Marina Galia: “Studiavo nascosta nella macchina, perché non si dicesse che trascuravo i miei figli”

Siciliana, 31 anni, studentessa universitaria e mamma di due bambini di 12 e 3 anni: "Sono diventata mamma molto presto e per tutti il mio ruolo era solo mamma e compagna. Ho voluto dimostrare che il proprio destino si può cambiare, che noi e solo noi siamo i protagonisti delle nostre vite, non gli altri. Sognavo di andare all’università e ce l’ho fatta"

           

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Fabio Fasan cito testualmente “«I miei genitori non potevano permettersi di farmi studiare, mio padre quinto di otto figli è cresciuto in collegio, non ha potuto di certo studiare. Ha dovuto lavorare fin da subito, così anche per me non vedeva altre strade: o un lavoro o madre di famiglia, appunto, dove a lavorare sarebbe stato mio marito e io avrei cresciuto i nostri figli.
Non facendo deduzioni ma leggendo il suo pensiero, s’evince che se la ragazza avesse avuto sostegno economico adeguato, in modo da potersi recare in università o frequentare lezioni online lasciando i figli in un asilo nido e/o con una tata, magari lo avrebbe fatto con meno sensi di colpa verso un dovere che viveva solo come appartenente alla sua persona. Se lo Stato aiutasse con fondi dedicati le neo-mamme per proseguire gli studi non avremmo il tasso di disoccupazione femminile alle stelle e il tasso di nascite ai minimi storici.. fantascienza vero??