Selvaggia Lucarelli, se la battaglia per la verità rischia di essere bullismo

Sotto la lente della giornalista i potenti ma anche le persone semplici e indifese

           

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Carlo Braies no, non va bene, dico appunto che non potrebbe farlo. E non va bene nemmeno perseguire errori come quello eventuale della signora Pedretti come se si trattasse di furti, o di altri reati. Non c'è senso della misura. Inoltre un cuoco non deve fare il poliziotto. La signora in questione è una persona comune che ha commesso un errore, un errore riparabile, tanto più che quella stessa signora già in passato aveva assunto iniziative autentiche a favore dei disabili. Subire quattro giorni di insulti a raffica è qualcosa che la Lucarelli e il suo compagno possono tollerare perché hanno scelto loro una vita sovraesposta mediaticamente, ma molte persone comuni non sono in grado di reggere questo tipo di trattamento, specie se hanno delle fragilità.


Marco Portale e se invece fosse vero? Lei chi sarebbe? Il paladino del nulla? Forse lei ha bisogno di questo per sentirsi bene. Se fosse capace di vedere un po' più in là del suo naso, avrebbe letto ogni mio commento dove ho palesemente detto che non la trovavo una truffa, ma che trovo quasi una ammissione uccidersi per un solo articolo che mette in dubbio. Passare dalla parte del torto. Ma siccome quelli come lei e come molti, amano attaccarsi al perbenismo (con scarsi risultati nella loro vita se poi si analizzano ma è bello sembrare giusti per finta) lei è qui a insultarmi. Prego, si prenda i suoi 5 minuti di applausi. Fortunatamente a me non occorrono, né mi tangono i commenti negativi contro. Seguiro' la faccenda come ogni notizia di cui mi interesso ed avrò la mia opinione personale, come sempre. Fine.


Valentina Bevilacqua quindi dai per scontato che la Signira Giovanna abbia imbastito da se' questi messaggi, sia il primo che la risposta? Accidenpolina, perdindirindina dovresti lavorare nell'intelligence, sei merce preziosa.
Io invece penso solamente che
Il primo messaggio sia un troll ( o come so dice) cioe un messaggio fake
La risposata della Signora sia stata sincera, ha sbagliato ( fra virgolette) perche' non ha verificato ( eppure cita delle situazioni che magari facilmente verificabili) bene, e se per uno sbaglio, chi campa di social deve mettere alla gogna e dare di bugiardi, ebbe' allora io mi chiedo ma quale valore si da' alla parola verita'? Troppo abusata in tutti questi commenti...


Lungi da me difendere Lucarelli e Biagiarelli, ma perché il giornalista Crosetti, invece di fare bullismo contro quella che definisce bulla (sta giocando allo stesso gioco, se non peggio), non parla di tutti i suoi colleghi che si buttano a pesce morto sulle non notizie che possono attirare click e commenti senza prima verificare l'autenticità/veridicità della notizia ("bidella pendolare" docet)? Oppure è deontologia giornalistica difendere a spada tratta i colleghi che sbagliano, anzi gettare il sasso e nascondere la mano?
Perché se qualcuno, prima di Biagiarelli, si fosse preso la briga di digitare il nome della pizzeria su Google e cliccare poi su "recensioni", forse si sarebbe reso conto che qualcosa non andava e avrebbe fatto il lavoro per cui è iscritto all'albo, o almeno penso sia quello il lavoro: pubblicare notizie verificate e non per sentito dire


Lorella D'amato allora analizziamo i fatti. La persona in questione era una ristoratrice. Più o meno il ristorante poteva lavorare, non ci è dato sapere e poco importa. Esce una recensione, attenzione, una studiata manovra pubblicitaria, che manda virale un commento dove si dice che in quel ristorante si mangia bene, ma che si è stati fatti sedere vicino a disabili e gay, che fortuna, entrambe le categorie insieme denigrate...il commento ovviamente va virale in un momento sociale dove la lotta alle disparità sono forti e all'ordine del giorno. All'apice di questa vitalità, la ristoratrice commenta così il popolo legge la sua risposta, osannandola e di conseguenza andando nel suo ristorante a riempirle locale e quindi tasche. Un misero articolo esce, qualcuno nota la stranezza e dice 'e se fosse una manovra pubblicitaria'?. La signora senza certezza, senza se e senza ma, si uccide. Cioè non era una paladina? No. Si ammazza come la più vile dei codardi timorosa che esca una quale verità non si sa. Come lo chiama lei? Errore di comunicazione?


Mi stupisco del fatto che pseudo editorialisti non si rendano conto di una cosa semplice: i social sono un luogo pubblico in cui nessuno ci obbliga a presenziare. Se passo per la piazza del paese e qualcuno decide di commentare il mio abbigliamento eccentrico, fa parte del gioco. Ancor peggio se mi espongo sui social perché in piazza posso dover passare mio malgrado per andare dal panettiere, sui social si va appositamente per cercare interazione e mostrarsi. L’interazione non la scegliamo noi in base alla convenienza, come bambini viziati e forse anche un po’ ritardati, e puo’ prendere varie direzioni. Non sempre sara’ funzionale al nostro super ego e alla nostra auto celebrazione narcisistica, a volte potrebbe mettere in evidenza delle incongruenze o portare delle critiche (che al giorno d’oggi sono vietate, qualunque sia il motivo, a partire dalla scuola).
Se qualcuno ci accusa di essere dei pedofili senza prove ci sta calunniando, se si limita ad analizzare qualcosa che noi abbiamo messo, volontariamente o meno, a disposizione di chiunque, sta semplicemente commentando da libero cittadino. Non vuoi avere problemi sui social, non vuoi interazioni con il “popolino cattivo cattivo”? Apri un profilo privato accessibile solo a chi decidi tu o direttamente ti astieni dai social (come il sottoscritto). Mettere in piedi teatrini (ideologici e falsi) per motivi ancora tutti da verificare non mi sembra un diritto di libertà individuale. Evidenziarne eventualmente tutto il disvalore mi sembra faccia parte dei diritti di chiunque in un ambito PUBBLICO e funzionale alla comunicazione di se al resto del mondo.




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