Cognetti: “L’uomo oltraggia la natura, basta alberi sacrificati per una pista da sci”

Non un solo albero caduto, non uno di più. Né per un’Olimpiade, né per una sciata della domenica. Paolo Cognetti continua la battaglia, gentile ma ferma. Nell’ultimo romanzo, “Giù nella valle” (Einaudi), in testa alle classifiche dopo una manciata di giorni, non esistono gerarchie tra uomini, alberi e animali. Ma sono gli uomini, sempre, a portare il male.

           

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Fabio Giannini a tutto c'è un limite e ogni progetto deve essere pensato e calibrato.
Stia tranquillo che a Cortina sono quasi tutti milionari ed eventuali nuovi progetti non servirebbero a far sopravvivere i locali (anche se spesso piangono il morto). Il problema è che più si ha e più si vorrebbe avere...
In ogni caso sarà la natura, come già sta facendo, a rivoltarsi. Basti vedere il limite delle nevicate sempre più alto.
Poi nessuno qui ce l'ha con il turismo; ci sono tanti tipi di turismo, è questione di virare verso modelli più sostenibili e che preservino il più possibile l'ambiente. Val Maira docet ma anche l'Abruzzo in molti casi.


Gianni Testi ho usato una battuta , ma se lei va a vedere il 50% degli impianti su Alpi e Appennini sono dismessi, non nevica più così tanto, bisogna fare la neve artificiale, utilizzando energia, e coprendola magari d estate coi teli. Tutto per uno sport che ha alla spalle bar, ristoranti, industria dell' abbigliamento, alberghi... Ora non si potrebbe andare in montagna e imparare ad amarla senza utilizzare gli impianti che tanto vanno a morire? Forse ci sarebbe bisogno di ripensare la montagna e i cosiddetti sport invernali. Ed evitare di abbattere migliaia di metri cubi di alberi e con loro la biodiversità , gli uccelli, gli insetti e i mammiferi. Mi vengono in mente due esempi, Col Rodel e Plan de Corones. Uno scempio.


Gianni Testi dovresti vedere come si fa a costruire una pista da sci. Penso cambieresti idea. Ad ogni modo, piste da sci ce ne sono fin troppe, e scelta ce n’è per così. In più nevica meno che negli anni 70 e 80, e vai a vedere che bel disastro ambientale è stato lasciato per sfruttare lo sci per una ventina d’anni.
Il problema che lo sci non è sport. O meglio, lo è per quelle persone che lo fanno come sport, ossia che si allenano quotidianamente, anche quando non possono sciare, al fine di inseguire la loro passione. E per queste persone piste ne servono molte molte meno. Di certo non è sport vedere mandrie di persone che vanno a farsi la settimana bianca, senza la minima cultura di cio che stanno facendo, senza la minima preparazione fisica, scendere a rotta di collo dritti per dritti credendo di essere capaci.


L'ambiente alpino pittoresco e anche selvaggio, con grandi boschi curati, dove è bello vivere e dove paesaggi e costruzioni richiamano alla mente serenità e natura, non è un ambiente "naturale", ma un ambiente fortemente modificato e curato dall'uomo: in "natura" i boschi sono intricati, il sottobosco spesso impraticabile, come possiamo osservare in quei sempre più numerosi boschi non più curati, dove il sottobosco non è selezionato e sfoltito, divenuti impraticabili, nelle radure dei prati abbandonati e che tornano a essere bosco ceduo e bosco di alto fusto. La "natura" di Cognetti è il paesaggio fortemente antropizzato di pascoli estesi e curati, baite "rustiche", boschi curati e ordinati, per intenderci è il paesaggio delle cartoline ottocentesche e dei primi cinquant'anni del novecento: assolutamente pittoresco, sereno , gradevole e soprattutto umanizzato.


Vitale Busso HAHAHAHAHA cucciolotto, la costa smeralda non è genstita da Sardi, te lo hanno mai detto? Piccino, forse prima d'aprir bocca dovresti informarti: noi Sardi siamo giusto un pelo incazzati per tutte le porcate che fanno lì e nelle basi militari, infatti protestiamo non poco.

Ma tu sei solo un coglione che parla senza sapere, non ti sposti dal ridicolo.

