'ultimo.
Azionando il fonografo in modo inverso, era possibile sfruttare le incisioni presenti sul cilindro per far vibrare la membrana in modo analogo a quanto avvenuto in fase di registrazione.

Emile Berliner con un grammofono
Nel 1887, Emile Berliner brevettò negli Stati Uniti una variante del fonografo chiamata "grammofono" (in inglese gramophone).[4] A differenza del fonografo di Edison, il grammofono leggeva le incisioni presenti su un disco (detto disco fonografico) e non sulla superficie laterale di un cilindro. L'idea di incidere il suono su una superficie piana fu proposta per la prima volta undici anni prima, ma senza riscuotere successo, da Charles.


Il gioco dell’oca, già utilizzato nel 1600, è un gioco semplice adatto ai bambini più piccoli
Il gioco dell’oca è uno dei giochi da tavolo più conosciuti e diffusi. È un comune gioco di percorso in cui i giocatori, lanciando due dadi e spostandosi di un numero di caselle uguale a quello ottenuto coi dadi, devono raggiungere l’ultima casella del percorso.È chiaramente un gioco di fortuna: lo svolgimento è dettato dal lancio casuale dei dadi e nessuna strategia può risultare efficace; si tratta quindi di un gioco particolarmente adatto a bambini di età tra i 5 e i 7 anni, ma che va bene per ogni età.
Gioco dell’oca: regole
Giocatori: Da 2 a 6 giocatori consigliati.
Tipologia: competitivo, gioco di fortuna, gioco di percorso
Tabellone: Il tabellone da gioco è formato da 90 caselle che si susseguono a spirale. Ogni giocatore si sposta con una pedina diversa e sono compresi due dadi.
i giocatori, a turno (cominciando dal più giovane e giocando in ordine di età crescente), lanciano due dadi, poi spostano la propria pedina di un numero di caselle pari alla somma del lancio. Vince chi arriva per primo all’ultima casella con un lancio esatto, terminando il suo movimento sulla casella 63; se un giocatore ottiene un numero più alto di quello necessario per raggiungere l’ultima casella, dopo aver raggiunto la casella 63 dovrà tornare indietro.


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Tosèla di Primiero
con speck e finferli

Ingredienti :

150 gr. di Tosèla di Primiero
150 gr. di finferli
3 fettine di speck trentino
burro q.b.
olio extravergine d'oliva
aglio
prezzemolo

Per la preparazione:

Soffriggere uno spicchio d'aglio con un po' di olio extra vergine d'oliva. Unire i finferli e farli cuocere. Tagliare finemente il prezzemolo e aggiungerlo ai finferli a cottura ultimata, regolare con sale e pepe.
Prendere una classica fetta di Tosèla di Primiero e dividerla in tre pezzi. Avvolgere attorno ai tre pezzi di Tosèla le fettine di speck. Fare sciogliere un po di burro in una padella antiaderente, quando ben caldo adagiare i tre pezzi di Tosèla con lo speck e farli rosolare bene per circa 10 minuti e comunque fino a cottura desiderata.

Per la presentazione:
Adagiare i finferli al centro del piatto ad aggiungere i tre pezzi di Tosèla avvolti nello speck e ben rosolati. Guarnire con un po di prezzemolo.


Il casatiello è un rustico partenopeo preparato a Pasqua. Le sue origini sono molto antiche e risalgono alla Napoli greca e poi romana.

Il nome casatiello deriva dalla parola caseus che in napoletano diventa caso che vuol dire formaggio (cacio). L’impasto del casatiello viene realizzato partendo da una base di pasta di pane fatta lievitare con l’aggiunta di formaggi, salumi, strutto e cicoli (uno scarto nobilitato della produzione del maiale).

La pasta viene lievitata due volte: una singolarmente, e la seconda con gli ingredienti. Una volta realizzata la forma “a ciambella”, viene poi decorato con delle uova disposte a cerchio sulla torta in modo da raffigurare la corona di spine di Gesù.

La tradizione vuole che il casatiello venga portato in tavola il Sabato Santo e mai prima di quel giorno per essere poi consumato nei giorni seguenti fino a terminarlo a Pasquetta.

La differenza del casatiello con il tortano, altro famoso rustico napoletano, consiste nel fatto che il tortano ha le uova sode nell’impasto mentre nel casatiello si inseriscono crude sopra l’impasto.

