Marina Brambilla è la nuova rettrice della Statale a Milano, è la prima donna: “Ci sono voluti cento anni ma ce l’abbiamo fatta”

Un voto che segna un passaggio storico per l’ateneo

           

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Osvaldo Verdone purtroppo non è come dice lei. In Italia abbiamo uno dei tassi di occupazione femminile peggiori d’Europa, e 1 donna su 4 occupa una posizione lavorativa al di sotto delle proprie potenzialità. Molto spesso le donne che lavorano hanno stipendi molto più bassi rispetto ai colleghi uomini che ricoprono le stesse posizioni, molte donne sono spesso costrette ad accettare un part- time involontario, cioè sarebbero disposte a svolgere un lavoro full time ma non è facile conciliare la vita familiare con quella lavorativa soprattutto perchè la quasi totalità del lavoro familiare e di cura nei confronti dei figli o dei componenti anziani o ammalati della famiglia ricade esclusivamente sulle donne. Infine molto spesso , nel settore privato, le donne sono svantaggiate in partenza , già in fase di colloqui; lei è un uomo e sicuramente non le sarà mai capitato al colloquio di lavoro di sentirsi chiedere se vuole dei figli e comunque anche in questo caso subentra una sorta di "pregiudizio", perchè il più delle volte se un uomo esprime il desiderio di diventare padre, il datore di lavoro sarà più propenso a considerarlo serio e affidabile. ma se a volere dei figli è una donna, si tenderà a giudicare negativamente la candidata, considerando la gravidanza una sorta di assenteismo ingiustificabile. Quindi la strada verso la parità di genere è ancora lunga.


Marco Cantonetti in realtà ormai le norme prevedono equiparazione dell'età pensionistica tra uomini e donne con pensione a 67 anni, in via generale. Se lei invece si riferisce a opzione donna e quindi alla possibilità della donna di andare in pensione a 61 anni, sono previsti dei requisiti specifici, come essere invalide civili almeno al 74% oppure essere caregiver. Essere caregiver quindi occuparsi di un parente ammalato è un vero e proprio lavoro di cura svolto a titolo gratuito dalla donna e che si va ad aggiungere all'impegno lavorativo fuori casa e all'impegno del lavoro di cura familiare, pertanto non mi pare che ci sia chissà quale favoritismo per la donna lavoratrice




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