Il cda Rai ammette il sorpasso di Mediaset. La fuga delle star spaventa la tv pubblica

Il documento di bilancio 2023 di Viale Mazzini certifica la sconfitta negli ascolti nell’intera giornata. È la prima volta in 30 anni di duopolio

           

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La fuga di alcuni pezzi grossi dalla Rai seguita probabilmente a dare frutti negativi e stata determinando "LA FUGA" dei telespettatori dai palinsesti Rai. Ma, secondo il mio parere, non è il guaio maggiore. è vero l'allontanamento di gente come Fazio, Augias e altri rappresenta un notevole depauperamento dei programmi ma non la peggiore causa della appurata disaffezione di una gran massa di spettatori: tutti maggiori programmi di spettacolo e , più importante, della informazione sono ormai nelle mani di conduttori e giornalisti di secondo piano, non in grado di fornire servizi accattabili, dove si evidenzia abbondantemente solo la unica e pervicace volontà di enfatizzare l'azione delle forze di maggioranza. La destra e le estrema destra hanno occupato tutti gli spazi informativi, mai visto tanto, neanche nei primi peggiori periodi del dominio del dominio DC; nella Rai di Bernabei, certo di parte, si è comunque tenuti presenti gli interessi dell'Azienda e della sua importanza come veicolo culturale verso una piattaforma vasta e generalizzata. Pur sempre di parte si è "sempre" non si è mai arrivati ad una occupazione in massa e si è data vose a tutte le forze in campo tenendo sempre bene in vista la validità la professionalità di tutti coloro che apparivano sullo schermo......Ora la mediocrità è un elemento di merito in questa che era fino a pochi mesi fa, la maggiore Azienda culturale pubblica.


Federico Fratticci la responsabilità vera è di una sinistra che si è dimenticata dei suoi elettori, che ha fatto per anni politiche indegne di un partito che dovrebbe occuparsi dei problemi dei lavoratori e in generale degli ultimi.
Il processo di smantellamento della sanità, tanto per dirne una, è iniziato molto prima che arrivasse questa gentaglia al governo, ma questo è solo un esempio tra tanti.
Non dimentichiamo quello che ha fatto Renzi, che dio lo fulmini ovunque di trovi!
Il problema è sì la gente che ha votato queste merde, ma si tratta di una minoranza se ci pensi, perché il resto degli elettori non hanno votato. Il problema vero è l’astensione, e meno gente vota e più è facile corrompere, fare voti di scambio, comprare insomma l’elettorato. Detto questo, ritengo che questo sia comunque il peggior governo che abbiamo mai avuto, anche pericoloso, perché parla alla pancia della gente, quella massa ignorante che si può facilmente manipolare


Marco Croatti M5S
Secondo il Centro studi di Confindustria, il Superbonus ha avuto un impatto sicuro sulla crescita record del Pil italiano nel triennio post pandemico, così come ha avuto un impatto sulla diminuzione del rapporto debito/Pil nel triennio. Di più, perché si aggiunge che la ritirata dell'agevolazione avrà un effetto sull'arretramento del ritmo di crescita del Paese, che sia Confindustria sia il Fmi fissano per il 2024 al più zero virgola qualcosa. Insomma, le bufale sul buco e sulla voragine nei conti, propalate dalla coppia Meloni-Giorgetti, vengono nuovamente smontate.
Inoltre, lo stesso Centro studi di Confindustria conferma oggi un passaggio già espresso ieri in Commissione finanze del Senato dal direttore del Dipartimento delle finanze e cioè che la principale responsabilità dell'aumento dei costi del Superbonus nel 2023 è del Governo Meloni-Giorgetti, che con il decreto legge del febbraio 2023 ha generato una tale effetto panico tra gli operatori da scatenare una corsa all'agevolazione.
Questo conferma in ultima analisi che il Superbonus era una misura giusta per risollevare le costruzioni e l'economia in generale, ed era una misura giustamente costruita con un decalage progressivo che però prevedeva il mantenimento della cessione del crediti d'imposta. L'errore macroscopico è stato compiuto da chi, nel 2023, ha pensato di intervenire con l'accetta.


"Ammette"? sono decenni che vogliono annientarla. L'hanno usata tutti i partiti per i loro scopi dall'interno e dall'esterno, hanno fatto carne di po@co della realtà dei fatti e della par condicio, l'hanno usata per dare "un osso da mordere" ai cretini (quanto è il cachet di questo" e poi il canone! tassa delle tasse.... come se risolto quello tutti i problemi di sperequazione da tasse pagate come in Svezia ma con servizi da terzo mondo sparissero); esattamente come per la sanità e la scuola: prima la sviliscono e la parassitano, facendoci guadagnare amici e parenti, con il benestare delle solite allodole, poi viene dismessa (facendo ancora guadagnare amici e parenti) o ridimensionata a nulla.


