Nella nuova casa dei Ferragnez è già Natale: maxi albero, lampada di design da 30mila euro e sala cinema

“Abbiamo fatto l’albero, un po’ in anticipo, nella casa nuova dove andremo da settimana prossima”, spiega Chiara Ferragni

           

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L’Amanita muscaria è un fungo assai comune e ben presente in tutta Italia, oltre che nel resto del nostro pianeta.

Originaria delle sole regioni temperate dell’Emisfero Boreale (Emisfero Settentrionale), nel corso dell’ultimo secolo la sua distribuzione si è involontariamente estesa anche all’Emisfero Australe, attraverso l’esportazione soprattutto di Betulle ed Abeti micorrizati.

Vegeta indifferentemente sotto una gran varietà di piante, siano esse latifoglie o conifere.

Nell’Emisfero Boreale di solito crea simbiosi con le Betulle, Abete Rosso, Abete Bianco ed alcune specie di Pino (Pinus).

In Italia, oltre a Betulla ed Abeti, si rinviene spesso sotto Quercia, Castagno, Faggio, Tiglio, bosco misto di latifoglie, Ginepro, Pino mugo, Pino strobo, Pino di Douglas, cespugli di Mirtillo, Rododendro, Uva ursina, Salice alpino ed altri cespuglietti dell’Orizzonte nivale.

Nella Macchia Mediterranea (oltre che nelle Penisola Iberica) può associarsi anche all’Eucalipto, oltre che a diversi arbusti di Macchia quali il Cisto e l’Erica Arborea.

Oggi è diffusamente presente nell’Emifero Australe soprattutto in Australia dove sta iniziando a spiazzare le specie autoctone in tutte le piantagioni di alberi introdotti; la Specie più facilmente micorrizabile risulta essere la Betulla argentata (Betula pendula) [Fonte Wikipedia UK].

Amanita muscaria risulta essere particolarmente abbondante nei luoghi di crescita, tanto da formare veri e propri agglomerati di esemplari concresciuti l’uno accanto all’altro.

Di solito in Italia, con la comparsa dei primi Boletus edulis, arrivano in contemporanea anche timide nascite di questo fungo che, dopo una prima contenuta buttata, risulta più abbondante con l’arrivo dei primi freddi.

Inizialmente appare tra le fresche e piovose abetaie di montagna, poi in quantità maggiore in collina ed infine anche in zone litoranee tra la macchia mediterranea, in particolar modo tra cespugli di Cisto (Cistus) o tra Eucalipti; tra agosto e settembre lo si può trovare anche nel piano montano e nel piano alpino, pure nell’Orizzonte sub-nivale, ben oltre il limite superiore della vegetazione arborea, tra cespuglietti di Uva ursina e salice montano; in pieno inverno lo si trova facilmente nei boschi di Pino, su terrazzi caldi e soleggiati o in pinete litoranee, fino alla comparsa delle prime gelate e nevicate.




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