Minchia sì, la costa smeralda è proprio gestita da Sardi, vedi infatti Briatore HAHAHAHAHA

Torna dal buco dal quale sei uscito e cerca di uscire da quello giusto, cumpa'.

Per finire: anche se fossero stati i Sardi a fottere la costa smeralda questo non renderebbe meno valido quello che dico: 'fanculo anche a chi ha deturpato le coste e l'economia dell'isola, che sia Sardo o meno.
Peccato che non lo siano, grazie per il commento da emerito rincoglionito, un po' di risate fanno sempre bene


Piment Encolere il punto è la follia di chi, dicendo di agire in nome dell'ambiente (vedi ad esempio le piste ciclabili), l'ambiente lo distrugge. Possibile che non ci si renda conto del controsenso, della schizofrenia ? Allora, siccome nessuno è matto, è chiaro che anche l'ambiente diventa un puro pretesto per l'ennesimo business. Anche questa forsennata idea di "ripiantare alberi" fa parte della follia, perché un albero adulto vale quanto centinaia di arbusti e fuscelli appena piantati, i quali ci impiegheranno decenni a diventare come quello che si è eliminato, oltretutto.senza nel frattempo riuscire minimamente a offrire ciò che offriva l'albero abbattuto (assorbimento di co2, contributo al raffreddamento, e così via).Una gran parte dei nuovi alberi poi muore in "culla", entro due anni dalla piantumazione. E allora ? Non si fa molto prima e molto meglio a tenersi stretti il più possibile gli alberi che già ci sono, anziché pensare sempre a distruggere per ricostruire ? Un albero alto 10 metri non cresce da un giorno all'altro, neppure pagando millemila miliardi: già solo questa riflessione dovrebbe far capire che la natura non si può comprare...ma solo tutelare quella che c'è.


Vitale Busso migliorare la propria esistenza non significa distruggere ciò che ci circonda. Secondo lei io sono per non costruire una strada laddove ve ne sia un reale bisogno? Il giusto equilibrio, quello che probabilmente lei e i suoi avi avevate e che spero non abbiate perduto.
Guardi, non sono un frequentatore della domenica e sono pure quello che porta giù le immondizie dai sentieri. Ergo, ciò che dice non può essere rivolto alla mia persona.
Converrà con me che camminare nel Vallone o a Loo o nella riserva naturale del Mont Mars è più affascinante che percorrere il sentiero da Cheneil a Cervinia? Ecco, lì c'è tutto ciò che montagna non è...ma soltanto pendii modificati, piloni, rii deviati ecc...
Chioso dicendo che il tipo di turismo a cui voi dovreste ambire (visti anche i cambiamenti climatici) è un turismo più simile a ciò che propone la Val Maira in Piemonte o a ciò che già la Valle d'Aosta ha in realtà!
Basti guardare quanto più preservate sono le valli dove non esiste, o poco, lo sci di discesa. Valpelline, Ollomont, Clavalité, Valsavarenche ecc...


Fabrizio Sciandra ma non dica fesserie le montagne sono soprattutto di chi le cura e non di chi le frequenta per andare a spasso.
Le persone che ci abitano ,stia tranquillo,che conoscono il vallone perché ci hanno lavorato .Però nel nostro vallone ci sono 86 costruzioni che piano piano stanno crollando perché quando si voleva fare una pista stradale le associazioni ambientaliste si sono messe di traverso.Io ho una baita lassù che ho ristrutturato portando la roba sulla schiena e da giovane tagliavo il fieno e pascolavo le capre.Poi è arrivato il turismo che ci ha aiutato a migliorare la nostra condizione.


anche l’alveo di un fiume e’ un ecosistema che pero’ va smantellato se costruisci ponti se non vuoi che alla prima pioggia si allaghi cio’ che c’e’ intorno.
Si chiama progresso, se non vuoi il progresso devi essere in grado di attraversare un fiume senza il ponte.
Le linee tagliafuoco delle montagne non sono disboscamento, ma prevenzione per gli incendi, perche’ alla natura se prende fuoco un bosco o meta’ non interessa perche’ da quelle ceneri rinascera’ un nuovo ecosistema. Se le linee taglia fuoco si chiamano poi piste da sci alla natura non interessa.

Di esempi ce ne sono migliaia, quello che facciamo noi e’ dare giudizi personali sull’ecosistema senza avere un punto di vista neutrale, ma orientato a piacere.




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