Giovanna Calapà ma quelle sono figure fondamentali , sono le figure che reggono tutta l'azienda RAI , ma chi fa davvero la differenza è chi sta di fronte alle telecamere , e quelli sono scelti dai vertici di rete , dei palinsesti e possono rispondere a varie " visioni " meritocratiche , politiche o quant'altro
Una cosa le dico e le farà piacere di sicuro , chi sta dietro le quinte non ha eguali in qualsiasi TV privata , svolge con zelo , con professionalità, con genio il proprio lavoro , fa davvero la differenza , ma purtroppo conta in minima parte al successo di un programma , anche se , ci sono persone ( come me ) che vedono le differenze tra rai e reti private , anche grandi


Sonia Boni il governo meloniano ha deciso di tagliare il canone in bolletta e di rimetterlo in circolo, da 90 euro fino al 2026 sarà 70 euro, dal 2026, il governo ha assicurato uno stanziamento di Tale cifra per sostenere l'azienda già in deficit e per garantire lo stipendio a tutti i dipendenti delle sedi Rai che sono padri e madri di famiglia. La Rai, anziché fare la bastarda come lo è stato per Mediaset in passato che ha licenziato i e le colleghe della produzione, essa si riserva nel tutelare il dipendente finché resisterà. Purtroppo il problema è un altro, il governo Meloni sta censurando la libertà di comunicazione, sta bloccando persino Report e, grazie a chi ha votato questo governo, le trasmissioni subiranno dei cambiamenti con personale adeguato alle loro mentalità e per i loro loschi scopi. Purtroppo noi dipendenti,saremo vittime di questo sistema e non possiamo farci nulla visto che in Italia,su altre enti si entra per amicizia e non per CV o per concorso


La RAI è un servizio pubblico, motivo per il quale è sostenuta anche da un canone (tassa) specifico. Ci dovrei trovare documentari sui più diversi temi (vedi BBC), cronache di competizioni di sport minori, balletti e danza classica, concerti dei più diversi generi musicali, trasmissioni di divulgazione scientifica, il tutto indipendentemente da risultati e ascolti e soprattutto senza tutta la pubblicità che oggi rende difficile trovare differenze con le reti private. Se viceversa, ti poni su un terreno di concorrenza con le reti private, è come dibattere con un imbecille: ti porta al suo livello e ti batte con la sua esperienza. I grandi "personaggi" RAI d'altro canto, non mi pare abbiano esitato più di tanto a cambiare scuderia a colpi di milioni...


Ormai i palinsesti della RAI e di Mediaset sono quasi del tutto simili: una marea di programmi a quiz, gli immancabili reality, fiction a profusione, programmi musicali o di spettacolo vario, la doverosa informazione giornalistica, programmi di approfondimento ed opinione sullo scenario socio politico o su fatti di cronaca. Non comprendo quindi la pretesa della RAI di autodefinirsi TV pubblica e riscuotere un canone. Elimini questa tassa che risulta obsoleta e si confronti sul mercato coi concorrenti senza un vantaggio aprioristico. Noi poi grazie al telecomando sceglieremo cosa vedere o la rai o mediaset o nessuno dei due e goderci un bel film su netflix o disney plus.


Leggi "Mediocrazia " de canadese Denoult. Il problema è mondiale, da noi si avverte di più perché partiamo da situazioni di svantaggio, da problemi più seri mai affrontati, da un caos di competenze amministrative così ingarbugliato e sovrapposto, da una pletora di società pubbliche inutili e costose ma utili agli amici (spesso ignota ai ai più perché nessuno ha interesse a parlarne).
Molto giornalisti Rai sono entrati per sponsor politici ...e l'elenco potrebbe continuare ancora.
Questo Paese non vuole il "merito" , non lo riconosce e non gli interessa e viviamo nell'ipocrisia di essere i migliori in tutti i campi, senza un'analisi oggettiva e intellettualmente onesta.


10ºSono contentissimo per questa notizia, la RAI ha letteralmente sperperato un patrimonio di conoscenza ed esperienza, una azienda nata dalle ceneri della seconda guerra mondiale che era uno dei gioielli della IRI e lustro per la nazione intera, poi si è completamente snaturata per competere contro Mediaset, una Tesla forse potrà battere una Ferrari stradale in accelerazione però ...
Adesso si privatizzi e si cerchi di salvare il salvabile perché altrimenti davvero, fanno prima a trasmettere solo TG e previsioni del tempo, tanto per quel che serve...
Al limite puntare quasi tutto sui canali tematici, scuola, storia, tecnologia, architettura, arte etc...




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