Lavoro, stipendio basso e poche opportunità: quattro professionisti su dieci pronti a cambiare azienda

Nel 2023 sono aumentate a livello generale le retribuzioni (+2% sul 2022), ma tanti sono insoddisfatti

           

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Sì, e quelli disposti ad andarsene sono mediamente i più preparati e i più produttivi. Ormai il potere contrattuale non è più tutto nelle mani dei datori di lavoro, per via della carenza strutturale di giovani che rimpiazzino il personale che va in pensione o trova condizioni migliori all'estero.
D'altra parte un professionista ha bisogno di anni di esperienza e formazione e quindi le politiche per garantire un rimpiazzo hanno bisogno di parecchi anni tra quando vengono adottate e quando cominciano a vedersi degli effetti.
Il numero dei professionisti più ricercati dalle imprese, giovani, appena usciti dalla formazione e poco esigenti in fatto di condizioni e retribuzioni, è quasi a zero. C'è ancora un discreto numero di professionisti che le imprese possono fregarsi l'una alle altre, dai quaranta in su, poco disposti a trasferirsi all'estero perché hanno famiglia, in cerca di maggiori retribuzioni e una maggiore qualità di vita. Poi ci sono quelli vicini alla pensione, che sono per lo più ignorati ma che potrebbero essere preziosi per il know-how delle imprese.
Come accade per i cambiamenti climatici, però, non tutti sono disposti a prendere atto che il sistema vada innovato perché si adatti a differenti condizioni di contesto e quindi mi aspetto che si tiri avanti così, con più lamentele che strategie innovative e quindi con un rapido declino della qualità dei servizi e dei prodotti, una minore competitività internazionale e una crisi crescente delle imprese, salvo quelle più innovative.


Donato Caserta senza contare che l'inflazione che per mesi ha toccato 8/9 %. E l'unica cosa che ha fatto l'Europa è stata quella di alzare i tassi d'interesse per i mutui scoraggiando i prestiti e gli acquisti delle prime case, ma gli stipendi sono gli stessi del pre inflazione, a parte qualche contentino con welfere aziendali ridicoli.
Attualmente la situazione è un po' meglio ma neanche tanto. E i giovani che vorrebbero acquistare casa sono costretti a posticipare l'acquisto e sottostare ad affitti più cari e spesso introvabili perché in uno stato dove 80% della popolazione ha la casa di proprietà, e difficile trovare mercato e i pochi alzano i prezzi speculando sulla gente che lavora. Le crisi le pagano sempre i più poveri, e i più ricchi addirittura fiutano affari.


Alberto Gozzini sei bravo a far passare 5 anni di governo progressista liberista Letta, Renzi, Gentiloni, e quindi neanche sinistra (se non siete in grado di riconoscere il socialismo dal liberismo progressista è inutile pure parlare di politica con voi) come 12, senza dire che i governi Conte sono stati populisti ad ampio spettro (prima con Salvini, poi con Lamorgese e Franceschini), e Draghi (unità nazionale).
Il socialismo francese e tedesco, espressione questi di vera sinistra, in italia non si vedono da più di 30 anni.
Ma d'altronde, parlate di comunisti quando ormai non esistono praticamente più da anni, solo perchè 30 anni di indottrinamento televisivo vi hanno insegnato sinistra brutta, destra bella, senza neanche sapere cosa sia la sinistra vera e propria che non sia quel truciolato ripreso dai democratici americani, di cui ovviamente, come colonia, riprendiamo le varie gozzovigliature


Spartaco Altichieri i "padroni", come li chiami tu son quelli che rischiano in prima persona con i propri capitali, investiti in attività che alimentano l'economia, producono benessere e ricchezza a cascata per la collettività.

Un'azienda sana è un'azienda che produce utili e arricchisce la proprietà e le risorse impiegate al suo interno.

Più le risorse collaborano per la crescita dell'azienda e la notorietà del brand, più questo alimenta un circolo virtuoso per tutti.

E questo lo ottieni con gli incentivi per i più meritevoli (quindi stipendi più alti) e con la facoltà di poter assumere e licenziare liberamente, a seconda delle esigenze del momento.

È così che si creano posti di lavoro.

Purtroppo in italia gli stipendi sono uguali per tutti: fancazzisti e probi lavoratori e gli imprenditori fanno fatica ad assumere, perchè obbligati da contratti capestro, a contrarre "matrimonio", con un dipendente...


Gli aumenti non sono nemmeno lontanamente sufficienti a bilanciare l'aumento del costo della vita, ovviamente qualcosa è stato fatto ma la sensazione generale è quella di un costante arretramento della nostra condizione economica e quindi del nostro livello di benessere.
l'Italia sconta decenni di politiche del lavoro folli con contratti al limite dello sfruttamento e una visione generale del mondo del lavoro arretrata e miope. In Italia c'è lavoro ma spesso è sottopagato e a condizioni assurde, quindi molte persone si sentono insoddisfatte e schiacciate dal proprio lavoro.
Siamo di fronte ad un cambiamento sociale epocale e non siamo assolutamente preparati ad affrontarlo