Barbero: "Mio nonno fascista è stato fucilato dai partigiani, ma bisogna andare oltre il dolore personale"

“La memoria personale non basta, perché ognuno ha la sua, bisogna andare oltre e arrivare alla storia"

           

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Marco Ruffilli Ovvio che personaggi abietti e subdoli come il Barbero (ma ce ne sono moltissimi a partire dagli Angela massoni che hanno monopolizzato la tv per 50 anni o il Paolo Mieli, nasone, il cui padre era una spia al soldo dei britannici, insomma un traditore della patria!!) si mettano a sputare nel piatto dove hanno mangiato (e benissimo) in tutti questi anni perdendo di colpo fama, successo e denari che arrivano dai padroni del discorso?Piuttosto infangano la memoria dei loro stessi cari pur di mantenere le loro poltrone...in particolare il Barbero è uno di quegli storici più servili e più menzogneri che si trovano in circolazione


Battista Pozzi ma perché siete accecati dalla rabbia e non capite nemmeno quello che leggete? ???? guardi che stiamo dicendo la stessa cosa. Io non li metto sullo stesso piano, ma ho semplicemente cercato di fare capire al signor Ruffilli che anche tentando di paragonarli, non si può.
Mi cito: "nessuno nega che i partigiani ad un certo punto siano diventati violenti come i fascisti, ma vuole veramente metterli sullo stesso piano?".
Mi spiego meglio a questo punto.
I nazi-fascisti erano e sono dei criminali. Hanno perseguitato gran parte della popolazione civile sulla base di teorie anti-semite, omofobe e discriminatorie.
Dall'altra parte abbiamo la resistenza, i partigiani. "Nati" per distruggere il regime fascista disumano.
Non possiamo negare che anche loro abbiano, magari ad un certo punto, "esagerato".
Mi viene molto più semplice capire la reazione partigiana, rispetto all'azione fascista (e grazie al ca... aggiungerei).
Ora, spero, di aver messo in chiaro il mio punto di vista.
Stia tranquillo, sono anti-fascista


Federica Rinaldi Del fascismo, delle prime squadracce e delle successive regolamentazioni, delle leggi, della cosiddetta "mistica fascista", delle avventure coloniali, del pensiero gentiliano, del fascismo "magico" di Ur, delle leggi razziali, sappiamo tutto. Conosciamo le leggi, le istituzioni, il Concordato, la propaganda e il confino. Dei crimini dei partigiani, specie quelli a guerra finita, per anni si è saputo pochissimo. Alcuni imputati li avevano processati nel dopoguerra, spesso assolvendoli. L'università, la politica, l'informazione, le case editrici hanno creato una comune vulgata antifascista da non violare per nessuna ragione al mondo. Come ti dicevo l'espressione "crimini dei partigiani" la puoi usare con me su Facebook perché sono un bambino di 5 anni che ha letto ntroppo. Ma prova a usarla, ancora oggi, in qualche contesto che si autodichiara antifascista, o magari all'ANPI. E vedi quanto saranno disposti a chiacchierare come faccio io.
L'ultima tua domanda necessiterebbe di una risposta a parte.


Marco Ruffilli complimenti, non ha capito proprio nulla di quello che ha detto Barbero. Niente, non ce la fate proprio.
Riconosce i crimini dei partigiani. Non li ha negati, anzi ha dato esempio di questo parlando di suo nonno.
Ma la veda così, chi è stato "peggiore"? Chi discriminava gran parte della popolazione civile per mere ideologie antisemite o chi puntava una determinata categoria di persone sulla base dei loro crimini?
Nessuno nega che i partigiani ad un certo punto siano diventati violenti come i fascisti, ma vuole veramente metterli sullo stesso piano?
Capisce che i numeri sono moooolto diversi?
Non è così difficile da capire, però vi ostinate a difendere dei criminali dicendo semplicemente "ma anche loro sono stati brutti e cattivi".
Ma che avete 5 anni?


Luca Emme Fino a due anni fa il caro.governo "antifascista" di Draghi, obbligava ogni cittadino ad una vaccinazione sperimentale, utilizzando il ricatto e la coercizione, con comseguenxe quali espulsione dal lavoro, e chiunque non avesse accettato queste infami imposizioni, sarebbe stato allontanato dalla società come un reietto, attraverso l'uso di un lasciapassare, roba mai vista fin dai tempi dei regimi autoritari del '900, stranamente non ho visto nessun antifascista militante, protestare e farsi avanti contro tutto questo schifo, politici, giornalai pennivendoli, artisti, pseudo intellettuali, studenti, tutti completamente allineati alla narrativa ufficiale e dominante, che si è rivelata essere poi totalmente fasulla! Ma ora i tanti benpensanti sono indignati e preoccupati e avanzano lo spauracchio del fascismo, perché uno scrittore non ha potuto recitare il suo monologo contro il fascismo morto e sepolto 80 anni fa e parlano di grave censura. Ridicoli, pagliacci


Il prof. Berbero è uno storico che riporta la documentazione storica, non un politico. La dimenticanza storica di Berbero sistema nel fatto che non ha detto che se in Germania hanno fatto i conti con il nazismo attraverso il processo di Noniimbega che ha condannato i gerarchi nazisti, in Italia non sono stati fatti i conti con il fascismo, anzi gli Americani sono passati da liberatori a controllori occulti della Repubblica Italiana, per paura del comunismo hanno lasciato ai vertici delle Forze dell'ordine e di quelle Armate degli ex fascisti così come nella magistratura che fece più processi ai partigiani che ai fascisti autori di stragi di civili. I tanto vituperati COMUNISTI, quando Togliatti era segretario del Pci e ministro della giustizia fece una amnistia che liberò dal carcere 200 fascisti, la differenza tra fascismo ed antifascismo è che con il fascismo gli oppositori politici erano incarcerati o mandati al confino o assassinati, con l'antifascismo che ha portato alla Costituzione Italiana e alla DEMOCRAZIA, i fascisti sono al governo.


