1ºIl disagio dei commenti. Si chiede il silenzio ma lo si fa in 600, e che silenzio è... Ci si permette addirittura di giudicare il sogno di un ragazzo, se è giusto o meno che lo abbia. Si giudica il lavoro del giornalista, perdendo concretamente la bussola sul fatto che la professione prevede di FARE informazione, ma soprattutto senza censura e censori. Ci hanno dato un mezzo che sono i social e la connessione vediamo di smetterla di essere degli dei della tastiera e torniamo nel rango di umanità.
Trovo commovente questo messaggio di un piccolo amore morto con Michelle ma vivo nel cuore di chi la ama e di chi la ricorda.
Le pietre stanno in strada e nella terra, non nel petto della gente.