Il premier polacco Donald Tusk: "La guerra in Europa è un pericolo reale. Ma l’Europa non è pronta"

Il primo ministro lancia l’allarme: "Siamo in un’era prebellica, se Kiev perde nessuno di noi sarà più al sicuro"

           

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Le obbligazioni statali rappresentano una situazione complessa in cui lo Stato si trova in un ciclo difficile da cui è arduo uscire. Gli investitori e le aziende che prestano denaro a determinate condizioni finiscono talvolta per esercitare un'influenza significativa, condizionando le decisioni di un paese. Questo porta a una situazione in cui la gestione della politica esterna ed economica sembra sfuggire al controllo diretto dell'Italia, con la conseguente perdita progressiva del nostro patrimonio nazionale.
Non sorprende, quindi, che si osservi una mancanza di investimenti in settori cruciali come la sanità, le infrastrutture, l'istruzione e l'equità sociale. Considerando che l'industria delle armi è tra le più grandi al mondo, emerge un quadro in cui la pace sembra un obiettivo sempre più lontano. I nostri investimenti sembrano orientarsi verso settori che non favoriscono il benessere collettivo, ma piuttosto interessi di egemonia, imperialismo ed economia.
Il conflitto militare-industriale emerge come un vero nemico in questo contesto, con i rappresentanti politici europei che sembrano influenzati da lobby potenti. È triste constatare che il sistema attuale, profondamente oligarchico, sembra fondato e alimentato dalla guerra in tutte le sue forme. La guerra non si manifesta solo sul campo militare, ma anche in quella contro i meno fortunati, contro la verità e attraverso i media, che spesso riflettono una narrazione imposta sia dai governi di sinistra che di destra.
La storica distinzione tra sinistra e destra, tra progressisti e conservatori, sembra ormai superata, con partiti come il PD che appaiono sempre più simili, sottomessi alla stessa oligarchia. Quest'ultima, per sua natura, si mostra suicida e cannibalica, capace di divorare e distruggere l'ambiente, i popoli e le strutture fondamentali della società, come la famiglia, senza la quale l'economia stessa non può sussistere.
Di fronte a questo scenario, ci si deve chiedere se saremo in grado di costruire una classe politica integra, che non ceda alla corruzione e che sia pronta a difendere i valori fondamentali piuttosto che servire gli interessi dell'oligarchia.


Marinella Saiella trovo fantastico il fatto di credere ancora alle balle dello zio Sam
Tipo combattono con le pale, tipo smontano lavatrici, tipo le torte della nonna che fa stragi di battaglioni, tipo la controffensiva un successo annunciato, tipo difendere la libertà di uno stato che è più oligarca della stessa russia, tipo riconquistare i vecchi paesi URSS,però quel Che succede a gaza fotte sega....ah non è Europa giusto, è lo stesso zio Sam che pone il veto sul cessate il fuoco.
Ti svelo un segreto l'Ucraina non fa parte dell'Unione Europea non è NATO non è nostro alleato ma gli stiamo regalando soldi aggratis.
Ci va di mezzo la povera gente si vero ma
non è da 2 anni che si combatte in quelle zone dove eravate????
Ps: non sono Putiniano ma realista.


Anche ipotizzato che Zelly fosse dalla parte giusta della storia, perché dovremmo continuare a dare armi ad un esercito che non vince, con il rischio di rimanere noi senza, in caso di attacco. Quale successo ha avuto fino ad ora Kiev, da giustificare ancora l'invio di armi? Anche noi abbiamo il diritto alla difesa. Non si fa che ripetere che Putin non deve vincere, però non è chiaro come si intende sconfiggerlo. Soprattutto qual'è l'evidenza o la prova che Mosca attaccherà la NATO. Qual'è il motivo per cui i nostri governanti intimidiscono l'opinione pubblica? Se non si auspica un conflitto mondiale, è necessario obbligare Kiev a negoziare o finiamo tutti male. Le dichiarazioni di Putin sugli F-16 hanno alzato l'asticella e l'escalation ha raggiunto una dimensione critica. Deve essere chiaro a tutti che le prime basi NATO a saltare in aria, sarebbero quelle europee, non certo quelle in USA. In Italia ad esempio sarebbero colpiti almeno 9 siti diversi su 113.


