Victoria De Angelis e la fidanzata Luna Passos insieme ai Caraibi

Vacanze romnantiche

           

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La quaglia comune (Coturnix coturnix (Linnaeus, 1758)) è un animale della famiglia dei Fasianidi

È indubbiamente il galliforme più piccolo d'Europa, a tal punto che le sue ridotte dimensioni la fanno spesso scambiare, a prima vista, con i pulcini in grado di volare di altri galliformi, quali le pernici. Questa prima impressione, tuttavia, viene rapidamente contraddetta dal fatto che le ali appaiono appuntite (grazie ad un effetto creato dalle remiganti primarie, lunghe e strette), mentre gli altri galliformi presentano ali dalla forma molto più arrotondata, ben diversa da quelle della quaglia. Questo piccolo uccello di colore brunastro scuro non presenta alcun carattere del piumaggio degno di nota, fatta eccezione per le striature biancastre dei fianchi e il disegno facciale nero del maschio. La parte superiore è marrone con striature nere e giallo-crema che formano due bande più o meno chiare. Le parti inferiori sono color crema e la gola è biancastra incorniciata da bande scure. Tre strisce giallastre ricoprono la sommità della testa. La coda, estremamente breve, accentua l'impressione della sua sagoma massiccia
Il richiamo del maschio della quaglia
Il canto della quaglia è un tipico suono delle campagne europee, riconosciuto da molti e ripreso anche nella letteratura musicale di grandi musicisti. Un suono che è parte integrante delle calde estati, che si integra appieno con il solleone e il frinire delle cicale. Gli inglesi, che per antica tradizione usano «umanizzare» i canti degli animali abbinandoli a frasi onomatopeiche di grande effetto, hanno tradotto il canto della quaglia in wet my lips. Tre semplici parole che ripetute imitano alla perfezione il suo canto. Se questo canto emesso dai maschi è ben noto a tutti, ben difficile è invece udire e distinguere quello delle femmine, che può essere trascritto come piou-pioup, molto più discreto e che spesso viene confuso con il canto dei grilli e delle cavallette


Che cos’è la ragade anale
“La ragade anale è una piccola ferita dell'anoderma, la parte più esterna dell'ano, che si estende alla mucosa anale, cioè il tessuto sottile e umido che riveste l'ano, spesso causata dal passaggio di feci dure e grandi che provocano un'abrasione e lacerazione nel tessuto interno dell'ano” spiega il dottor Montuori.



Le cause
Le cause più frequenti di ragadi anali sono rappresentate da:

passaggio attraverso lo sfintere anale di feci dure e voluminose;
stitichezza e sforzo eccessivo durante l'evacuazione;
sindrome da defecazione ostruita;
diarrea cronica;
infiammazione anorettale, causata da malattie intestinali infiammatorie.
Tra le cause meno comuni si trovano:

tumore del tratto anale;
infezione da HIV;
rapporti sessuali di tipo anale;
infezioni a trasmissione sessuale, come sifilide o herpes.


Come si manifesta
La ragade anale si manifesta generalmente con un dolore molto acuto durante la defecazione, in genere associato a sanguinamento rosso vivo sulla carta igienica. Altri sintomi sono:

bruciore anale, causato dalle feci che, passando a contatto con la ferita, determinano una irritazione locale;
prurito anale, conseguente alla fuoriuscita di piccole quantità di muco che causano irritazione della cute perianale.


Attenzione al sanguinamento
Un sanguinamento anale può essere causato da disturbi diversi. “Nella maggior parte dei casi si tratta di problemi come ragadi, ma anche emorroidi, polipi, diverticoli. In alcuni casi, soprattutto nelle persone anziane, può anche essere conseguenza dell’uso di anticoagulanti utilizzati per patologie cardio-vascolari.

In ogni caso, è fondamentale escludere che possa esserci qualcosa di più grave, come un tumore del colon, del retto o dell'ano” sottolinea lo specialista.