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Pastiera napoletana
Pastiera napoletana
Casatiello ricetta e foto
Ingredienti
500 gr di farina50 gr di strutto200 gr di provolone100 gr di salame tipo Napoli a dadini100 gr di prosciutto cotto a dadini100 gr di pecorino grattugiato25 gr di lievito di birra100 ml di latteacqua qbsale qbpepe qb5 uova come decorazione
Tempo Preparazione: 30 MinutiTempo Cottura: 50 MinutiTempo Riposo: 120 MinutiDosi: 10 personeDifficoltà: MediaCalorie: 450Cucina: ItalianaCategoria: Torte salate
Come preparare il casatiello napoletano
Fate sciogliere il lievito di birra nel latte tiepido.

Disponete la farina a fontana e aggiungete al centro il lievito sciolto nel latte, lo strutto, il sale, il pepe e l’acqua per l’impasto (circa un bicchiere).

Preparazione Casatiello napoletano
Lavorate l’impasto fino ad ottenere una pasta morbida. Copritela e lasciatela lievitare per circa due ore in un luogo caldo.

Quando l’impasto avrà raddoppiato il suo volume toglietene una pallina e mettetela da parte. Vi servirà per fissare le uova in fase di decorazione. Stendete nel frattempo l’impasto dandogli una forma rettangolare.

Ricoprite la sfoglia stesa con il salame, il prosciutto cotto e il formaggio a dadini. Spolverate con il pecorino e arrotolate la pasta nel senso della lunghezza dandogli la forma di un salame.

Disponetela quindi in uno stampo da ciambellone ben oliato unendo le due estremità. Coprite nuovamente con un panno e fate lievitare altre 2 ore.

Preparazione Casatiello napoletano
A questo punto dopo aver pulito bene le uova (aiutatevi con uno spazzolino) disponetele sulla superficie del casatiello e fissatele ognuna con due striscette di pasta a croce.

Cuocete in forno preriscaldato a 180 °C per circa 50 minuti.

Le varianti del casatiello
Se volete preparare una variante più light potete utilizzare l’olio extravergine di oliva al posto dello strutto e sostituire il provolone con emmental o caciocavallo.

I consigli per un casatiello perfetto
Dopo che avrete aggiunto il ripieno alla pasta, la seconda lievitazione del casatiello risulterà, per forza di cose, più lenta.

Il consiglio è di prepararlo quindi con congruo anticipo: iniziate dal pomeriggio facendo una prima lievitazione, aggiungete gli ingredienti all’impasto e proseguite la seconda lievitazione per tutta la notte, infornandolo la mattina successiva.


10ºLa pantagruelica cassoeula lombarda si prepara cuocendo le costine di maiale in un soffritto di olio e scalogno, per poi aggiungere le verdure. Dopo un’oretta di cottura, con aggiunte periodiche di brodo, si unisce la verza continuando la cottura per 30 minuti, quindi i salamini verzini – già scaldati per un quarto d’ora – per gli ultimi 10 minuti di cottura. Ecco tutti i passaggi della ricetta della cassoeula lombarda. Ingredienti
Cavolo verza 1,5 kg
Sedano 3
Carote 4
Pomodori ramati 2
Scalogno 1
Costine di maiale 1,5 kg
Salamini verzini 8
Alloro (lauro) 2-3 foglie
Brodo vegetale 1 l
Aceto q.b.
Vino bianco 1 bicchiere
Sale q.b.
Pepe q.b.
Olio extravergine d'oliva q.b.

Tagliate a pezzetti sedano, carote e pomodori, quindi soffriggete in casseruola lo scalogno tritato in olio extravergine, unitevi le costine di maiale e sfumate con il vino bianco
Aggiungete le verdure tagliate, coprire con brodo vegetale e salate, lasciando cuocere per circa un'ora aggiungendo di tanto in tanto un mestolo di brodo ogni volta che il sugo si secca.
Nel frattempo pulite le verze, togliete il costone e rompete con le mani ogni foglia in circa quattro pezzi: la verza andrà aggiunta nella casseruola al termine dell'ora di cottura e lasciando cuocere il tutto ancora mezz'ora aggiungendo sempre, quando serve, il brodo
In un'altra pentola fate bollire in acqua, per 15 minuti, i salamini verzini, quindi trascorsa mezz'ora da quando è stata aggiunta la verza, mettete nella casseruola anche i salamini verzini, una macinata di pepe e sentite se è giusta di sale.
Lasciate cuocere ancora 10 minuti e, alla fine, spruzzate leggermente con aceto di vino bianco, per poi servire in tavola ben calda




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