Alla Politecnica delle Marche l’esame più difficile d’Italia: “Portate i fazzoletti, qui saranno bocciati in molti”

Il racconto della prova – scritto e orale – di Economia politica 1: cinque promossi su trentotto. E in alcune sessioni i bocciati sono stati il 100 per cento. Il professore associato Palomba, che ama le battute in aula, dice: “Non sono un pazzo, ma a questi ragazzi mancano le basi matematiche”

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/318373877182047

Giulio Palomba l'ho conosciuto circa trent'anni fa in quanto abbiamo frequentato la stessa classe di econometria alla facoltà di economia di Ancona. Era un ragazzo molto superiore agli altri, educato e per nulla borioso o spaccone nonostante la distanza che c'era tra lui e la quasi totalità del resto della classe. Non essendo abbonato non ho potuto leggere l'articolo, ma dai commenti di qualche utente ne deduco che chi lo ha scritto ha voluto fare il fenomeno e qualcuno nei commenti lo ha voluto emulare. Il professore Palomba è soprattutto un professore di econometria una materia non immediatamente comprensibile studiata da un numero ristretto di persone con capacità superiori alla media che spesso hanno un approccio informale sia tra loro sia con gli studenti. Per questo motivo non credo ci sia nulla di maleducato nel suo modo di porsi, ma è, anzi, un tentativo di ridurre le distanze tra professore ed alunno.
Da quel poco che il sito permette di leggere ai non abbonati Palomba recrimina sulla mancanza di basi matematiche delle matricole universitarie. Le basi non le deve fornire l'università ma vanno costruite molto prima. Francamente io sono contento se la scuola pretende preparazione e non regala voti.
Marco Piunti


Massimo Frana il professore deve insegnare la sua materia, non può fare il lavoro che altri non hanno fatto. Pretendere che promuova chi non è in grado o che si metta a spiegare le basi per cui sono normalmente necessari anni di studio a monte, altrimenti viene considerato un pessimo insegnante, è davvero ridicolo. Non penso che se uno straniero si iscrive in università e c’è un esame di letteratura italiana il/la prof debba insegnargli la lingua e la grammatica italiana, perché sono cose che dovrebbe sapere prima di intraprendere altri studi successivi. Smettiamola di giustificare sempre tutti e di condannare chi vuole far bene il proprio lavoro


Un articolo diffamatorio che non conosce fino in fondo i fatti suppongo. I motivi per cui un insegnante boccia da quando sono diventati esempi negativi? Esami del genere non possono essere presi per caso o per fortuna ma per conoscenza e preparazione, cosa che sicuramente il professore menzionato avrà, come la passione per questa materia e l'importanza che la stessa ha. Una gamba poggiata è segno di tante cose e probabilmente un occhio semplice e incapace di non giudicare il prossimo può vederla come una mancanza di rispetto, ma chissà forse ha subito un intervento alla gamba e ha bisogno di tenerla sollevata? Forse non è un atteggiamento spocchioso e poco educativo ma un esigenza fisica di un uomo che fa di mestiere un lavoro che in Italia ormai non si sa più come fare? Oltre a ciò che ho letto, la parte più disarmante è vedere una testata giornalistica chiamata Repubblica che pubblica articoli su un piede poggiato e troppe bocciature di un professore X che non ha nessun vezzo o vanto se non quello di poter svolgere il suo sporco lavoro.


Mirella Albano e dilla fino in fondo, anche della Dirigente scolastica, perché se fate bocciati si formano meno classi e più docenti devono cambiare istituto, meno ragazzi, meno fondi. Avete voluto appoggiato la scuola azienda? E questo è uno dei tanti problemi, che poi legati alla poca voglia di alcuni insegnanti, il parcheggio obbligatorio che tante famiglie fanno con i propri figli, legato allo scarso interesse e la promozione facile, state sfornando dei futuri campioni che quando noi diventeremo anziani, con la cultura che si ritrovano ci butteranno nei sacchetti dell'indifferenziata. Uha dimenticavo i Diplomi comprati alle scuole private e poi la laurea idem, ma dai di cosa parliamo ...di riforme? Con sta classe Politica? Che ancora ancora fà parte di una generazione discreta e oggi non vanno nulla, figurarsi domani con questa che state sfornando. Colpa principalmente dei genitori sia chiaro!


