Domenico Dolce striglia i giovani siciliani: “Sapete cosa si aspettano da me? Una valigia di soldi da distribuire”

"Le generazioni di oggi non hanno dignità. Mi dicono che non faccio niente per loro, ma io a 18 anni ho preso una valigia di cartone e sono andato a Milano" ha detto lo stilista durante l’inaugurazione di una mostra fotografica a Polizzi Generosa

           

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Arianna Pisu ma lei lavorava nel mondo della moda negli anni 70? Io credo di no, se o non potrebbe scrivere ciò che ha scritto. Questi signori, sono usciti spesso dalle botteghe delle mamme ed hanno gettato le basi del mondo della moda di adesso. Ha idea di cosa fosse il settore all'epoca? Penso proprio di no, se lo lasci dire da chi c'era. Non si tratta di esswre nostalgici. Adesso i ragazzi fanno le scuole della moda e chi le ha create? Hanno i computer che li aiutano a fare i modelli, noi o imparavamo/sapevamo il mestiere o si rimaneva a fare le gonne alle signore del paese se andava bene suvvia, qualche volta date il giusto merito ad un signore che sa il fatto suo e cerca di dare uno scossone ai giovani. Nessuno ha fatto niente senza sacrificio e questo accadeva in passato ma accade anche oggi. Si ricordi se pensa di far cadere la penna, quando suona la campana, andrà poco lontano. Questo vale in tutti i settori.


Non riesco a comprendere come tu possa giudicare i giovani che non hanno voglia di lavorare, quando per loro ottenere un lavoro dignitoso è quasi una missione impossibile. Oggi per un giovane partire con la valigia di cartone per cercare fortuna a Milano è un sogno irrealizzabile, considerati gli affitti esorbitanti, lo sfruttamento del lavoro giovanile e le retribuzioni misere. Sei molto lontano dalla realtà e sei pieno di arroganza. I giovani meritano il nostro sostegno in questa società che sta trasformando il mondo del lavoro in modo rapido e incerto. Non puoi ignorare le loro difficoltà e le loro aspirazioni, altrimenti sarai tu a rimanere indietro. Non basta dire ai giovani di lavorare, bisogna dare loro le opportunità per farlo. Lavoriamo insieme per un futuro migliore.
- I giovani hanno bisogno di lavoro, non di critiche. Apri gli occhi e il cuore, e scoprirai un mondo pieno di talento e potenziale. I giovani sono il motore del cambiamento, non il freno. Ascoltali e incoraggiali, e vedrai la differenza che possono fare.


Queste prediche su quanto si sacrificassero i giovani di un tempo rispetto a quelli odierni hanno davvero stufato. A parte il fatto che non si può mai generalizzare, in ogni epoca c'è stato chi si è sacrificato di più e chi meno, chi poteva vivere di rendita nel suo paese e chi è dovuto emigrare, chi ha avuto la fortuna di realizzarsi a casa sua e chi no, chi era più dotato e chi meno. Ma che discorsi sono? La vita di allora era più difficile solo per certi aspetti, così come quella odierna è più facile ma solo per certi aspetti. Lo stress che per es più o meno tutti dobbiamo sopportare oggi è sicuramente dieci volte quello di 50 anni fa. La vita costa molto più oggi. Il livello medio dei rapporti umani è molto più basso oggi, ecc.
Conosco persone che sono andate in continente dalla Sicilia o dalla Sardegna che lavorano 10 ore al giorno, devono pagare l'affitto e quasi quasi devono indebitarsi per arrivare allo stipendio successivo. Così come vedo ovunque nella ristorazione ragazzi e ragazze che si fanno il culo dalla mattina presto a notte fonda.
Chi ha fatto i miliardi è stato bravo, bravissimo. Benissimo, ringrazi Gesù Giuseppe e la Madonna e non rompa il cazzo con ste minchiate


Arianna Pisu ti sbagli. Ho dei colleghi siciliani qui a Milano di anni 30, che lavorano con me, e che 5 anni fa hanno davvero preso la valigia di cartone e sono venuti a Milano in cerca di lavoro. Non avevano nulla. Niente titoli di studio. 25 anni di età , e hanno fatto qualunque cosa, qualsiasi lavoro, hanno sofferto, fatto mille sacrifici, ora hanno un posto fisso, un mutuo, certo, ma hanno una famiglia, figli, casa, e sono assolutamente indipendenti. Sono boomer anche questi? Gli aiuti dello stato devono essere dati a chi ne ha davvero bisogno. I giovani devono interessarsi al loro futuro. Facendo tutto quello che serve e senza aspettare che la "sistemazione" piova dal cielo. Chi ha davvero bisogno invece va aiutato con le tasse di chi lavora. E nessuno dovrebbe lamentarsi di questo poiché la vita è strana. Oggi potrebbe sembrare impossibile per chi è sano e ha una posizione stabile, ma un domani potremmo trovarci noi nelle condizioni di bisogno, e allora ecco che improvvisamente diventiamo tutti empatici. Chi può, DEVE darsi da fare in ogni modo per crearsi un futuro. Nessuno ci regala niente. Forse a qualcuno questo semplice concetto non entra proprio in testa.


