Lo stupore del Colle dopo le accuse di Meloni: mai in discussione la vicinanza alle forze dell’ordine

Chi ha sentito il Colle, dopo l’attacco di Giorgia Meloni dell’altra sera al Tg2 Post, ha la sensazione che sia iniziata una nuova fase nei rapporti. Che molte buone maniere stiano venendo meno

           

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Sicuramente il presidente della repubblica, il miglior presidente che comunque potremmo avere, in questa circostanza non si è mosso nel migliore dei modi. Per due motivi
1) prima si aspetta comunque la conclusione delle indagini o di avere qualche dettaglio in più ( tipo perché la polizia ha caricato )
2) doveva sottolineare l appoggio alle forze del ordine , pur eventualmente condannando la reazione spropositata alla manifestazione .

Ma non si può pensare che i manganelli non servano alle manifestazioni : se no andate voi per quattro soldi a farvi insultare , sputare e magari lanciare i sassi addosso.
Sempre troppo facile giudicare gli altri , quando non si è al loro posto, ma a casa a giocare con il cellulare.
Che poi fa ridere andare contro le forze dell'ordine, quando possono essere i figli di tutti noi , ad indossare la divisa.


La Meloni ha capito che riceve consensi se alza la tensione, se crea un "nemico" contro cui rivolgere i propri supporters, soprattutto per distogliere da sé le responsabilità di una gestione più che mediocre della nazione (nonché delle recenti figure imbarazzanti fatte sia dal punto di vista politico che comportamentale durante e dopo il voto in Sardegna).

In questo modo, annulla il senso critico di molta parte dei propri sostenitori e ricompatta la schiera che la sostiene.

È un gioco che ha condotto da sempre.
Mi auguro che questo gioco stanchi la parte del corpo elettorale che l'ha votata con la motivazione "lei non ha mai governato, proviamo anche questo".
Ricordiamoci, infatti, che il suo 28% di consensi attuali è fatto, in massima parte, da voti volatili. Lo abbiamo già visto nel caso di Renzi (40%), i 5 stelle (33%) e Lega (34%).
Ora sembra il turno di Giorgia.


Matteo Acquaroli Le propongo il testo di Diritto Costituzionale consigliato in diverse facoltà di Giurisprudenza, il Martines Temistocle, opera indicata nel sito universinet,it come "la più adottata tra i testi principali per la sua chiarezza"; ecco il passaggio in esame: " Il Presidente della Repubblica ha un ristretto margine di discrezionalità nella scelta del Presidente del Consiglio mentre non ne ha alcuno nella scelta dei ministri formalmente demandata al Presidente del Consiglio". Ora invito Lei a darmi un testo altrettanto autorevole dove si dice che il Presidente può intervenire nella nomina di un ministro in base al suo orientamento politico.


Dei fatti di Pisa mi fa' impressione e tristezza una constatazione. Dato per assodato che qualcuno fra i poliziotti ha esagerato e che per questo ne subirà le conseguenze, il vostro giornale non pone mai la questione del rispetto per l'autorita'. Scrivete da giorni che stiamo parlando di ragazzini di 14 o 15 anni. Vi chiedo, ma voi a 14 o 15 anni vi sareste mai permessi di andare a mezzo metro da un pubblico ufficiale per vomitargli addosso i peggiori insulti? È forse questa l'idea di libertà che abbiamo trasmesso alle future generazioni? E se non abbiamo trasmesso ai nostri figli l'importanza da riconoscere all'autorità, perché ci scandalizziamo quando un professore a scuola viene picchiato da un ragazzino per una nota o per un brutto voto? Parafrasando il titolo di una splendida canzone di De Andrè, questa è "una storia sbagliata", ma lo è da tutti i punti di vista, agenti, ragazzi, professori e genitori.


Matteo Acquaroli se ha collaborato all'università può controllare i manuali di diritto costituzionale che vuole e non credo che ci sia scritto da nessuna parte che il Presidente possa intervenire nella scelta di un ministro, fatti salvi evidenti e conclamati problemi di incompatibilità etica con la carica, esempio l'avvocato personale del Capo del governo alla giustizia, per Savona ci fu invece una gravissima censura di carattere politico che entrava nel merito delle scelte di indirizzo politico economico di esclusiva competenza dell'esecutivo, in pratica Mattarella si è sostituito al governo eletto dal popolo per adeguare la politica economica nazionale a quella della UE, se ci pensa un fatto di enorme gravità, e lei me lo vuole paragonare con una battuta, magari rubata al bar?


