Burioni boccia 398 studenti su 408 all’esame di Microbiologia: “Il 44% non sa diagnosticare un’influenza”

Il caso dopo la denuncia su TikTok di una studentessa dell’Università San Raffaele: “Bocciato anche chi di solito prende 30 e lode”. La prova consisteva in 10 domande a risposta multipla a cui rispondere in 15 minuti

           

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la Repubblica
Una situazione che avrebbe portato a un certo malcontento tra gli studenti di Medicina, che per la prima volta si sono trovati a dover affrontare il test, dal momento che prima il corso di Microbiologia era retto da un altro docente, Massimo Clementi, ora andato in pensione. La prova consisteva in otto domande a risposta multipla: tempo a disposizione per rispondere, 15 minuti. La condizione necessaria per superare il test era di rispondere esattamente a tutti i quiz. La preselezione era mirata a verificare se gli studenti avessero appreso le nozioni di basi del corso, e Burioni si è rivolto agli studenti con una mail interna per sottolineare come a suo dire le nozioni non fossero state assimilate a dovere.
Il virologo ha scritto che "Il 17 per cento dei partecipanti a questo appello ignorava l'agente eziologico della scarlattina e che il 44 per cento non ha saputo indicare come fare una diagnosi di influenza". Per i 398 bocciati c'è comunque a disposizione la sessione di febbraio.


Mi piace leggere i commenti di chi dice si, bocciateli tutti, sono delle capre non sono più bambini forse o non avete mai fatto l'università o siete stati abituati a dover studiare 7-8 mesi per passare gli esami e vi siete convinti che sia giusto così, ma la realtà non dovrebbe essere questa a mio avviso, e scrive uno che ha studiato mesi per passare esami difficili a medicina. Qui sembra che qualcuno goda nel fatto che solo il 2% sia passato, la verità è che ciò per me è un gran fallimento, ed è capitato anche a me. Quando un insegnante è costretto a bocciare il 98% dei partecipanti c'è qualcosa che non va da ENTRAMBE le parti. Molto probabilmente gli studenti non erano abbastanza preparati ma molto probabilmente chi ha preparato il test ha sbagliato qualcosa, o nella preparazione dello stesso o precedentemente. Il punto è che a pochi insegnanti importa davvero il motivo per cui ci sono delle difficoltà, spesso non si rendono conto della difficoltà e dello spessore dei programmi, non si degnano nemmeno di organizzare correzioni, anche se richieste, di rendere il più semplice possibile ciò che spesso non lo è. Perché quelle nozioni le sanno già e non si ricordano della fatica che ci vuole per apprendere! Poi si inventano propedeuticità inutili, esami fatti di 3-4 parti in giorni anche diversi che se non se ne supera una si ricomincia tutto da capo, se non si passa un esame non si fa tirocinio, e poi si viene sbattuti nel reparto senza la minima preparazione (es mandano obbligatoriamente in neurologia senza manco aver finito le lezioni di quell'esame).
Che diavolo di insegnanti sono? Che organizzazione è? Ma a qualcuno interessa veramente formare i futuri laureati?
Io di professori che magari chiedevano agli studenti il motivo della poca preparazione, se qualcosa non era chiaro, se avessero suggerimenti, che fossero realmente interessati a rendere gestibile la mole di lavoro da fare ne ho trovati due o tre in sei anni. I sondaggi fatti prima o dopo gli esami con suggerimenti mai presi in considerazione dai docenti. Richieste di un appello in più durante il COVID a causa della pessima organizzazione universitaria respinte, dandoci dei viziati. Mi auguro quindi che il professor Burioni abbia notato i risultati e che faccia tutto il possibile per spronare i ragazzi a fare meglio e contemporaneamente però provi migliorare il suo lavoro, compresa la preparazione del test.


Daniele Vincenzi dipende tutto da cosa intendiamo per insegnare e per scopo. Sono d'accordo che all'università il prof non debba guardare se hai scritto i compiti sul diario, però ripeto se il 98% degli iscritti vengono bocciati non è solo perché sono poco preparati, e se lo sono bisogna chiedersi il perché, se si vuole migliorare la qualità della didattica. Chissà perché in quei pochi corsi in cui i professori erano attenti, come scrivevo nell'esempio del commento sopra, queste percentuali non le ho mai viste. E gli studenti arrivavano preparati e avendo studiato bene. Poi sicuramente la mia esperienza è limitata e non è assoluta, ma quello che scrivo è condiviso da molti amici che hanno studiato con me.


