Scurati e il no al monologo in Rai sul 25 Aprile, interviene Meloni: "Nessuna censura, pubblico io il testo"

La replica della presidente del Consiglio

           

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Antonio Sposito Secondo vari studi, sebbene comportamenti di disturbo siano riscontrabili anche nelle normali relazioni interpersonali, un ruolo chiave che spinge ad agire come troll nelle comunità virtuali è la sensazione di anonimato o di minore esposizione che molti utenti percepiscono durante la navigazione su Internet.[12]

Poiché la definizione stessa di troll non è condivisa, cosa spinga un utente ad agire come tale è oggetto di dibattito. Alcune motivazioni:

Ricerca di attenzione: dominare la discussione incitando l'astio e dirottando efficacemente l'attenzione verso di sé.
Divertimento o satira: irridere chi si infervora seriamente e perde tempo per le parole volutamente provocatorie di un totale sconosciuto, provocando grandi discussioni con poca fatica.
Disagio personale: reazione a situazioni di disagio familiare, scolastico, finanziario o relazionale; per esempio combattendo sentimenti di inferiorità attraverso l'esperienza di controllare un ambiente.


Le strette sulla Rai e la censura delle voci “scomode” devono essere considerate insieme con il partenariato Usa-Italia “anti fake news” siglato a Capri pochi giorni fa. Si va verso una censura verso le voci antifasciste e l’informazione non direttamente veicolata dai media che fanno riferimento alla galassia liberale e atlantista; d’altra parte la Meloni rappresenta una funzione politica simile a quella del “primo fascismo”, pre-crisi ‘29, che era di fatto un governo anticomunista e antidemocratico che piaceva tanto a Usa, Uk e Francia. L’Italia del governo Meloni è l’Italia del saldo servilismo ai padroni Usa, e la censura verso l’informazione libera e le voci antifasciste ne è la logica, coerente conseguenza




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