Berlusconi e la sua carriera da imprenditore in una docuserie su Netflix

La storia di una delle più controverse figure della politica e dell’economia italiana in una nuova serie. In uscita l’11 aprile

           

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Esattamente 30 anni fa, con il chiaro scopo di non finire in bancarotta e, prima o poi, in carcere, S. B. diventava presidente del Consiglio: avrebbe presto definito il confino fascista “una villeggiatura”, inneggiato all’evasione fiscale, corteggiato il Vaticano, attaccato i giudici, oltre ai giornalisti, e dileggiato le sinistre, patrocinando insieme a Fini la brutale repressione di Genova.
Sembra ieri, soprattutto perché da allora spadroneggia un populismo fondato sul gigioneggiare, sull'istrionismo fine a se stesso, sullo sberleffo infantile dell'avversario politico e mai sull'argomentazione seria, pacata, razionale, malgrado il pregevole tentativo di Romano Prodi, durato ben poco.
Dal maligno ceppo forzista, così caro agli italioti, sono venuti fuori un Bossi rafforzato, Salvini, Renzi, Meloni…
La rivoluzione, quindi, c'è stata, ma non è certo stata una rivoluzione liberale. Tutto all'opposto, è stata una rivoluzione illiberale, con marcatissime tendenze antidemocratiche in grado di far scuola perfino oltreoceano, senza che i Soliti Noti abbiano perso i propri privilegi (appartenessero essi al mondo marcio dell'evasione fiscale su larga scala, al tristo universo della malavita o all'alto clero parassitario).
E oggi il sogno P2, che per chiunque sia dotato di cuore e intelletto si configura come un incubo, si va ormai avverando.