Perché è stata interrotta la fornitura di gas russo via Kiev e cosa cambia per l’Italia

Il mancato accordo per il rinnovo, previsto da tempo, priverà l’Ue del 5% delle importazioni in pieno inverno

           

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Claudio Crestanello nessun paese africano ha invaso uno stato sovrano europeo. Nessun paese africano ha intenzione di sottomettere i popoli dell'ex Urss ... e forse più (l'allarme rosso scattato e Finlandia e Svezia sono un'evidenza). Nessun paese africano ha portato l'umanità ai confini di una guerra mondiale e minacciato l'uso delle armi atomiche non per preservare il proprio territorio (e già questo sarebbe gravissimo) ma per imporre a tutto il mondo il proprio diktat di vincere comunque la guerra.
Degli orrori fatti e che ogni giorno si ripetono, non vi sarebbe nemmeno bisogno di citarli, visto che stiamo parlando di un despota ricercato internazionale.
A questo punto, dopo che giustamente ci siamo affrancati dalla follia di un unico fornitore, piangere sul 5% di gas comunque sostituibile è veramente una cosa indegna!


Ivan Erre forse non hai capito che tutta la parte sentimentalistica della questione è IRRILEVANTE

L'economia russa va meglio di quella europea, l'Ucraina non ha mai avuto alcuna possibilità di sconfiggere la Russia sul campo, le risorse NATO sono praticamente esaurite e l'Ucraina sta perdendo più territorio ad ogni giorno che passa. Gli USA hanno già invitato l'Ucraina a riconoscere che non sarà mai possibile recuperare i territori attualmente sotto controllo russo, la scelta è fra il cedere una parte di territorio oppure continuare la guerra fino a quando dell'Ucraina non resterà più niente

Le chiacchiere ed i grandi discorsi su aggressori, coraggio, eroi e via dicendo non hanno alcuna valenza a livello di fatti, l'ucraina ha perso e l'unica cosa che può fare è limitare i danni

Alla Russia non frega nulla che venga bloccato il passaggio di gas in Ucraina, quello che avrebbero venduto qui lo vendono comunque a cina ed india, gli unici che subiscono danni sono i paesi europei ed è semplicemente una tattica di zelensky per ricattare l'unione europea, Slovacchia in primis e noi scemi glielo lasciamo pure fare


L'Italia se la caverà benissimo, abbiamo altri fornitori e l'economia cresce alla grande, malgrado i gufacci sinistrorsi. Bar, ristoranti, alberghi, aerei, treni ed autostrade pienissimi ovunque, la criiisi non esiste. Vedo male la Germania del pavido Scholz, che finirà per far vincere i neonazisti, come 100 anni fa, la FranciAfrica ed il BelCongo, prossime repubbliche islamiche, rischiano peggio di noi. Tutti ancora in tempo per evitare il peggio...yankees fuori dalle palle, d'accordo con Trump rimpiazzeremo i loro soldati nelle basi NATO con i nostri, appositamente rimpatriati da costose, inutili, finte missioni di pace, senza rinnegare l'alleanza. Zalesky verrà abbandonato e sarà pace, con annessione di Crimea e Donbass alla Russia e definitivo abbandono di ogni progetto di integrazione di altri paesi ex sovietici in UE e NATO.


La realtà dei fatti .

Il gas russo non transiterà verso l'Europa attraverso il territorio dell'Ucraina dalle 8:00 ora di Mosca del 1° gennaio, ha riferito Gazprom.

L'azienda è privata della “capacità tecnica e giuridica” di fornirlo.
Gazprom ha chiarito: la parte ucraina ha ripetutamente e chiaramente rifiutato di rinnovare l'accordo sull'organizzazione dei trasporti.

Il Ministero dell’Energia ucraino ha definito il blocco del transito un “evento storico”.

A causa della situazione con l'approvvigionamento di gas, la società transnistriana Tirasteploenergo aveva precedentemente avvertito della chiusura del riscaldamento centrale e dell'acqua calda dal 1° gennaio. Ciò non si applica agli ospedali con strutture di degenza. Sono previste interruzioni temporanee del gas anche nei condomini e negli edifici privati.


