La 18enne che ha ucciso il padre: "In casa noi femmine dovevamo sempre sottostare alle sue regole, altrimenti ci picchiava"

Parla Makka, la studentessa che ha ucciso il padre durante una lite: "Papà ci ha picchiate per anni, nessuno ha mai visto i lividi perché siamo musulmani e i vestiti lunghi ci coprono anche d’estate. Per colpa di mio padre sono sempre stata sola, non ho mai avuto un fidanzato, ho solo un’amica"

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/456375413381892

Il concetto che passa è che uccidere per legittima difesa sia quasi un’azione nobile, da utilizzare come esempio virtuoso.
Quello che dovrebbe passare, invece, è come non ci sia ancora un sistema di tutela che consenta a chi è vittima di violenza di avvalersi delle autorità per denunciare anche membri della propria famiglia.
Tralasciando gli aspetti culturali e religiosi, qui si parla di una persona che ha subito angherie e violenze che si sente legittimata a commettere un omicidio, quando dovrebbe sentirsi libera di denunciare e di sentirsi protetta a valle della denuncia stessa, perché ci sarà un sistema che si muoverà per tutelarla.
Ma così non è, e finiremo per leggere tante altre notizie di morti violente tra vittime e aguzzini.




+