Lorena Barranca, 39enne, sassarese, dipendente di Poste italiane, mette nero su bianco in una lettera a Repubblica la sua rabbia e la sua frustrazione, un estremo tentativo di far sentire la sua voce di mamma-lavoratrice che ha voglia di lavorare, ma che probabilmente sarà - dice - "costretta a

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/10163110012091151

Io son pure d'accordo, ma questa visione che un normale diritto lavorativo lo si rivendichi in nome della maternità é retrogrado troglodita, non biasimo la signora ma la mentalità della nostra società! Il diritto lo si rivendica non in nome dei figli , ma in quanto essere umano! Se fosse donna o uomo senza figli non avrebbe lo stesso diritto!?? Questo significa che se ci fosse un'altra dipendenti nelle sue stesse condizioni , magari con il doppio dell'anzianità o anche con qualificazioni più alte, la priorità l'avrebbe sempre la mamma!? E così fino alla pensione!? Se non hai figli ti devi immolare a coloro che li hanno...




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