Per far capire quanto sia distorta la concezione che il fascismo russo ha della realtà, o meglio dell’ossessione di attribuire tutti i mali all’Occidente democratico, basti una considerazione elementare: per i terroristi islamici i petrodollari americani sono lo sterco del demonio.
È per questo motivo che i pacifinti comunellisti avevano provato simpatia per Bin Laden, in vena di fare un golpe in Arabia Saudita, dopo che durante la guerra fredda lo avevano bollato di servilismo in Afghanistan.
Detto in modo diverso, i fanatici dell’Isis non hanno bisogno di essere incoraggiati dall’America nel progettare attentati a Mosca: per ogni cento progetti che fanno, uno cercano di realizzarlo. Quello che è cambiato è che stavolta l’America non interviene con la CIA ad ostracizzare gli attentati, almeno finché la Russia non mostra uno spirito di collaborazione.
Non sono i dollari ucraini ad incoraggiare l’Isis ma il paradiso con le settanta vergini, cioè in termini materialistici la riunificazione di tutte le terre musulmane, la Umma, sotto il califfo.
Piuttosto, per tornare al realismo machiavellico, gli attentati islamici pongono le minoranze russe sotto un dilemma difficile: accettare di sottomettersi all’ideale di cittadino russo, fascista ed ortodosso, oppure tentare la secessione e la disgregazione della Russia?
La soluzione non è facile, ci sarebbe da capire se la Cecenia tenterà di nuovo di rendersi indipendente, se i musulmani russi accetteranno la costrizione militare, se gli Stati islamici sapranno persuaderli a ribellarsi ai russi alleati degli sciiti, eccetera.


Tutte d’un prezzo

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – La sempre autorevole Repubblica informa che Putin ha avviato la campagna primavera-estate delle fake news: “I troll russi dietro i complottismi sulla salute della principessa Kate” (che invece, com’è noto, gode di ottima salute). Ma i troll russi una ne fanno e cento ne inventano, infatti hanno messo in bocca a Elly Schlein la candidatura di Lucia Annunziata alle Europee. Una bufala clamorosa, visto che l’Annunziata aveva lasciato la Rai il 3 settembre 2023 per non diventare una collaborazionista di quest’orrendo governo e giurando solennemente al Corriere: “Non mi candiderò mai e poi mai alle Europee. Né con il Pd, né con nessun altro partito. Spero che questa smentita sia chiara abbastanza per mettere tranquilli tutti”. Chiunque abbia minima contezza della sua tetragona coerenza può mettersi tranquillo: mai e poi mai troveremo il suo nome nelle liste del Pd o di alcun altro partito. Stiamo parlando di Lucia Annunziata, mica di una pagliaccia qualunque.

Un’altra fake news, talmente dozzinale da non poter che essere putiniana, è quella che vuole un’altra donna tutta d’un pezzo, Emma Bonino, alleata di Renzi e Cuffaro. Anche lei ha parlato chiaro e, quando parla, non cambia più idea. Il 1° agosto dichiarò al Corriere: “L’accordo è possibile, fermiamo la destra putiniana. Renzi in coalizione? No”. Perché “non vivo di rancori, a differenza sua”. Lui del resto nel 2014 l’aveva cacciata dalla Farnesina (“Non sapevo nulla, mi ha fatta fuori dal governo senza nemmeno una telefonata”). E lei l’aveva poi accusato di aver chiesto all’Ue “che gli sbarchi dei migranti avvenissero tutti in Italia in cambio di sconti sull’austerità”, cioè di aver “barattato i soccorsi con la flessibilità sui conti, violando di fatto Dublino”. Figurarsi se la leader di +Europa potrebbe mai allearsi in Europa con chi strinse quel “patto scellerato” con l’Europa. Ne andrebbe della sua cristallina linearità che le ha garantito poltrone e sofà dal lontano 1976 passando dai Radicali di Pannella a Forza Italia di B., Previti e Dell’Utri all’Ulivo di Prodi allo Sdi di Boselli alla Rosa nel Pugno alla Lista Sgarbi-Pannella al Pd a Tabacci ad Azione di Calenda e di nuovo al Pd di Letta. E figurarsi se potrebbe mai entrare in una lista “Stati Uniti d’Europa” dopo aver formato a Bruxelles nel 1999 il Gruppo tecnico dei deputati indipendenti con i peggiori nemici dell’Europa: quelli della Lega e del Msi-Fiamma Tricolore, i fascisti xenofobi belgi di Blocco Fiammingo e l’intera delegazione del Front National di Le Pen (non la moderata Marine: il suo fascistissimo padre Jean-Marie). Casomai servissero altre prove della falsità della notizia, ne basta una: un serio favoreggiatore della mafia come Cuffaro non si mescolerebbe mai con gente tipo Renzi e Bonino.




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