Carlo Calenda: "Mai più soli alle regionali. Impossibile non parlare con Conte" (di F. Olivo)

Intervista con il leader di Azione dopo il risultato deludente in Sardegna: "Il dialogo coi 5 stelle? Impossibile fare altrimenti, però non a tutti i costi". E sul campo largo resta scettico, "non trarre lezioni di natura generale" (da HuffPost Italia)

           

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Benedetto Terragni prima scrivi che la Todde ha vinto grazie al Pd, poi che ha vinto perchè l'amico tuo, stava sul caxxo a tutti. Decidi...o è l'una o è l'altra. In ogni caso, se la prima opzione fosse vera, non ci sarebbe nulla di male, visto che le alleanze si fanno proprio per questo. Se fosse invece vera la seconda...chi ha imposto un candidato che stava appunto sul caxxo a tutti?! Lo so è dura da accettare, ma prenditi un pò di malox e vedrai che finirai di schiumare.

P.S.: il fatto che il 48% dei sardi non abbiano votato, vale solo quando vincono gli altri? Strano perchè quando alle politiche di un anno e mezzo fa, noi ci lamentammo del fatto che Gioggia vinse grazie alla metà degli italiani che resterano a casa, voi dicevate frasi del tipo "prendetevela con i vostri elettori se non vi votano più". A quanto pare la coerenza non è il vostro forte.


NO, Il TRIPOPULISMO NO, NON LO AVEVO CONSIDERATO
Scrivo da anni che il voto contro mi ha nauseato, visto che i programmi delle coalizioni sono solo fumo negli occhi e specchietti per le allodole, dato che si cerca di raccattare di tutto, con rete a strascico, del tutto incuranti delle posizioni dei singoli partiti e movimenti che le compongono, spesso parecchio contrastanti o addirittura opposti, questo vale da anni per entrambi gli schieramenti principali, spesso speculari, entrambi statalisti, assistenzialisti e clientelari, con accentuazioni sovraniste ottocentesche il centrodestra ed egualitarismo astratto, che svilisce le competenze, il centrosinistra.
Entrambi succubi di paranoie antiscientifiche, forse anche per contendersi i voti degli oscurantisti di Coldiretti, come quelle su OGM, editing genetico, Glifoste, olio di palma ecc.. e, ultimamente le farneticazioni sulla carne coltivata, soprattutto del centrodestra, in nome di un fantomatico e ridicolo sovranismo alimentare.
https://www.ilfoglio.it/s...omica--5117860/
A maggio 2020 abbiamo avuto il voto pressocché unanime delle camere sulla fuffa dell’agricoltura biodinamica, con solo voto contrario di Elena Cattaneo.
Il centrosinistra risponde con pregiudizi ideologici comuni sul nucleare e il no tutto di 5Stelle Sinistra Italiana e Verdi, dalla TAV, al TAP, al 5G, ai rigasificatori, ai termovaloirizzatori ed ai depositi di scorie radioattiva, le pale eoliche vanno bene solo se lontane dal proprio bacino elettorale e gli ulivi con la Xylella non si tagliano ma si curano abbracciandoli,
Durante la pandemia abbiamo visto il governo Conte far scorrazzare nel paese i militari russi, Salvini farneticare di cure con idrossiclorochina e di cure gratis ed efficacissime con il plasma iperimmune di De Donno, la Meloni, per non essere da meno, partecipava alle manifestazioni delle fantomatiche cure domiciliari dei seguaci dell’avvocato Grimaldi, il voto NoVax allettava molti.