ROBI STELLA lei si confonde sul termine “scelta “. Quella di cui parla Martines è la scelta, a lui spettante, del Presidente del consiglio, secondo criteri e prassi costituzionali che non è il caso di spiegare qui.
La scelta dei ministri è prerogativa del presidente del consiglio incaricato ma non del capo dello stato. L’avverbio formalmente sta a indicare che poiché i ministri sono successivamente nominati dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del consiglio, il primo può avanzare riserve e perplessità prima di compiere un atto che gli è proprio e non imposto.
Mutatis mutandis c’è analogia con il diritto di veto in tema di integrazione dell’efficacia di una legge.
Mi spiace ma lei ha citato un passo che non c’entra nulla.


ROBI STELLA per quel che può valere, ho collaborato per una decina di anni con la cattedra di diritto costituzionale della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bergamo. Faccio davvero fatica a pensare che la decisione di Mattarella, inquadrabile nelle prerogative di cui all’art. 92 Cost. possa costituire un caso di attentato alla costituzione, per altro ci sono almeno 3 precedenti analoghi per i quali nessuna obiezione fu sollevata in tal senso.
Rimanendo sul tema del post mi verrebbe da chiederle cosa penserebbe di Mattarella se avesse definito la Meloni “zombie coi tacchi”. Personalmente mi sarei indignato, credo anche lei.
Resti sul tema e lasci i pregiudizi ridicoli per cui Cossiga avrebbe rischiato la messa in stato d’accusa perché non comunista


Il presidente della repubblica ha commesso un grave errore schierandosi contro le forze dell’ordine, quelle parole hanno risvegliato il becerume della sinistra terroristica e violenta, ora a pagare le conseguenze di quelle parole sono gli agenti delle forze dell’ordine.
Si schieri con forza al fianco delle forze dell’ordine condannando le manifestazioni violente che hanno scatenato questo cortocircuito istituzionale.
La presidente del consiglio Meloni ha ragione, l parole errate possono diventare armi puntate contro le forze dell’ordine. Questi assalti che si stanno verificando contro le forze dell’ordine sono chiaramente figlie di quelle insensate parole pronunciate maldestramente.
A volte è meglio il silenzio, poiché parole dette a caso possono giustificare l’ingiustificabile.
La politica sinistra faccia un passo indietro e si distingua dai terroristi di estrema sinistra che vogliono solo creare caos e violenza.
Onore alle forze dell’ordine.


A me risulta che lei Signor Presidente, riguardo ai recenti fatti di Pisa, abbia dichiarato; «"L'autorevolezza non si misura sui manganelli, usarli contro i ragazzi è un fallimento».

E chi, di grazia, Signor Presidente li ha usati, fallendo , tali manganelli, se non le FO?

Gli impiegati del catasto?
Gli infermieri delle ASL?
I netturbini di Caserta?

O magari Lei signor Presidente, dicendo “mai in discussione la vicinanza alle forze dell’Ordine” , intendeva mai prima dei recenti fatti di Pisa?

Allora ci capiamo! Allora le do ragione! Perché in effetti non ha proferito verbo durante le memorabili cariche dell’ottobre 2021 fatte dalla polizia non solo con manganelli , ma anche con idranti e lacrimogeni per sgomberare i portuali no green pass davanti al Varco 4 del porto di Trieste.

E neppure ha pontificato di fallimento nel 2020, quando a Firenze chi osava manifestava contro i Dpcm anti-covid, veniva caricato, bloccato e preso a manganellate o parimenti quando la stessa sorte toccò ai manifestanti a Torino, Milano e Napoli dove restarono ferite molte decine di persone.

Anche nel 2015, di fresca nomina, in effetti Ella non palesò alcuna manifestazione di “non vicinanza” alle forze dell’ordine, quando gli studenti che tentavano di contestare l’ex ministro Stefania Giannini, all’ingresso della Bicocca di Milano, furono bastonati a dovere. Evidentemente quelle erano bastonate didattiche!

Stesa solidarietà silenziosa, cioè non dicendo nulla (chi tace acconsente ), Lei Signor Presidende la espresse anche nel gennaio 2022, quando a Palazzo Chigi c’era Lui : Mario Draghi il Più Bravo da Lei prescelto per la nostra salvezza!

Però rammento che non fu leggera la reazione delle forze dell’ordine contro i ragazzi che protestavano per l’alternanza scuola-lavoro, dopo il dramma della morte di Lorenzo Parelli quando a Roma il corteo provò a puntare verso il ministero dell’Istruzione e fu fermato con cariche, manganellate come se piovesse e idranti.
Ma quelle erano manganellate democratiche!




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