Assegno inclusione in Campania, approvate 180 mila domande: è record

È la prima regione in Italia. A Napoli e provincia 110 mila richieste accolte

           

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Loretta Lollo Guiducci Gentile signora,

mi permetto di rispondere alla sua affermazione con rispetto, ma con una visione profondamente differente. Anch'io sono originario della Campania e, ho avuto l'opportunità di lavorare e vivere in diverse regioni d'Italia, incluso il Trentino e Genova, e attualmente mi trovo in Francia. Sono fortunato ad avere un lavoro stabile, risultato di numerosi sacrifici. Nel mio percorso, ho conosciuto molti campani, amici laureati, che nonostante le loro qualifiche, faticano a trovare un'occupazione. Questo non fa di loro, o di chiunque si trovi in una situazione di difficoltà, oggetto di disprezzo o giudizio.

È vero, esistono individui che approfittano del sistema, ma vorrei sottolineare che il Sud, la nostra terra, soffre di un'endemica povertà che spesso spinge le persone verso scelte disperate, ben lontane da quelle che potrebbero compiere in una situazione di benessere. Tuttavia, questa realtà non dovrebbe mai essere motivo per cadere in discriminazioni o offese.

I pregiudizi, signora, alimentano divisioni e incomprensioni. Dovremmo, invece, sforzarci di comprendere le circostanze altrui e ricordarci che dietro ogni statistica ci sono storie personali, lotte, sogni e delusioni. La solidarietà e la comprensione dovrebbero guidare le nostre parole e azioni, specialmente in tempi in cui il sostegno reciproco è più necessario che mai.

Ricordiamoci che la vera forza di una comunità risiede nella sua capacità di unirsi, di supportarsi a vicenda, senza lasciare che le differenze ci dividano. Solo così possiamo aspirare a costruire una società più equa e inclusiva, in Campania come nel resto del mondo.

Cordiali saluti.


Raffaele Aiello ti faccio presente che di lavoratori del sud ce ne sono tantissimi al nord. Purtroppo quando una paga non va in contro alle esigenze per vivere se pur lavorando mi devo fare debbiti per fare la spesa e ripeto LA SPESA allora no . E poi nemmeno te lo garantiscono. Oggi lavori e poi ti telefonano per dirti....ti facciamo sapere per il fine settimana se devi venire. Almeno il reddito e una certezza sai che a fine mese ti arriva un sostegno per cucinare e pagare una bolletta. Il precariato non ti garantisce niente e non si puo' vivere cosi. Nell angoscia


Margherita Frisanco peccato che parla con una persona che è originaria di Palermo e che vive a Reggio Calabria... Al sud i soldi non arrivano, faccio un esempio: soldi destinati al sud? Quote latte! Soldi destinati al sud per scuole e sanità? Ponte sullo stretto (che non serve a nessuno se non a rimpinguare l'ego di Salvini) e posso fare altri centinaia di esempi... Il sud ha questa mentalità a causa della malapolitica che obbliga la popolazione ad arrangiarsi esempio: la prima visita nefrologica urgente me la prenotano a 16 mesi di distanza, soluzione vediamo chi conosco per non finire in dialisi... Nessuno vuole vivere di sussidi ma se io in prima persona ho lavorato 16/18 ore al GG per 700€ con contratto di 3 ore, nel momento in cui mi offrono la possibilità (RdC) di uscire dallo schiavismo che faccio non la prendo al volo? E sai qual è stata la soddisfazione più grande? Vedere il mio datore di lavoro disperato in televisione che non trovava personale, si fottano lui e tutti quelli come lui...


Simone Ciccioli ok ti rispondo per l ultima volta. Vedo che il sedere ti rode. E se ti rode e perche' sei uno che striscia per vivere. Il classico pezzente che invidia chi sta meglio. Altrimenti non si spiegano tutte ste offese gratuite che fai. Ma la vita e questa. La realta' e questa e quindi levati dai cog... io non sono ne scenziata ma tanto meno na puzzata di fame come te che gode nel vedere il prossimo soffrire. Sei un frustrato della vita. E su questo ne sono convinta al mille.per mille. E non ti affaticare a rispondermi perche' non leggero' piu' le tue cagate. Ti ho dato gia' troppo onore. Sei fortunato


Massimo Genco Io sono stata parecchie volte al sud. Non ci sono leggi e regole. Se le fanno a loro piacere. Le faccio l'esempio con i terremoti, che non sono colpa di nessun governo. Sono stata a Gemona nel Friuli due anni dopo il terremoto del 76. Era tutto ricostruito e pulito. Al sud stanno ancora nelle baracche, sa perché? Primo aspettano la manna dal cielo, secondo, (più grave) rifiutano gli appartamenti perché così non pagano affitto e hanno i sussidi. Sono culture degli amici degli amici, dei furbetti. Come adesso fare cambiare i musulmani. Ci provi.Ne ho tante sa da raccontare...troppe per un breve commento.


Raffaele Aiello forse Alessandro de Rosi vive al nord ed ha dimenticato o non conosce la realtà del sud.
Io ,signore, sono del Sud e come me tanti altri non abbiamo bisogno di elemosina, abbiamo sempre lavorato con dignità ed onore, abbiamo pagato le tasse e “quelli del Nord” non hanno alcun diritto di offendere. “Quelli del Nord” dimenticano che in passato, quando avevano le pezze nel d… , sono stati i meridionali a mantenerli …”i signori del Pó”.
Il signor De Rosi forse dovrebbe chiedersi come mai molti si sono trasferiti al nord ( oggi hanno la puzza sotto il naso) e perché tanta disoccupazione nel Sud?
Se fosse fatta un’analisi seria, evitando disprezzo e commenti insensati le valutazioni sarebbero diverse.
Basta con le accuse di Roma ladrona e del Sud scansafatiche, si è appurato che i ladroni e percettori di reddito di cittadinanza sono ovunque e, guarda caso, appartenenti anche alle migliori famiglie ed a parenti di noti politici.
Politici che in passato si son riempiti la bocca di onestà, oggi, dovrebbero nascondere la testa sotto terra per le nefandezze emerse quali furti allo Stato, truffe e redditi di cittadinanza. Le noccioline, come pare,vengono mangiate al Nord e al Sud.
Finitela di individuare nel sud il nemico, finitela di ripetere le narrazioni raccontate da anni da politici di cui vergognarsi e che hanno usato la poltrona per mantenersi. Non conoscono il lavoro, non sanno di politica e divulgano narrazioni che oscurano una verità, l’incapacità politica di affrontare i problemi di un paese eterogeneo.




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