Yuri Rutigliano l’aver commentato sotto un articolo che parla di una specifica persona non mi impedisce di fare valutazioni generali. Se Burioni ha promosso solo 10 sugli oltre 400 candidati che si sono presentati al suo esame, lui (ma come altri professori in casi simili) si assuma la responsabilità di questa scelta e capirà che se uno studente viene bocciato non è solo colpa sua.
Ricordo che ad un esame che sostenni diversi anni fa, la professoressa ogni volta che bocciava non si arrabbiava perché lo studente non aveva studiato, ma se la prendeva con se stessa per non essere stata in grado di trasmettere il necessario per affrontare l’esame, ritenendo dunque di aver fallito nel suo ruolo di docente. Io penso che una prof con una consapevolezza del genere non possa mai fallire nel suo ruolo e spero che anche altri docenti lo capiscano.


Giulia Giurini io non credo che oggi sia così diffusa l’auto valutazione che ti portava a rimandare la sessione perché non ti sentivi pronto. Nella mia piccola esperienza si postdoc gli studenti che mi sono capitati avevano la presunzione di sapere tutto e poi invece non era così. Dipende anche dal ritmo dei nuovi corsi. Una volta gli esami erano di meno e c’era più tempo per riflettere. Oggi con il nuovo ordinamento è tutta una corsa e la preparazione ne risente.

Però ricordo il mio esame di meccanica applicata alle macchine in cui al primo appello presi 18, e il professore mi disse “18 è superato, ma questo esame è troppo importante nella carriera di un ingegnere meccanico… torno la prossima volta” … e la volta seguente presi 28. Una delle mie più grandi soddisfazioni


Angela Tanzi ma non è vero. Da noi quello di filologia germanica ne segava un bel po'. Ma è stato onesto fin da.subito, dicendoci esattamente cosa si aspettava da noi per passare l'esame. Io ho preso un decente 25, sbagliando una sola cosa. Poteva darmi idi più, sicuramente. Ma ho sentito gente che raccontava le.peggiori castronerie (magari anche chi aveva superato gli esami di letteratura con voti alti). Quel tipo di esame richiede competenze tali per cui o sai o sai. Se non sai e non sei preparato ti sgama subito. Molti affrontano gli esami (in generale) con sufficienza e superficialità. Capace che sia il caso di microbiologia a medicina.


La questione è semplice: era realmente possibile rispondere correttamente a tutte le domande?
1) è stato consigliato un testo di riferimento su cui studiare e che presentava le risposte alle suddette domande?
2)se le risposte non erano reperibili in un testo consigliato, sono state date a lezione dal docente le nozioni per rispondere a tali domande?
3) il professore ha fatto lui lezione o ha mandato qualcun’altro a fare lezione che non ha dato le informazioni non reperibili sui testi ma necessarie a rispondere correttamente all’esame?
Nella mia esperienza universitaria quando l’esame non lo passava nessuno succedeva sempre la terza condizione.


Severo, ma giusto. Il fatto che non l abbia superato neanche chi solitamente prendeva 30 e lode non significa nulla. Io pure feci un esame di filologia romanza alla Sapienza, strutturato appositamente per essere una mega-tagliola: per il tempo a disposizione e per la lunghezza e complessità dei compiti scritti assegnati quasi nessuno riusciva ad arrivare al 18: io stesso presi 17 e lo dovetti rifare arrivando appena al 18. Ma all orale si rivelò essere un grandissimo docente e giunsi al 30 (mi ricordo bene quella data per via di un fatto molto spiacevole: 17 settembre 2012, Pasquale). Quindi, a mio parere, è un modo per selezionare la qualità a fronte della quantità. Tra l altro, nel caso di Burioni si tratta di pre-esame, quindi una strategia per selezionare studenti di qualità e magari spronare a dare il massimo, come fu con me. Tutt'oggi lo ringrazio. Voi pure, Michele e Agnese?


Yuri Rutigliano mi creda sono il primo che spera in un’università meritocratica e selettiva, ma essendoci stato dentro per diversi anni le posso anche dire con estrema franchezza che non tutti i promossi agli esami sono meritevoli.
Lei invece è proprio sicuro che quel 2% degli studenti che passa l’esame siano tutti meritevoli? Se fosse così come dice lei, allora, non dovrebbe esistere la malasanità dato che per diventare medici gli esami devono pur sempre essere superati.
(specifico per correttezza: non mi riferisco a Burioni, non conosco il contenuto delle lezioni né dei suoi esami; né tantomeno mi riferisco ai suoi studenti che neanche conosco)


10ºFabio Zucca , rimane sempre un metodo da polli in batteria, scusami, ma ogni alunno è comunque portatore di un vissuto, di ansia , aspettative, può anche aver studiato tantissimo, una prova in un tempo così ridotto non è congrua alla situazione e alla verifica delle conoscenze , ma davvero si è arrivato a questo ? Se le risposte le sa ed ha studiato può darle anche in 20 30 minuti , un ora . Poi ci chiediamo perché si lanciano dai tetti o inscenano finte lauree ... sono scioccata, mi spieghi la motivazione di un tempo così ridotto ?




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