Fedez parla ai giovani: “Forte lo stigma verso chi prende psicofarmaci, la salute mentale non viene considerata in questo Paese”

Il rapper ha incontrato 350 ragazzi al Circolo dei lettori di Torino, una delle prime uscite pubbliche dopo la notizia della crisi con Chiara Ferragni

           

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Giuseppe Pepe guarda, ripeto,io parlo della mia esperienza personale nel mio disturbo personale affettivo borderline. Ho erroneamente omesso che sono indiana, abbandonata a 10 giorni in un orfanotrofio in India e adottata a 10 mesi da una famiglia italiana... Come la maggior parte dei figli adottivi mi porto dentro il vuoto dell' abbandono e ripeto ringrazio Dio di avere la famiglia che ho, che si è resa conto che fin in tenera età era difficile la mia personalità e forse troppo dipendente dall'altro e questo ne parla molto il vissuto di amori tossici nella mia vita. Adesso ho trovato un compagno con cui sto bene, ma la morte di mia madre ha fatto ritornare il vuoto abbandonico. Non me la sono presa ammazzando altri, ma chiedendo aiuto per me stessa e SOPRATTUTTO PER NON FAR MALE AGLI ALTRI


Forte lo stigma? Forti i soldi che prendono in premi quelli che li prescrivono a fronte di problemi di umore non ascrivibili a patologie specifiche.

In sostanza si è creata una malattia indefinita per cui diventa legale imbottire una persona in difficoltà per renderla dipendente dal farmaco.
La cosa ha giusto un costo enorme per la sanità.
Fenomeno che arriva fino ad essere quasi una moda, quando senti 2 persone parlare in metropolitana dei farmaci antidepressivi che prendono.

Piuttosto che prebdere sti farmaci preferirei che mia figlia si fumasse le canne.
E tu fedez piuttosto che parlare e cantare per far 2 spicci, pensa ai tuoi figli che prima li hai messi in copertina ed ora li stai lasciando con uno sfacelo di situazione.


Angela Caviglia
Io sono davvero curioso di sapere come mai ci sono persone che rispondono a commenti senza averli letti (o capiti).
Provo a riformulare.
Come detto e ripetuto, io vedo il disagio psichico imputabile a (almeno) due cause: una patologica, di malattia; l'altra ambientale o, si potrebbe dire meglio, culturale. Intendendo per tale quella che trae origine dalla diffusa voglia di essere "influenced" (per mediare il termine "influencer"), dalla compiacenza verso se stessi, dalla "filosofia dei diritti" (con conseguente frustrazione nel non ottenerli), e altre iatture dell'era contemporanea, che provocano disagio fisico e, parallelamente o conseguentemente, mentale.
Questo secondo tipo mi pare oggi nettamente prevalente, da cui la mia idea sulla sua origine. Ed è a questo che si applica con successo il mio rimedio.
A margine di questa mia "diagnosi", un aneddoto. Qualche tempo fa, infuriavano sui "social" i post a favore o contro il caffé: cinque al giorno sono il toccasana, diceva qualcuno; più di tre al giorno sono letali, altri. Tutte diagnosi supportate da tanto di studi. La mia netta impressione è che si trattasse di una lotta di lobbies.
Ecco, non mi meraviglierei che questo battage a favore degli psicoterapeuti, che sta diventando ossessivo, avesse la stessa origine.




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