https://pagellapolitica.i...-gli-annumpatie

Sulla politica internazionale vi sono posizioni molto diverse o diametralmente opposte in entrambi gli schieramenti, decisamente europeiste ed atlantiste, a fianco dell’Ucraina +Europa e la maggioranza del PD, da una parte, Forza Italia, Centristi e la maggioranza di FdI dall’altra, mentre sono note le simpatie per Putin di Salvini e 5Stelle. la Lega ha addirittura un accordo di collaborazione col partito di Puti e loro ed i 5Stelle erano i due partiti italiani invitati al loro congresso e, non a caso, sono contrari, insieme a Sinistra Italiana e Verdi all’invio di armi agli aggrediti, di fatto una richiesta di resa, mascherata da una ipocrita e squallida dichiarata preoccupazione per la vita dei civili.
Con questa eterogeneità è impossibile fare governi che possano fare le riforme necessarie al paese e si perde credibilità a livello internazionale, ciò vale anche per gli enti locali, in particolare le regioni.
Alle elezioni sarde Soru ha dichiarato di voler rompere questo schema perverso, ha aggregato forze riformiste che, pur con contraddizioni, si oppongo al bipopulismo speculare, in effetti +Europa ed Azione hanno posizioni abbastanza omogene sui temi trattati, peccato che abbiano escluso, per veto di Calenda, Italia Viva, con programmi quasi identici, ma si siano alleati con Rifondazione Comunista, con posizioni opposte, praticamente su tutto, al fine di raccattare un prevedibile zero virgola, creando, di fatto, una terza coalizione populista, con le stesse logiche e contraddizioni delle altre due, penso che il fallimento fosse annunciato e meritato. se fossi sardo non avrei votato nessuno di loro, credo che occorra rompere questo schema perverso in futuro, aggregando chi ha posizioni coerenti e puntando ad attirare chi ha posizioni analoghe ma rimane negli schieramenti prevalenti, parlo di alcuni esponenti riformisti del PD e gente come Giulio Terzi di Fratelli d'Italia. perché non vede reali alternative e soprattutto, parte del quasi 50% degli aventi diritto, che non votano più. non sempre per disinteresse nella politica.
Di seguito una analisi seria di un sardo, Adriano Bomboi, che conosce la situazione dell’isola meglio di me.

https://www.facebook.com/...mibextid=WC7FNe

Auguri comunque alla neo eletta Alessandra Todde, il suo curriculum di studi ed imprenditoriale sembra valido, il fatto che sia sempre rimasta allineata con le posizioni imbarazzanti del Movimento non da grandi speranze, spero di essere smentito, per il bene della splendida Sardegna.


L’altra prima donna

Editoriale di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano

Siccome la Sardegna è stata retrocessa all’età dei nuraghe da una classe dirigente indecente che si spera verrà spazzata via in giornata (memorabile la legge regionale che impone lo scrutinio entro e non oltre le ore 19, che a metà giornata la Regione dichiara “meramente indicativa”, per dire l’utilità di dare più poteri alle Regioni), scriviamo senza i dati definitivi delle Regionali. Ma alcune cose le sappiamo già.

1) La Meloni, dopo 16 mesi a Palazzo Chigi, è più popolare a Kiev che a Cagliari, grazie al malgoverno suo, del sindaco FdI di Cagliari, Truzzu, e del presidente regionale leghista, Solinas.

2) Alessandra Todde, perfetta incarnazione del populismo gentile e competente dei 5Stelle contiani, sembra aver vinto, ma anche se perdesse di un soffio avrebbe compiuto un miracolo: grazie al curriculum, allo stile fermo ma pacato, al fattore-novità e anche al fattore-donna, ha convinto prima i vertici e poi gli elettori del Pd a sostenerla ed è riuscita a raggiungere il candidato delle tre destre malgrado l’operazione-sabotaggio di Renato Soru. Se poi dovesse anche vincere, diventerebbe la prima presidente di Regione nella storia dei 5Stelle, la prima espressa dall’alleanza M5S-Pd e la Sardegna sarebbe la prima Regione strappata dai progressisti alla destra dal lontano 2015.

3) Il Terzo Polo, per una volta, arriva terzo, ma solo perché correvano in tre: il famoso Centro piace tanto alla gente che piace e ai giornaloni, ma non esiste nella realtà, sempreché si possa chiamare Centro l’ammucchiata di Soru con Calenda, Rifondazione e una lista filo-Hamas (l’Iv renziana non è neppure pervenuta) pur di far perdere i progressisti; e pare che non entrerà neppure in Consiglio regionale. Una prece.

4) L’unica formula vincente contro le destre è un’alleanza fra 5S, un Pd davvero rinnovato e i rossoverdi: quella che sostenne il Conte-2 fino in fondo. Astenersi centrini, perditempo e perdivoti da “campo largo” e “riformismo”.

5) Oltre al buon ricordo lasciato come premier, l’arma segreta di Conte è il fatto di essere il leader più sottovalutato del mondo.

6) Dopo le fumisterie e le ambiguità fin qui esibite sui temi più caldi per tenere insieme i vari Pd, la Schlein dimostra che quando compie una scelta netta la azzecca: quella di scaricare i Soru e gli Zedda, che han fatto il loro tempo (altro che terzo mandato) e puntare sulla più fresca Todde. Il che non vuol dire che ora Pd e M5S debbano andare insieme ovunque a qualunque costo: dipenderà dalla carica di novità dei candidati. Perché è sull’asse nuovo/vecchio, non destra/centro/sinistra né tantomeno moderatismo/estremismo o riformismo/populismo che gli italiani giudicano e votano. Ma, si sa, non c’è peggior sardo di chi non vuol sentire.




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