Le ultime ore di Mirella Cerini, la sindaca di Castellanza morta con indosso la fascia tricolore: il corteo del 25 aprile e quelle parole per la democrazia

Il suo ultimo atto da sindaco - perché chiedeva a tutti di chiamarla così, senza declinare al femminile - è stato il discorso pronunciato davanti al monumento dedicato ai caduti in occasione della Festa della Liberazione

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/486989623653804

Bruno Schulz una lingua non è un sistema fisso e immutabile, quindi ciò che trova nei libri di 5 secoli fa corrisponde alla struttura sociale di 5 secoli fa. Secondo il suo ragionamento si dovrebbero utilizzare ancora le forme di trattamento dei secoli passati.
L'uso del femminile per professioni e cariche pubbliche accompagna il cambiamento che c'è stato, cioè certe professioni e cariche pubbliche fino a qualche tempo fa erano esercitate quasi esclusivamente da uomini, da ciò la mancanza della flessione femminile. La lingua evolve accompagnando i cambiamenti sociali, quindi appellarsi al maschile per indicare il ruolo svolto da una donna è una scelta ideologica, non di "tradizione". E non ho "tacciato" la sindaca di ideologia, non le imputo nessuna colpa (ma lei conosce il significato di "tacciare"? sembra di no), ho detto che ha fatto una scelta ideologica, legittima ma ideologica. Non esiste una "nuova linguistica femminista" che lei considera con dileggio, esiste la linguistica e la sociolinguistica (disciplina che lei dimostra di non conoscere), e l'abbassamento del livello di alfabetizzazione lo raggiunge chi non è in grado di recepire il cambiamento.
Comunque quello di Repubblica è un articolo di cronaca, non un necrologio, quindi dove sarebbe la mancanza di rispetto nell'uso di un italiano corretto in un articolo di giornale?
La saluto, perché si capisce che lei parla di questioni che non conosce e lo fa con una certa supponenza.


Manuela Andreella se lei va a vedere circa 5 secoli di libri a stampa, scritti in italiano, non troverà prima del 1990 l'uso di "sindaca"... e se va a vedere l'uso linguistico di altre parole, troverà che ormai i dizionari (anche quelli "importanti") stanno accettando ormai anche forme che sono (abitualmente) ritenute scorrette: è purtroppo l'uso che le fanno i parlanti ad avere ormai spinto anche agli estensori di dizionari a rinunciare a considerarle come scorrette: la popolazione stava velocemente dimenticando le regole dell'italiano, e i dizionari si adeguavano (per inseguire però un abbassamento del livello di alfabetizzazione)... nel caso di "sindaca" (e simili) è chiaro che il meccanismo era diverso: si è accettato l'uso che in genere proveniva dalle pagine dei giornali... la cosa più grave è che, se il sindaco Mirella Cerini aveva scelto per sé la formula "tradizionale" (da lei tacciata di "ideologia": io avrei detto "di libertà"), dopo morta sia quasi uno sfregio il chiamarla in maniera diversa... come se le scelte di una donna, che va contro l'ultima "linguistica femminista", non debbano essere prese in considerazione nemmeno nel suo necrologio... è solo mancanza di rispetto e di sensibilità... e suggerirei anche si sostituire, nella sua definizione: "Capa dell'amministrazione..." (come del resto qualcuno già fa)... c'è un ridicolo nel linguaggio che sfugge alla "nuova linguistica"...


Bruno Schulz no, il femminile di "sindaco" è "sindaca". E il giornalista ha usato il termine corretto. Se poi la sindaca preferiva farsi chiamare "sindaco", ciò rappresenta una scelta "ideologica" che esula dal contesto linguistico dell'articolo, in cui il giornalista ha applicato correttamente le regole dell'italiano. E rispettare l'italiano non è offensivo per nessuno. Così come nessuno è irrispettoso se definisce la Meloni "la signora presidente", anziché "il signor presidente", come pretenderebbe. Se si fa una scelta ideologica, non esiste nessun obbligo deontologico che impone ad un giornalista di rispettarla.
Comunque mi sembra evidente che lei non abbia la più pallida idea dell'argomento, visto che afferma che "l'uso corretto prevede 'sindaco' e poi c'è qualcuno che dice 'sindaca'...".
Qui trova la definizione di "sindaco" del Vocabolario Treccani, e come si può notare viene indicata anche la flessione femminile in -a.
Studi, invece di pontificare a vanvera.

sìndaco (ant. sìndico) s. m. (f. -a) [dal lat. tardo syndĭcus, gr. σύνδικος «patrocinatore», comp. di σύν «con, insieme» e δίκη «giustizia»] (pl. -ci). – 1. Capo dell’amministrazione comunale e, in quanto tale, organo esecutivo del comune: nell’ordinamento italiano attuale convoca e presiede la giunta e il Consiglio comunale ed esercita altresì funzioni di autorità locale del potere centrale, agendo in questi casi alle dipendenze della competente autorità




+