Tita Mangialenti cara signora, a mio modesto avviso, i giovani siciliani non si aspettano da Dolce che porti una valigia di soldi da distribuire loro, probabilmente qualcuno di loro magari si aspettava che la D&G, che grazie al "tema" della Sicilia e della Sicilinialitá ha fondato buona parte della sua fortuna, investisse un minimo in questa terra dando l'esempio e dimostrando così che anche qui si può produrre legalmente, creando magari anche posti di lavoro e dando la possibilità ai giovani di formarsi, mettersi in proprio e contribuire alla crescita della Regione. Quante boutiques a marchio esclusivo D&G abbiamo in Sicilia? Quante filiali dell'esclusiva casa di moda? Quante scuole di alta moda ha fondato?
Suvvia, se queste erano le aspettative di qualche siciliano, è evidente che ha sbagliato perché nessuno ha il diritto di chiedere a Dolce di investire nello sviluppo della Sicilia ma, al contempo, a mio avviso, non ha assolutamente titolo per definire in maniera generalizzata i giovani siciliani dei soggetti addirittura privi di dignità ed in attesa della sua elemosina perché probabilmente il primo che dimostra di non credere nelle potenzialità della Sicilia, dopo quasi 50 anni, mi dispiace, ma è proprio lui!!!!


Possono sempre chiedere l'elemosina 5 anni davanti w un supermercato e aiutare le vecchiette, poi magari li assumono. Può essere n'idea eh. Oppure fare la spola Palermo-Milano tutti i giorni per svariati anni. Tanto sono questi gli esempi positivi che vengono proposti. Perché io conosco gente, tanta tantissima gente, ma proprio tanta non uno o due, che si smazza da anni tutto il giorno tutti i giorni per quattro lire e sotto ricatto, della serie questa è la minestra o ti fiondi dalla finestra. Gente che lavora, gente che si impegna, ma giusto per pagare le tasse, l'affitto o il mutuo e non arrivare a fine mese. E quelli che ti dovrebbero tutelare sono assenti, totalmente assenti. Poi arriva uno che si è arricchito e ti fa la lezione di vita, coi commenti a seguito dei figli di papà che hanno fatto la gavetta nell'azienda di famiglia. Il mondo del lavoro è stato letteralmente distrutto ed è stato distrutto dallo Stato


Ma questo signore prima di lanciarsi in pistolotti cosa ha fatto per il suo Paese, ha fondato ivi una scuola, una fondazione, una qualsiasi organizzazione per imparare un lavoro allo stato dell’arte si o no ?
Poi questa formazione non deve essere campata in aria senza sbocchi lavorativi ma deve averli altrimenti serve zero.
Poi premesso che non puoi pretendere che tutti vadano a Milano con la valigia di cartone, tra l’altro molti con la valigia di cartone sono andati in America,occorre una formazione di base che dovrebbe venire da chi è già arrivato nel mestiere e non sperare che cada dal cielo. Perché se dici che dovrebbero muoversi solo loro si sbaglia e pertanto niente pistolotti, grazie.


Arianna Pisu io nel 1967, terminati gli studi, ho trovato posto per una mancia più che uno stipendio, ho imparato qualcosa ed ho cambiato posto con un discreto stipendio, ho imparato ancora di più ed ho cambiato per un buon stipendio. Dimenticavo, al primo stipendio a casa mi hanno detto che era mio dovere contribuire con una percentuale al sostentamento ed hanno aggiunto di risparmiare perché quando mi sarei sposato avrei dovuto arrangiarmi come avevano fatto i miei fratelli, cosa che ho fatto. Non sono assolutamente di destra, non mi sento boomer ed asserisco che se si vuole arrivare bisogna farsi il mazzo, lamentarsi in continuazione non serve a nulla. Quello che manca ai giovani è l'esempio che dovrebbero dare i genitori, non abituarli ad avere sempre la pappa pronta, soldi in tasca e la puzza sotto il naso. Ah, e quando si va ad un colloquio di lavoro la prima domanda da fare non è quanto si prende.... prima bisogna anche dimostrare quanto si vale ... no?


Cristiana Sosti CONCORDO IN TOTO. Tutti questi sapientoni non hanno capito che la società è cambiata, tutto si è profondamente trasformato ed è in continua evoluzione. E con tutto ciò anche la visione di vita e di futuro. I giovani di oggi non sono comparabili con quelli di 10 anni fa, e figuriamoci con quelli di due, tre e oltre generazioni. Basterebbe tenere presente che i ragazzi hanno un concetto diverso del lavoro. Guardano a esso come opportunità per realizzarsi. Che
oltre alla possibilità di crescita professionale gli dia la possibilità di vivere la propria vita sociale. Insomma, è finito il concetto di lavoro come quello di sacrificare una vita intera solo per un tozzo di pane. Se poi, lavororare, come succede oggi, non serve nemmeno a far sopravvivere, è chiaro (e fanno benissimo) che i giovani non possono accettare condizioni di sfruttamento che li condannerebbe
a una non vita.
E fanno benissimo!


10ºStefania Soriano Bangert vero! E lo dico a 50 anni suonati. Negli anni '80-90 era un altro mondo. Oggi un giovane, prima di partire per Milano o per l'estero, DEVE avere alle spalle un famiglia benestante o, perlomeno, dei risparmi di 15-20mila euro solo per iniziare, versare delle cauzioni, ricercare un lavoro i primi mesi, pagarsi le prime spese di trasferimento e vivere. In più bisogna avere un "mestiere" tra le mani e parlare bene inglese. Senza queste basi non si va da nessuna parte!! Milano, Parigi, Londra, Praga, Barcellona, etc, sono diventate invivibili e troppo care per gli stessi cittadini costretti a cercare altrove (il centro delle città è solo per uffici, abitazioni ad uso turistico, una minoranza di benestanti). Oggi, un ragazzo in partenza con la valigia di cartone, finisce sotto il ponte, in Italia e all'estero, questa la realtà.




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