2 agosto, Bologna non dimentica

A 43 anni dalla strage alla stazione di Bologna la città sfila in corteo coi parenti delle vittime

           

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L'angolo dell'eretico Ancora? Parassiti mononeuroni che non capiscono un cazzo ne abbiamo?! Con tutta la gente innocente in carcere, capisci che con il processo farlocco e tutti gli atti da desecretare con la sentenza c'è solo da pulirsi il culo?

"Il lettore potrebbe chiedersi: ci sono tutte queste sentenze che condannano gli autori materiali... Perché dovrebbero essere sbagliate?
<<Ripeto: perché confliggono pure tra loro. Tra chi è condannato per strage politica (265 c.p.) e chi per strage comune (422 c.p.); perché gli stessi giudici ammettono che i verdetti sono solo indiziari; perché non dicono nemmeno quali sarebbero i singoli ruoli e le precise azioni di ciascuno. Quelle sentenze di certo hanno solo la granitica convinzione che "le bombe alle stazioni le mettono i fascisti e le pagano i padroni". Ma questo è uno slogan di Lotta continua, non un enunciato di legge»."

Punto. Fine. Ancora o li vuoi dal vivo i punťi?

Açaro di una zeçça pıaṭṭola.


Il terrorismo rosso è un tipo di eversione armata d’ispirazione comunista e rivoluzionaria e, più in generale, collegata a ideologie politiche di estrema sinistra, che ha come obiettivo il ricorso alle armi come unico mezzo individuato per disarticolare il sistema Stato-Capitale, al fine di provocare un sollevamento del proletariato e innescare così uno slancio rivoluzionario liberatore delle masse oppresse.[1]

Obiettivo di tali organizzazioni è il rovesciamento violento dei governi capitalistici per la loro sostituzione con la dittatura del proletariato, ossia con l'unica classe rivoluzionaria e anti-imperialista, in grado di abolire il classismo e lo sfruttamento per favorire l'instaurazione di una società socialista


La pista palestinese invece compare sin dall’inizio come indagine alternativa. Secondo questa tesi la bomba l’avrebbe messa il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina come ritorsione per l’arresto di Abu Saleh, fermato a Bologna nel 1979. A parlarne oggi tra gli altri è l’onorevole Federico Mollicone di Fratelli d’Italia. La cosiddetta pista internazionale era stata comunque oggetto di un processo, ma per depistaggio. All’epoca Gelli, insieme agli ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte e al consulente Francesco Pazienza ricevettero una condanna a dieci anni per aver agito «al fine di assicurare l’impunità agli autori della strage». Secondo questa tesi Saleh era stato fermato perché ritenuto responsabile del trasporto di missili Strela sequestrati a Ortona. Mollicone ha chiesto di rendere accessibili i documenti che riguardano Saleh


Le Brigate Rosse (BR) sono state un'organizzazione terroristica italiana di estrema sinistra costituitasi nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo. Di matrice marxista-leninista, è stato il più potente, il più numeroso e il più longevo gruppo terroristico di sinistra del secondo dopoguerra esistente in Europa occidentale.[1][2]

In base ai racconti di alcuni dei principali militanti, la decisione di intraprendere la lotta armata sarebbe stata presa in un convegno tenuto nell'agosto del 1970 in località Pecorile, frazione di Vezzano sul Crostolo (RE) a cui partecipò un centinaio di delegati dell'estremismo di sinistra provenienti da Milano, Trento, Reggio Emilia e Roma.[3] Nell'organizzazione confluirono i militanti del cosiddetto «gruppo reggiano», tra cui Alberto Franceschini, quelli del gruppo proveniente dall'Università di Trento, tra cui Renato Curcio e Margherita Cagol, e quelli del gruppo di operai e impiegati delle fabbriche milanesi Pirelli e Sit-Siemens, tra cui Mario Moretti.

Le prime azioni rivendicate come "Brigate Rosse" risalgono al 1970, e continuarono con il massimo dell'attività tra il 1977 e il 1980. Dopo una fase di cosiddetta "propaganda armata" con attentati dimostrativi all'interno delle fabbriche e sequestri di dirigenti industriali e magistrati, dal 1974 al 1976 vennero arrestati o uccisi i principali brigatisti del gruppo iniziale. Da quel momento la direzione dell'organizzazione passò ai brigatisti nel nuovo Comitato Esecutivo in cui assunse un ruolo determinante Mario Moretti, che potenziarono notevolmente la capacità logistico-militare del gruppo, estendendo l'azione – oltre che nelle città del Nord – anche a Roma e Napoli, moltiplicando gli attacchi sempre più cruenti contro politici, magistrati, industriali e forze dell'ordine.

Momenti culminanti dell'attività del gruppo furono l'agguato di via Fani e il sequestro Moro nella primavera 1978; con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro le Brigate Rosse sembrarono in grado di influire in modo decisivo sull'equilibrio politico italiano e di poter sovvertire l'ordine democratico della Repubblica.




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