Yassin Abbas le infrastrutture di trasporto ci sono, sia gasdotti che rigassificatori. Semplicemente si aumenta l’import dai punti di ingresso alla rete già disponibili, compatibilmente con la capacità delle infrastrutture chiaramente.
Certamente tagliare fuori il gas russo per noi è stato molto impattante dal punto di vista dei prezzi. Tuttavia l’errore sta a monte: un Paese che dipende per il 95% del proprio fabbisogno di gas dall’estero non può affidarsi per il 40% ad un unico fornitore (era la Russia ma poteva essere qualsiasi altro Stato). Gli approvvigionamenti vanno diversificati, altrimenti se succede qualcosa sono guai seri (vedi gli anni precedenti).


Giulia Cassano
Sempre in tema di numeri, abbiamo finalmente riscontro delle prime dichiarazioni ufficiali russe riguardanti i costi umani della guerra. L'attuale sindaco di Mosca e già Vice-primo ministro della Federazione Russa, Sergej Sobjanin, ha pubblicamente confermato che le strutture sanitarie nazionali si stanno occupando di circa 600.000 feriti.
Considerando un prudenziale rapporto di 1 a 3 fra morti e feriti, è del tutto ragionevole stimare in almeno 200.000 i deceduti a partire dall'inizio del conflitto.
Calcolatrice alla mano e dividendo grossolanamente per trentaquattro (i mesi di durata del conflitto) il totale di morti e di feriti, tutto questo ci porta a stimare che solo negli ultimi dodici mesi l'esercito russo abbia sofferto perdite pari a circa 211.000 feriti e 70.000.
Nella guerra in Afghanistan, ufficialmente, morirono 13.833 militari, ma in NOVE anni di guerra, anche se sono stati stimati 26.000 militari morti, compresi gli Afgani governativi.


Yassin Abbas appunto, il gas USA costa tanto, quindi difficilmente arriva sul mercato europeo. E rappresenta una quota minima ti assicuro. La maggior parte del gas arriva da Algeria, Libia, Azerbaijan e Norvegia. Poi c’è una parte, minoritaria, che viene da tutto il mondo via nave (Paesi arabi e africani in primis). Un po’ di questo gas via nave arriva dagli USA, ma è davvero pochissima roba, soprattutto in Italia, che si rifornisce prevalentemente da Paesi africani.
P.S. Le fonti energetiche di trovano per lo più in Paesi non troppo democratici. È un dato di fatto e non c’è niente da fare. L’importante è NON dipendere da un unico fornitore ma da più fornitori possibili, per togliere potere contrattuale.


Lorenzo Delle Monache “L’Unione Europea è al fianco dell’Ucraina fin dal primo giorno della guerra di aggressione della Russia. Insieme ai nostri Stati membri abbiamo fornito un sostegno pari a circa 108 miliardi di euro. L’Ucraina prevarrà in questa guerra per la sopravvivenza. E l’Ue resterà al fianco dell’Ucraina e del suo popolo per tutto il tempo necessario” ha scritto ieri su X il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Nonostante l’impegno a sostegno di Kiev e quello assunto due anni or sono a fare a meno dell’energia russa, il cui export finanzia la guerra in Ucraina, Mosca resta a oggi il maggiore fornitore di gas all’Europa, davanti agli Stati Uniti.

La notizia più recente in tal senso riguarda le spedizioni di Gas naturale liquefatto (GNL) russo in Francia che sono più che raddoppiate (da 2 miliardi di metri cubi a 4,4) ne primo semestre di quest’anno secondo i dati resi noti da ICIS.

I successivi maggiori importatori, Spagna e Belgio, hanno registrato rispettivamente un aumento dell’1% e un calo del 16%, nelle forniture russe.

