Chiara Ferragni e Fedez, la separazione sui profili è ufficiale: la coppia ha smesso di seguirsi sui social

Sono scomparsi i tag alle vecchie foto in cui i due erano insieme, probabilmente si sono bloccati a vicenda

           

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IL FLAUTO NELLA PREISTORIA
Si è tanto parlato del frammento di osso di giovane orso delle caverne datato 43.000 anni fa, rinvenuto a Divje Babe in Slovenia come un possibile pezzo di flauto realizzato dall’uomo di Neandertal. Ma essendo un “pezzo” unico, culturalmente isolato, per molti specialisti resta dubbio. Mentre l’evidenza di una cultura dei tubi di osso di grandi uccelli impiegati come flauti con i buchi delle dita compare circa 40.000 anni fa, come testimoniato da diversi reperti, tra cui il flauto di Isturitz di 38.000 anni fa. Questo è il flauto che viene indicato come il più antico.
Mentre le ricerche di Walter Maioli portano a considerare come primi flauti, le ossa di uccelli dai bordi finemente lisciati senza tagli o fori per l’imboccatura e la diteggiatura (numerose tra i reperti preistorici), che potevano essere impiegate come tubi sonori: megafoni, trombe, fischietti o flauti obliqui che imboccati semitrasversalmente, aprendo e chiudendo con un dito il fondo del tubo, e variando la forza di insufflazione, possono raggiungere ben 11 note.
Questa tipologia di flauti, che probabilmente sono i più antichi, anche dell’osso della Slovenia, non è mai stata ben considerata nella valutazione dei possibili reperti musicali. Così le numerose ossa, genericamente definite flauti, andrebbero maggiormente studiate e catalogate per tipologie. Per una rivalutazione e scoperta degli strumenti musicali del paleolitico




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