Il cinema parrocchiale censura il nuovo film di Ficarra e Picone per decisione di un sacerdote nel milanese

“La trama offende la sensibilità di noi credenti”

           

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Mario Russo a me non me ne frega un bel niente di quello che dicono gli scritti, se poi coloro che dicono di credere in tali scritti non li mettono in pratica. Non mi interessa che la Bibbia dica: "Ama il tuo prossimo" quando i cristiani, che di quella Bibbia si riempiono la bocca, fanno l'esatto contrario. Perché la considerate "parola di Dio" se poi siete i primi a non praticarla?!
Anche i non credenti fanno schifo? Certamente, ma loro non si appellano a presunti "principi divini" né cercano di imporre agli altri la propria visione, come invece la chiesa non perde occasione di fare.


Io ho la sfortuna di abitare nel paese dopo e il Mio Compagno è del paese in questione...ci bazzico da 8 anni e aggiungo purtroppo...confermo che da queste parti è come vivere al passato,sono indietro di mentalità...sono paesini molto bigotti da non frequentante e da cui scapperei volentieri se ne avessi le possibilità..si rimane giusto perché c'è il lavoro altrimenti meglio andarsene..qua vivono con la mentalità da 1800.. che figura di mi vergogno profondamente...gli zimbelli d'Italia..ma un po' gli sta bene..non è possibile nel 2024 censurare un film che non voleva offendere nessuno ma era semplice ironia da prendere x quello che è...parlare di blasfemia è veramente ridicolo..trovo più grave le nefandezze che ha fatto la chiesa nei secoli...Poi si lamentano che non ci va nessuno..ma chi vuole andare in un paese così indietro...non c'è niente di interessante tralalatro...


Giustissimo.
Inoltre Lo scorso 26 dicembre è andata in onda su Rai 2 la trasmissione "Da Natale a Santo Stefano", presentata da Stefano De Martino dove Biagio Izzo e Francesco Paolantoni hanno messo in scena una rappresentazione blasfema e volgare della Natività.

Proprio nei giorni più importanti e sacri per milioni di italiani di fede cristiana, sulla TV pubblica di Stato, finanziata con il canone, è andato in scena uno scimmiottamento della Natività dissacrante e di pessimo gusto, con san Giuseppe che lamenta di essere stato operato alla prostata e pertanto incapace a procreare e con un uomo travestito da Vergine Maria, rappresentata come madre svampita che dialoga con un angelo da macchietta.

Chiediamo alla Commissione Parlamentare di Vigilanza di prendere provvedimenti, valutare se trasmissioni di questo genere siano compatibili con le funzioni della TV pubblica e di offrire garanzie affinché in futuro non si ripetano più episodi simili, che offendono i sentimenti religiosi di un grande numero di italiani.


Veramente la sensibilità di me credente non è offesa da un film satirico ,paradossale ma delicato nel suo tentativo di dire che il mondo è impossibile da salvare ma che almeno si deve tentare .
È offesa da tanti altri film in cui domina violenza e nichilismo .
È offesa da una chiesa che non riesce a fare comunità ed evangelizzazione nei quartieri poveri ed a rischio .Dove sono le figure carismatiche che si occupavano dei loro parrocchiani porta a porta .?Dove sono gli educatori della morale cattolica ?
Assistiamo a rituali vecchi di secoli più legati alla retorica che alla sostanza del Vangelo .
La chiesa manca di grandi figure a cui fare riferimento e punti di aggregazione per i quartieri .
Oggi ci troviamo di fronte ad una grande sfida .
L


Dott Filippo Rossi, moderi il linguaggio, dottore, ché la diffamazione è ancora reato (l. il 3^ comma). Il Signore ti benedica

Diffamazione

Dispositivo dell'art. 595 Codice Penale
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente(1), comunicando con più persone(2), offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.

Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato(3), la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro.

Se l'offesa è recata col mezzo della stampa [57-58bis] o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità(4), ovvero in atto pubblico [2699], la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro.

Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio [342], le pene sono aumentate(5)(6).