Gatto morto congelato, sui social migliaia di minacce di morte alla ragazza che lo ha colpito: “Che tu possa provare gli stessi atroci dolori”

A raccontare quanto era avvenuto era stata la titolare del bar che affaccia sulla piazzetta di Alberobello

           

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Gabriella Matania Quello che volevo dire è che questi ragazzi hanno alle spalle famiglie che non sono in grado per svariati motivi di dare un' educazione che li metta nelle condizioni di capire la differenza tra bene e male e i social media non fanno altro che amplificare queste cattive azioni, che sempre ci sono state, ma ora vengono enfatizzate e moltiplicate perché questi piccoli stupidi, scusa il termine, per un like farebbero le azioni più sciocche e sconsiderate per non dire crudeli e non hanno alle spalle un genitore che li controlla sui social ed eventualmente li punisce adeguatamente.


Giovanni Lisi Io stessa ho scritto che ha 11 anni perché avevo letto così, ma sembrerebbe ne abbia molti di più, il che non fa che aggravare la situazione perché a 18-20 si deve sapere ciò che è bene e ciò che è male e se non sai distinguerlo vuol dire che c'è qualcosa che non va, ma rimanendo all' esempio fatto da lei non credo che un bambino di 10 anni sia così stordito che da non capire che se getta un animale in acqua o affoga o muore perché è freddo o comunque che gli arrecherà quanto meno dei problemi. Un bambino che con un calcio butta un gatto in acqua non è incosciente delle sue azioni, è semplicemente malvagio, i bambini non sono degli stupidi, ma posso essere cattivi e crudeli.


Sissi Efremov Non so se la sensibilità sia innata o meno, ma posso dire che quando avevo 5 o 6 anni ho avuto un po' di problemi di timidezza e introversione anche a causa dello stress che mi aveva procurato un' operazione chirurgica subita a 4 anni. I miei genitori avevano preso una gattina o era capitata per caso, non so, io non riesco a descrivere la meraviglia che questo animale è stato per me, mi ha ridato la gioia di vivere, ma nessuno me lo ha insegnato era proprio una cosa innata in me da lì ho sempre avuto gatti nel corso della mia vita e quasi ho insegnato io ai miei genitori ad essere "animalisti". Abbiamo gestito anche gatti disabili, vecchi ecc., quindi probabilmente se si nasce in una famiglia di persone sensibili, per quanto uno possa avere un carattere duro o brusco, si sarà portati ad essere sensibili verso i più deboli, ma con l' amore per gli animali si nasce.


Lucia Mastruzzi A quell’età non c’è coscienza (almeno non in tutti). Io a 9 – 10 anni vivevo in campagna e andavo a caccia di uccellini e lucertole (non certo per mangiarli). I miei genitori non sapevano nulla e quindi non avevano modo di rimproverarmi. Poi, circa 10 anni dopo, sono diventato vegetariano, animalista, anticaccia, anti sperimentazione animale, ecc. Penso che nelle scuole manchi un’educazione al rispetto per tutte le forma di vita come insegnano i buddisti. Anche accettare di mangiare animali che sono stati allevati ed uccisi nella sofferenza non aiuta a capire l’importanza del rispetto per ogni essere senziente.


Virginia Felicetti Conosce genitori che prendono i figli da parte e fanno educazione animalista fin da piccoli? Io no. Avevamo il cane, il gatto e li rispettavamo perché vedevamo fare questo dai membri più adulti della famiglia. Ma se il cane tornava con una gallina in bocca che aveva appena ammazzato sull’aia era tutto normale, la gallina veniva cucinata e la mangiavamo. Ho detto la scuola perché per fare una simile sensibilizzazione sono necessarie persone esperte e la maggior parte dei genitori non sono all’altezza di farlo per il semplice fatto che nessuno lo ha fatto con loro. Ci vorrebbe una materia apposta “educazione al rispetto per le atre forme di vita” come era una volta l’educazione civica.


Guido Rossetti Lei è come quei genitori che minimizzano e non credo che con ciò farà del bene ai suoi figli se ne ha, chi volontariamente per gioco, per divertimento per noia e per malvagità, toglie la vita ad un essere indifeso che non ha fatto del male a nessuno e ha la sola colpa quella di essere nato, oltre che ad essere un criminale, se ne deve vergognare per tutta la vita, ma lei presumo è di quelli che pensano che gli animali non valgono niente, o valgono meno. Girando per facebook ho visto una frase di Margherita Hack che sostanzialmente dice il dolore degli animali non è diverso o inferiore al dolore degli uomini. Per quanto riguarda la storia dei macelli è si una cosa sbagliata o comunque un argomento controverso, ma le ricordo che la deficiente cretina non ha ucciso per sfamarsi, ma per divertimento.


Mi pare che il titolo dell'articolo sia un po' troppo sensazionalistico. La ragazzina non è vittima di minacce di morte, o perlomeno non ho trovato nessun commento che dica: "Ragazzina, attenta che ti aspetto sotto casa per ammazzarti", come vuole una minaccia di morte in senso letterale. Ho trovato invece un'infinità di commenti che le augurano disgrazia e sfortuna nella vita, affinché il male fatto al povero gattino indifeso possa rivolgersi contro di lei. Si tratta quindi di maledizioni, non di minacce. La differenza è che l'autore di una minaccia di morte si propone anche come l'esecutore, cioè come omicida della ragazzina, mentre per le maledizioni il male rivolto verso la ragazza non dipende da una persona che si propone di attuarlo, ma dal caso. Ci si augura cioè che sia il fato, la casualità degli eventi o, per alcuni, il karma, a condannare la ragazzina ad una vita disgraziata. Però scrivere "sui social migliaia di maledizioni alla ragazza" fa meno effetto che scrivere, in modo improprio, "sui social migliaia di minacce di morte alla ragazza".


Katya Katya succedono ovunque...da nord a sud...si informi...
Anche io considero gravissimo far del male o uccidere un essere vivente, che sia persona o animale indifeso...infatti è proprio per questo che ho fatto l'esempio di Turetta...ma forse era troppo difficile per Lei comprenderlo...una che fa ancora la guerra ai meridionali mostra già in partenza una mente limitata...per cui non perdo altro tempo con gente del suo livello...
Le ricordo solo che per decenni il vostro meraviglioso Nord si è arricchito sulle spalle di meridionali sfruttati e sottopagati...studi un po' di storia, almeno utilizzerà il Suo tempo in modo più intelligente...
La saluto, non ho altro da dirLe


Guido Rossetti Io non definirei mai "pagliuzza" l'ammazzare un gattino indifeso. Secondo me, in questo caso, la trave è proprio nell'occhio della ragazzina, che ha realmente ucciso, purtroppo, un povero essere indifeso. Chi sui social le augura ogni male, invece, si limita ad invocare il caso, il fato, il karma affinchè procuri una vita disgraziata alla ragazza, cioè le lancia una specie di maledizione, che rientra non nel reale ma nella superstizione. Chi uccide tra atroci sofferenze un gattino commette quindi uno schifoso atto reale, che equivale alla trave del suo commento, mentre chi lancia una maledizione alla ragazzina nell'occhio ha solo la pagliuzza del suo commento. Non distorciamo la realtà con l'improprio utilizzo di sensazionalistiche frasi evangeliche, Rossetti.