Favino e la polemica sui personaggi italiani. Avati e Fenech: “Ha pienamente ragione”. Salvatores: “Tema su cui riflettere”

Sono tanti, registi e attori a intervenire sulla questione: "Può un attore americano interpretare un italiano in una grande produzione?"

           

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In parte ha ragione Favino e in parte hanno ragione coloro che affermano che un attore non debba necessariamente essere ciò che recita. Credo ci voglia un equilibrio: se i ruoli di illustri personaggi italiani (o di qualsiasi altra nazionalità) vengono sistematicamente recitati solo da attori americani e per di più con caratteristiche che li rendono palesemente proiezioni americane (come appunto i Gucci con accento del New Jersey), inizia a subentrare un elemento di mancanza di rispetto e appropriazione culturale. Un personaggio ben ricercato o recitato è a mio avviso sempre accettabile, anche se l'attore che lo recita non è della sua stessa nazionalità. Ma appunto nel caso dei Gucci di Scott, vediamo che non c'è stato alcun tentativo di farli sembrare veri italiani, solo macchiette che esistono nella testa di certi americani.


si certo, magari se prendono Dolph Lundgren per fare Garibaldi posso anche capirlo.

La produzione del film su Enzo Ferrari mi sembra di capire sia americana ed i dialoghi in Inglese, se prendono uno che può passare per Italiano e poi tu lo doppi, non vedo dove sia il problema.

Massimo Decimo Meridio, comandante dell'esercito del Nord, generale delle legioni Felix e servo leale dell'unico vero imperatore Marco Aurelio, è stato interpretato da un Neo Zelandese non da Mario di Sgurgola o Pedro da Malaga, e nessuno ha detto niente.

A meno che non si tratti di grandi film o di grandi serie TV, il doppiaggio tipicamente le rovina tutte e quindi l'interpretazione originale in gran parte sparisce, sicchè non vedo il problema


Stefano Crescenzi infatti neanche questo sta scritto da nessuna parte. Ma l'orazione non è riferita a lei (mi spiace deluderla), perché ha semplicemente lo scopo di mettere in evidenza il corollario di conseguenze ridicole applicando il teorema di Favino, a beneficio di chi legge. Sa, siamo su un social, e i commenti sono pubblici: il mio interesse per ciò che pensa lei è meno di zero (mi auguro di non deluderla una seconda volta), a me interessa destrutturare le sciocchezze a beneficio di tutti. Un po' come quando si raccoglie una cartaccia per strada e la si getta nel cestino, senza preoccuparsi di chi l'ha gettata a terra. Tutto qui.


Da addetto ai lavori mi sembra che il bravissimo Favino abbia detto una cosa discutibilissima . Delirante a mio parere pensare che sia a priori meglio attribuire una parte in un film , o in una produzione a episodi , sulla base della nazionalità . Il criterio deve sempre essere la capacità dell’attore e dell’attrice di far entrare dentro se’ il personaggio, la sua cultura e i suoi sentimenti ( del personaggio ). E ciò è funzione della bravura dell’attrice e dell’attore, della qualità della sceneggiatura e della qualità della regia . L’attore diventa il personaggio, interpreta col suo corpo, col suo mestiere, con la sua voce e la sua emozione e sensibilità il personaggio ; e a sua volta lo fa suo e lo rende al pubblico facendolo vivere . Questo è il cinema e forse ancora di più questo è il teatro . Da uno che ama infinitamente il mestiere dell’attore .


Stefano Crescenzi le sarei grato se mi indicasse dove sta scritto che Marlon Brando era di origine italiana, perché in realtà io leggo che 'Marlon Brando Jr. nacque a Omaha, in Nebraska, terzo figlio di Marlon Brando Sr., un produttore di alimenti, pesticidi e prodotti chimici, e di Dorothy Julia Pennebaker. La sua famiglia aveva origini tedesche, olandesi, inglesi, irlandesi e francesi.'
Cioè: a parte il fatto che ogni 'white american' ha per forza origini europee, ma ciò non toglie che sia americano, stando alla teoria di Favino avrebbe potuto interpretare Hitler, Guglielmo d'Orange, Churchill, San Patrizio, Napoleone, ma non Don Vito Corleone.
Allo stesso modo, essendo Adam Driver di origini 'olandesi, inglesi, tedesche, irlandesi e scozzesi', sempre stando a Favino potrebbe interpretare, oltre ai personaggi summenzionati per Brando, anche un produttore di whisky torbato, ma non Enzo Ferrari. Interessante!


Perché un film su Ferrari non è stato prodotto da una casa cinematografica italiana? Che ci mettano loro i soldi, e scelgano tutti attori connazionali, in lingua italiana....poi potremmo giudicare se, quando e dove tale film possa essere esportato e che successo possa avere, e temo ci faremmo grasse risate. Le grandi major USA spendono centinaia di milioni per i loro film, e contano di incassarne almeno il doppio: servono cast importanti e lingua inglese se vogliono distribuire un loro film nel mondo. Figuratevi se prendono in considerazione Tizio, Caio Sempronio e company , attori italiani che nella maggior parte dei casi parlano con accento romano ed al di là delle Alpi non se li fila nessuno.




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