C'è una forma di masochismo interiore in figure come Barbero, che non possono tradire la loro ideologia nemmeno a fronte di lutti personali, solitamente frutto di inutili vendette. Sappiamo che le eliminazioni fisiche di "fascisti", o ritenuti tali, andarono ben oltre la lotta partigiana. Nella mia città avvenne ciò che è oggi noto come l'"eccidio di Vercelli", un'ingiustificata strage compiuta dai partigiani, che oggi sarebbe considerata crimine di guerra. Eppure Barbero, invece di guardare al quadro d'insieme, anche mantenendo le sue tesi, non riesce proprio, non certo per incompetenza ma per condizionamento ideologico, a vedere fino in fondo il male compiuto anche dai partigiani. Mi ammazzano il nonno, e probabilmente non era nemmeno necessario sul piano bellico, ma guardiamo avanti, hanno ragione comunque, devo stare dalla parte giusta.


I morti non sono tutti uguali... I fascisti hanno combattuto per una dittatura, sopratutto nella Repubblica Sociale hanno creato un governo collaborazionista con i nazisti, uccidendo torturando e facendo delle stragi di innocenti fra la popolazione. Eccidi spesso impuniti. Si sono macchiati di aver fatto deportare migliaia di italiani nei campi di sterminio. Se il nonno è stato fucilato avrà commesso i suoi bei reati e ha pagato con la vita scellerata di stare con i nazisti. I morti non sono tutti uguali c'è chi ha combattuto per la libertà e la democrazia e chi per mantenere un regime di dittatura e di terrore e se avessero vinto loro il mondo non sarebbe quello che oggi viviamo. I morti si piangono ma ci sono morti che erano nella parte sbagliata della storia e questo è oggettivo. Chissà quanti regolamenti di conti una volta caduto il regime... Tra spioni che hanno fatto deportare, funzionari corrotti, personaggi che hanno collaborato a fucilazione e eccidi su popolazione innocente... Ripeto i morti non sono tutti uguali e credo sia naturale distinguere chi ha combattuto per liberarci dai nazi fascisti da chi voleva solo un mondo terrificante


Claudio Banchelli il rispetto per i combattenti non c'entra con la questione. Oltre al fatto che l'esercito americano non era volontario, nessuno lo era al tempo, a livello strategico il fronte Italiano era secondario, così come lo sbarco in Normandia. Hanno sicuramente in parte contribuito a tenere la Germania impegnata su più fronti, ma il corso della guerra è cambiato solo a Stalingrado. L'occupazione tedesca dell'Italia era inevitabile visto che abbiamo tradito un alleato nel corso della guerra e cercato vigliaccamente di vincerla salendo sul carro dei vincitori. Tu dirai "meno male" ma la realtà è che questa scelta, fatta come sempre dai corrotti e codardi politici nostrani, la stiamo pagando ancora oggi. In un mondo attuale che è ancora il prodotto della seconda guerra, l'Italia è considerata inaffidabile e politicamente irrilevante visto che si ha rispetto per chi perde ma non per chi cambia squadra a metà partita. Tutto l'esistenza della Repubblica è marchiata da questo tradimento. Chi credi che sia più rispettato da chi ha vinto la guerra? La Germania e il Giappone che hanno combattuto fino alla fine, o l'Italia che ha calato le braghe e tradito l'alleato. Dalla seconda guerra siamo usciti con la nomea di pagliacci e ce l'abbiamo ancora addosso. Potevamo semplicemente arrenderci, ma no, dovevamo provare a vincere da sconfitti. Buffoni d'Italia, altro che Fratelli.


10ºMaria Grazia Fels Studia capra. Il 13 luglio 1943 la Royal Air Force con un bombardamento notturno provocò 813 morti a Torino. Contemporaneamente l'Armée de l'air effettuò vari attacchi in Piemonte e Liguria con scarsi risultati, mentre le incursioni diurne su Trapani e Palermo provocarono 45 morti. Tra la fine del 1942 e l'estate del 1943 le città del "Triangolo Industriale" furono soggette a pesanti "area bombings" da parte degli aerei del "Bomber Command" provenienti dalle basi inglesi. Quando gli Alleati conquistarono il nord Africa, le città italiane entrarono nel raggio di azione dei bombardieri pesanti B-17, B-24, Lancaster ed Halifax. Tra i bombardamenti più pesanti, quello del 19 luglio 1943 su Roma, di Napoli e quelli dell'Agosto del 1943 su Milano. Diverse azioni di bombardamento vennero effettuate anche su Napoli, La Spezia e in Sardegna presso Cagliari e La Maddalena, principali porti della Regia Marina, con pesanti danni alle navi e gravi perdite anche tra la popolazione civile. Pesantissimi furono poi i bombardamenti di Reggio Calabria del 1943[2] con 24 bombardamenti solo sulla città di Reggio, senza contare quelli sui centri minori vicini. Nonostante gli obiettivi di interesse militare fossero distrutti, i bombardamenti si protrassero ulteriormente e il 9 settembre gli inglesi entrarono in una città ridotta a un mucchio di macerie; i morti furono 3.986, i feriti 12.043 e il 70% degli edifici era distrutto o danneggiato.




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