Alessio Sebastiano Scollo
Però bisogna anche dire che l’articolo dice “E in alcune sessioni i bocciati sono stati il 100 per cento”.
Vorrei quindi sottolineare alcuni aspetti:
1) credo che il giornalista volesse dire “in alcuni appelli” e non “in alcune sessioni” (il che vorrebbe dire in più appelli di seguito);

2) comunque, tutti gli studenti che sostengono gli esami in un appello (o in più appelli della stessa sessione) non sono necessariamente tutti gli studenti che hanno frequentato le lezioni, senza contare anche gli studenti che non hanno proprio frequentato;

Risulta pertanto abbastanza difficile di parlare di totale inettitudine del docente.
Sia chiaro, non è mia intenzione giustificare nessuno ma, nella mia esperienza universitaria, ho incontrato moltissimi “scappati di casa” che si presentavano all’esame con una preparazione vergognosamente insufficiente.


Maurizio D'Aprile il “troppo” lo toglierei . Sa quanto poco studiano i ragazzi a scuola anche per il numero spropositato di progetti che gli istituti scolastici offrono? Ormai è tutto un PON. Manca solo il corso per fare il cioccolato in polvere! Ovviamente quando rientrano a casa sono stanchi e hanno pure ragione. Nelle ore meridiane, poi, hanno svariate attività e incontri, tutte cose nobilissime, per carità, ma le ore da dedicare alle discipline si riducono drasticamente. Quanto alle università, ha dato un’occhiata ai programmi? La riforma del 3+2 è stata un disastro. Il numero delle materie è aumentato ma a detrimento della qualità. Ormai si studia da pag. X a pag. Y, perché il sistema dei crediti questo impone. Ci si prepara per gli esami in una/due settimane, si studia sulle slide dei docenti. Guai a comprare i libri! I ragazzi arrivano con carenze di base anche nella loro lingua madre e di certo l’università non può perdere tempo a fare corsi di italiano. Poi però ci ritroviamo avvocati che scrivono male, tanto per fare un esempio.


Tra scuola e università c'è una certa differenza tra competenze in uscita e competenze attese. A scuola viene promosso il 99% degli studenti e non lo dimentichiamo. Le prove di competenza internazionali sulle abilità di base collocano l'Italia in una posizione infelice. Ora il problema è l'Università? O il sistema formativo nel suo insieme? È vero che all'università non ci sono docenti abili in didattica ma è un discorso complesso fatto di quantità di studio, specificità, metodo, capacità di elaborazione e analisi etc. Tanti studenti delle superiori sono distanti e questo rende l'università non per tutti. Ripeto, il discorso è complesso ma vi assicuro che a molti molti studenti 'ripetitori' mancano le basi.


di sicuro la preparazione di chi esce dalle superiori non è più quella di una volta. Purtroppo i professori non trovano la sponda da parte di genitori che viziano e difendono sempre di più i propri figli, nello sport come a scuola, e l'insegnante tende a quel punto a fregarsene e lasciare gli studenti nella loro ignoranza.
Ma allo stesso tempo, questo Prof avrà fatto lezioni per un semestre, avrà avuto modo di constatare il livello della preparazione, ha proposto approfondimenti ai propri studenti? ha proposto attività didattiche aggiuntive per colmare le loro lacune? o ha dormito a lezione più dei suoi studenti? Un bocciato agli esami è un fallimento del Professore, non dello studente.


Non è il primo prof e non sarà l’ultimo. Ai miei tempi diritto privato in statale non solo vedeva parecchi bocciati, ma anche lanci di libretto. Purtroppo il problema è a monte, specie per matematica che si sa è un po’ la materia più ostica per i più fin dalla primaria. Certo che se venisse insegnata per essere compresa fin da piccoli non avremmo tutte queste lacune. Quest’anno in una mia prima superiore, gli studenti avranno visto alternarsi 3 docenti di matematica per un totale di 30 lezioni in un anno. Ovvio che i ragazzi non hanno imparato nulla ed arrivavano con lacune mostruose. Peccato che in pagella abbiano avuto tutti 7 e 8 perché non si poteva fare di meno. Insomma un vero pasticcio


10ºMaurizio D'Aprile perché le scuole e le università sono diventate delle aziende, devono attrarre clienti e non si deve bocciare, al massimo si concede qualche debito (spesso neppure quello). I voti sono gonfiati e con il sistema dei crediti tutti arrivano al diploma, anche chi in passato non sarebbe stato ammesso agli esami. Le università, poi, sono diventate dei superlicei; in quelle umanistiche ormai il 110 e la lode non si negano a nessuno. Sto generalizzando naturalmente, esistono singole situazioni virtuose, ma l’andazzo è questo. La responsabilità è anche dei docenti (per tutti i gradi d’istruzione), che si adeguano al sistema per comodità.




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