La diagnosi
Lo specialista di riferimento, qualora si sospetti di soffrire di ragadi anali, è il proctologo che attraverso una adeguata anamnesi e una visita proctologica, comprensiva di ispezione della cute perianale ed esplorazione rettale, potrà confermare la diagnosi.

“Oltre alla visita specialistica, in alcuni casi - osserva il dottor Montuori-, può essere utile effettuare anche alcune indagini diagnostiche:

manometria ano-rettale, che serve a quantificare l’ipertono dello sfintere anale (la lacerazione si associa a un aumentato tono dello sfintere detto ‘ipertono sfinteriale’);
anoscopia, al fine di visualizzare, se possibile, l'eventuale esposizione dello sfintere anale e per monitorare l'evoluzione del disturbo e la risposta alla terapia”.



Come si curano le ragadi anali
Per curare le ragadi anali si deve andare per gradi, dalle modifiche dello stile di vita fino all’intervento come ultima soluzione.

Nella maggior parte dei casi, le ragadi anali guariscono nell’arco di poche settimane adottando alcune precauzioni come:

aumentare le fibre nell’alimentazione;
bere più acqua in modo da ammorbidire le feci e facilitare il transito intestinale;
effettuare lavaggi locali in acqua tiepida diverse volte al giorno, soprattutto dopo l'evacuazione, in modo da aiutare lo sfintere a rilassarsi.
“Nel caso in cui questo non basti lo specialista potrà valutare una terapia medica, con farmaci da applicare a livello topico per alleviare il dolore e favorire il rilassamento dello sfintere anale. Solo in caso di fallimento della terapia medica si potrà prendere in considerazione il trattamento chirurgico che consiste in una procedura chiamata sfinterotomia laterale interna, con la quale si effettua il taglio di una piccola porzione del muscolo dello sfintere anale per ridurre lo spasmo e il dolore e favorire così la guarigione” conclude il dottor Montuori.


Ricetta degli involtini di melanzane
Melanzane fritte ripiene di tonno fresco rosso, specchio di pomodorini freschi,olio al prezzemolo.
Ingredienti per 4 persone:
4 melanzane lunghe;
600g di tonno fresco abbattuto (in alternativa salmone fresco);
1,2 kg di pomodorini freschi ( in alternativa vanno bene anche in barattolo);
Pepe nero macinato fresco;
Sale q.b.
1 spicchio d'aglio;
Timo limonato o origano fresco.
Procedimento
Affettiamo le melanzane per il lungo (1/2 cm di spessore)dopo averle lavate e asciugate in olio di girasole, appena prendono un bel colore dorato,con una pinza leviamole dall' olio e lasciamomole scolare su carta da cucina, per almeno 30 minuti.
Tamponando spesso con altra carta da cucina.
Tagliamo il tonno a bastoncini di 1 cm di spessore ( formando dei rettangoli).
Intanto in un pentolino versiamo 3 cucchiai di olio extravergine di oliva e uno spicchio d'aglio schiacciato lasciamo rosolare e aggiungiamo i pomodorini, regoliamo di sale e pepe, e basilico.
Lasciamo cuocere per 15 minuti e frulliamo il tutto, passiamolo poi in un colino a maglie fitte in modo che i semi e le bucce dei pomodori rimangano intrappolati.
Ora su un piatto o vassoio stendiamo le fettine di melanzane ogni fettina va sovrapposta su quella precedente per mezzo centimetro, posizioniamo il tonno leggermente condito con sale pepe e prezzemolo e avvolgiamolo completamente.
L' ideale è avvolgere il rettangolo di tonno con 5/6 fettine di melanzane fritte leggermente accavallate fra di loro.
Nel caso in cui il tonno crudo non è di nostro gradimento, prima di avvolgerlo con le melanzane,lo possiamo spadellare per poi foderarlo.
Quando abbiamo completato tutto il lavoro.
Prendiamo una padella antiaderente, versiamo un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva e spadelliamo gli involtini fino a nostro piacimento indorando tutti i lati.
Lasciamo riposare per pochi secondi prima di servire.
Accompagnati da un mestolino di salsa di pomodoro e con del prezzemolo o basilico frullato con qualche tazzina d' olio.




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