Sarkozy: "Nel 2011 io e Merkel chiedemmo a Berlusconi di dimettersi, era diventato il problema dell’Italia"

Nel suo libro autobiografia l’ex presidente francese aggiunge dettagli sul vertice del G20 di Cannes quando Europa e Stati Uniti erano preoccupati per la gestione della crisi finanziaria da parte del governo italiano

           

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Nel 2011 fu forse l'unica volta dove si poteva essere solidali a berlusconi. Un premier orribile ma comunque espressione della volontà popolare che si è dovuto piegare alla volontà di poteri non certo eletti dal popolo italiano.
Il fatto che buona parte della sinistra ancora non ammette che si sia trattato di un golpettino di stato significa quanto la strumentalizzazione politica interna sia per loro più importante della sovranità nazionale...
C'erano mille ragioni per chiedere la testa di Berlusconi, per disprezzare l'uomo e il politico, ma bisognava convincere la gente nelle urne, non sperare nei giudici o nei poteri esteri


La storia era già stata ben capita. Volevano far dimettere Berlusconi perché da noi le situazioni era diverse. La risposta è oggi stata data da Rotondi di quelle che erano le azioni del Governo del tempo per salvaguardare i risparmiatori italiani e metterli al sicuro dalla speculazione. Il duo con il rischio soprattutto delle banche tedesche più esposte hanno tramato per far cadere Berlusconi. Lo spread è andato alle stelle e qualcuno per andare contro il Governo si è subito affrettato a chiamare Monti che ha preso misure che hanno impaurito gli italiani e che ancora oggi pesano in negativo. Comunque il francese oggi è il signor nessuno


Francesco Tucceri . le posto estratto della relazione del governatore bankitalia (pagina 11) del 31/05/2011 dopo 3 mesi lo stesso governatore scriveva italia in pericolo facendo decollare lo spread (in qualita' di presidente della bce) monti che ci doveva salvare fece il contrario di cio' che aveva detto draghi a maggio 2011 mandando il paese nuovamente in recessione geniooo "L’economia italiana"
In Italia il disavanzo pubblico, prossimo quest’anno al 4 per cento del PIL,
è inferiore a quello medio dell’area dell’euro; nelle previsioni ufficiali scenderà
al di sotto del 3 per cento nel 2012. Il debito è tuttavia vicino al 120 per cento
del prodotto.
Appropriati sono l’obiettivo di pareggio del bilancio nel 2014 e l’intenzione
di anticipare a giugno la definizione della manovra correttiva per il 2013-14.
Grazie alle riforme previdenziali avviate dalla metà degli anni Novanta, a
un sistema bancario che non ha richiesto salvataggi pubblici, a una prudente
gestione della spesa durante la crisi, lo sforzo che ci è richiesto è minore che in
molti altri paesi avanzati.
Senza sacrificare la spesa in conto capitale oltre quanto già previsto nello
scenario tendenziale e senza aumentare le entrate, la spesa primaria corrente
dovrà però ancora contrarsi, di oltre il 5 per cento in termini reali nel triennio
2012-14, tornando, in rapporto al PIL, sul livello dell’inizio dello scorso
decennio.
Per ridurre la spesa in modo permanente e credibile non è consigliabile
procedere a tagli uniformi in tutte le voci: essi impedirebbero di allocare le
risorse dove sono più necessarie; sarebbero difficilmente sostenibili nel medio
periodo; penalizzerebbero le amministrazioni più virtuose. Una manovra cosiffatta inciderebbe sulla già debole ripresa dell’economia, fino a sottrarle circa
due punti di PIL in tre anni. e chi ha fatto la manovra da deficenti tagliando in maniera lineare il tuo amico monti sucaaaa




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