La francese TotalEnergies, il maggior acquirente europeo di GNL russo che possiede una quota del 20 per cento del progetto russo per il GNL nella Penisola di Yamal nel Circolo Polare Artico, ha fatto sapere che i contratti erano stati firmati prima dell’invasione dell’Ucraina e che non può interrompere gli acquisti finché i governi europei non impongono nuove sanzioni. Il Ministero delle Finanze e dell’Economia francese ha inoltre indicato che gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi nel Canale di Suez hanno spinto la Francia a riorientare le sue importazioni verso il gas russo, poiché le rotte del Medio Oriente sono diventate meno praticabili.

Motivazione che non spiega perché Parigi abbia perché importato meno gas liquido da Stati Uniti, Angola, Camerun, Egitto o Nigeria (fornitori che non richiedono il passaggio di navi gasiere attraverso lo Stretto di Bab el Mandeb tenuto sotto tiro dagli Houthi) preferendo quindi quello russo più a buon mercato.

Curioso notare quindi che mentre Emmanuel Macron manda armi, munizioni, denaro e combattenti francesi (volontari aderenti alla Legione Internazionale), Parigi punta sulla Russia per disporre di fonti di energia stabili, sicure e a prezzo conveniente; cioè le stesse condizioni garantite dalle forniture di gas russo all’Europa attraverso i gasdotti ucraini e il Nord Stream prima del conflitto in Ucraina.

Contraddizioni imbarazzanti non solo per Parigi ma per l’intera Europa considerato che le forniture di GNL russo verso l’UE sono cresciute del 7% nella prima metà dell’anno mentre continua il flusso di gas russo in Europa attraverso i gasdotti ucraini al ritmo medio di 37/38 milioni di metri cubi al giorno, come confermato da Gazprom.

Il GNL russo, generalmente venduto a prezzi scontati rispetto ai valori di mercato, viene utilizzato principalmente in Francia per l’esportazione verso paesi come il Belgio (aumentata del 10 per cento mentre la domanda di gas in Francia è crollata del 9% nei primi sei mesi del 2024 rispetto all’anno precedente: un dato che in misura diversa si registra in tutta Europa a conferma del pesante impatto sul comparto industriale delle politiche europee nei confronti della Russia dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.

Mentre l’obiettivo della UE di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili russi entro il 2027 sembra difficilmente perseguibile, tutte le grandi compagnie energetiche stanno ridimensionando progetti e investimenti nelle energie rinnovabili puntando invece sul gas e in particolare sul GNL, settore che vede una grande crescita della domanda.

Come evidenzia l’agenzia di stampa EnergiaOltre “vincolata dalle promesse di restituire più denaro agli azionisti, Big Oil sta scommettendo sulla crescita del business di GNL molto più redditizio rispetto all’eolico, al solare o ai biocarburanti, dove i rendimenti per anni sono stati scarsi e, nonostante le crescenti aggiunte di capacità globale, non sono realmente decollati. Negli ultimi anni il commercio di GNL ha prodotto molti profitti per le major europee, mentre quasi tutte hanno dovuto subire perdite di valore sui progetti di energie rinnovabili in Europa e negli Stati Uniti”.


Questi problemi esistono già da molto tempo. Ai tempi della Timotschenko, pertanto tra il 2005 ed il 2010 succedeva spesso che l‘Ucraina interrompesse il flusso di Gas, inoltre la Gasprom disse a quei tempi che tra il Gas immesso nelle pipelines e quello arrivato agli europei c‘erano differenze enormi! Pertanto si pensava che l‘Ucraina se ne appropriasse durante il tragitto. A quei tempi c’era l’amicizia tra Putin ed il cancelliere Schröder in Germania, nacque così l‘idea del Nordstream. Naturalmente l‘Ucraina protestò e con Lei i paesi che più tardi avrebbero dovuto acquistare il Gas dalla Germania, cioè soprattutto i paesi Baltici e la Polonia. Il Nord Stream si fece e le proteste continuarono! Per ricapitolare il Nord Stream si fece per evitare i continui ricatti dell’Ucraina che usava Il Flusso del Gas all’Europa, per ricatti politici e finanziari! Ora la storia ricomincia!!!