Talvolta i medici difendono i bimbi dall’accanimento terapeutico dei genitori (di G. Corbellini)

Il dolore di padre e madre della piccola Indi merita rispetto. Ma niente e nessuno poteva salvarla: restava di risparmiarle altre sofferenze. E il governo italiano che prometteva cure e speranze è incommentabile (da HuffPost Italia)

           

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Massimo De Marchi c'è un atto governativo del 1989 che viene chiamato in causa solo ed esclusivamente quando NON c'è accordo fra i medici e la famiglia. Viene interpellato anche per salvare la vita dei minori come nei casi di trasfusione di sangue a cui si oppongono certe religioni. Che possono ampliare la casistica è pura speculazione ed è anche irrispettoso pensarla se si pensa agli enormi sforzi che questi medici hanno fatto in 8 mesi per tenere in vita la bambina (fra continui arresti cardiaci, crisi, interventi chirurgici ecc) pur sapendo che non aveva nessuna speranza. Ti pare che abbiano preso una decisione del genere con leggerezza?


Risparmiare sofferenze a chi non sta soffrendo non mi sembra una cosa molto logica. Non siamo più nel medioevo, e la scienza medica è andata avanti: ora per un malato terminale è possibile continuare a vivere senza soffrire. Poi se si vuol dire che è una vita ormai in scadenza, se si vuol dire che non si vuole spendere soldi per mantenere in vita una persona in stato vegetativo o se si vuol dire altro, lo si dica. Ma se il motivo per lasciar morire una persona è evitarle sofferenze, non è un motivo che si adatta a questo caso.


Roberto Ferrari no, la decisione è dei medici. Il giudice interviene solo quando c'è disaccordo fra medici e famiglia e decide a favore secondo "i migliori interessi del minore". Tanto è vero che nel già citato esempio dei testimoni di Geova, è capitato che un giudice va contro la volontà dei genitori e dà ragione ai medici che vogliono fare una trasfusione di sangue per SALVARE la vita del minore. Quindi non c'entra nulla risparmiare, liberare un letto o altro. L'hanno voluta tenere in un'ambiente ospedaliera quando staccavano la spina perché a casa non avrebbe avuto il sostegno medico necessario per evitare ulteriori sofferenza. E in Italia i medici non avrebbero fatto nulla di diverso, l'hanno dichiarato chiaramente, ammesso che la bambina fosse sopravvissuta ad un viaggio del genere.


Alessandro Mortoni Vuoi affrontare il tema? Va bene.
Mettiamo il caso che avessero dato il permesso per portare la bambina in italia. In quel caso avrebbe occupato un letto per quel poco tempo che le rimaneva (anche i medici italiani hanno confermato che non esiste cura per il suo male).
E se fosse arrivato qualcun altro in condizioni critiche, ma comunque con qualche speranza di sopravvivenza e avesse trovato proprio il posto letto di cui aveva bisogno occupato?
I medici di tutto il mondo danno la priorità a chi ha maggiori possibilità di salvezza. È brutto da dire, ma è il modo più efficiente per salvare più persone possibili.




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