Luciano Canfora querelato dalla premier Meloni: raccolta firme di solidarietà per il filologo. Cgil, Anpi e Arci: “Attacco alla libertà di pensiero”

Il 16 aprile l’udienza preliminare nell’inchiesta per diffamazione nata dalla denuncia della presidente del consiglio: Canfora l’aveva definita “neonazista nell’animo” durante un incontro in un liceo di Bari. La premier sarà difesa da Delmastro

           

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Mbe
Male non ha fatto la Meloni

Canfora
Ogni tanto sviolina… e di brutto… e per esperienza posso testimoniare che non è nuovo a pubbliche performance del genere.
Ovviamente è liberissimo di dire ciò che vuole consapevole però che poi si deve assumere la responsabilità delle proprie dichiarazioni.

Delle 30 associazioni citate
15 sono della cisl e 15 centri sociali e collettivi
quindi assolutamente faziose e dunque inattendibili.

Ennesima conferma del tutto e’ che il difensore di parte nominato e’ Michele Laforgia
il Mao Tse Tung della Madonnella.

Forse il prof confidava nel fatto che un governo di sinistra un pubblico insulto di questa gravità e infamia , un vero e proprio stigma, lo avrebbe fatto passare in cavalleria.

Mbe gli è andata male essendoci adesso un governo di cdx.

La Meloni
Qualora ci sia una condanna
Sicuramente devolverà il risarcimento nel sociale


Secondo me l'insulto è pesante, ricevere una querela è una possibilità che va messa in conto, per quanto non penso che a Canfora verrà addebitato alcunché: però è un gesto simbolico quello di sporgere querela, significa respingere totalmente, sentirsi offesi. I neonazisti hanno mandato ai forni crematori persino bambini, vorrei capire chi con un minimo di dignità non sporgerebbe querela. Detto questo, a turno manipolano tutti il concetto di libertà d'opinione come credono. Dire che uno sia neonazista nell' animo o che non sia normale perché gay non so quanto possa essere diverso. La verità è che certe frasi sono semplicemente da cog£i0ni e che le persone nelle istituzioni e gli intellettuali dovrebbero essere in grado di parlare facendone a meno.


Corrado Calvo Mi pareva ovvio e palese che mi riferissi all'atteggiamento di repubblica e della sinistra piddina in generale, che s'indigna, batte i piedi e fa la raccolta firme a difesa di Canfora nel nome della libertá di pensiero e parola. La solita spocchia insopportabile che fa pensare a sta gente di possedere una patente morale che concede loro un'arroganza giusta, esente dalle proprie stesse regole, quando questa serve a stigmatizzare il nemico politico. La libertá di pensiero e parola non sono questioni estetiche ma universali. Si è liberi di dare della neonazista alla Meloni, come del sionista a Molinari. Repubblica se ne faccia una ragione.


TUTTE D'UN PREZZO
di Marco Travaglio - 28 marzo 2024

La sempre autorevole Repubblica informa che Putin ha avviato la campagna primavera-estate delle fake news: “I troll russi dietro i complottismi sulla salute della principessa Kate” (che invece, com’è noto, gode di ottima salute). Ma i troll russi una ne fanno e cento ne inventano, infatti hanno messo in bocca a Elly Schlein la candidatura di Lucia Annunziata alle Europee. Una bufala clamorosa, visto che l’Annunziata aveva lasciato la Rai il 3 settembre 2023 per non diventare una collaborazionista di quest’orrendo governo e giurando solennemente al Corriere: “Non mi candiderò mai e poi mai alle Europee. Né con il Pd, né con nessun altro partito. Spero che questa smentita sia chiara abbastanza per mettere tranquilli tutti”. Chiunque abbia minima contezza della sua tetragona coerenza può mettersi tranquillo: mai e poi mai troveremo il suo nome nelle liste del Pd o di alcun altro partito. Stiamo parlando di Lucia Annunziata, mica di una pagliaccia qualunque.

Un’altra fake news, talmente dozzinale da non poter che essere putiniana, è quella che vuole un’altra donna tutta d’un pezzo, Emma Bonino, alleata di Renzi e Cuffaro. Anche lei ha parlato chiaro e, quando parla, non cambia più idea. Il 1° agosto dichiarò al Corriere: “L’accordo è possibile, fermiamo la destra putiniana. Renzi in coalizione? No”. Perché “non vivo di rancori, a differenza sua”. Lui del resto nel 2014 l’aveva cacciata dalla Farnesina (“Non sapevo nulla, mi ha fatta fuori dal governo senza nemmeno una telefonata”). E lei l’aveva poi accusato di aver chiesto all’Ue “che gli sbarchi dei migranti avvenissero tutti in Italia in cambio di sconti sull’austerità”, cioè di aver “barattato i soccorsi con la flessibilità sui conti, violando di fatto Dublino”. Figurarsi se la leader di +Europa potrebbe mai allearsi in Europa con chi strinse quel “patto scellerato” con l’Europa. Ne andrebbe della sua cristallina linearità che le ha garantito poltrone e sofà dal lontano 1976 passando dai Radicali di Pannella a Forza Italia di B., Previti e Dell’Utri all’Ulivo di Prodi allo Sdi di Boselli alla Rosa nel Pugno alla Lista Sgarbi-Pannella al Pd a Tabacci ad Azione di Calenda e di nuovo al Pd di Letta. E figurarsi se potrebbe mai entrare in una lista “Stati Uniti d’Europa” dopo aver formato a Bruxelles nel 1999 il Gruppo tecnico dei deputati indipendenti con i peggiori nemici dell’Europa: quelli della Lega e del Msi-Fiamma Tricolore, i fascisti xenofobi belgi di Blocco Fiammingo e l’intera delegazione del Front National di Le Pen (non la moderata Marine: il suo fascistissimo padre Jean-Marie). Casomai servissero altre prove della falsità della notizia, ne basta una: un serio favoreggiatore della mafia come Cuffaro non si mescolerebbe mai con gente tipo Renzi e Bonino.

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