Droni contro droni, ecco come funziona lo scudo che proteggerà l’Italia

Il capo dell’Aeronautica a Montecitorio: affidare la protezione ad automi intercettori gestiti dall’intelligenza artificiale. Il generale Conserva: si può fare in tre anni

           

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Alberto Gozzini lo strumento militare italiano è si piccolo, anche se non tanto più piccolo rispetto ai Paesi europei più importanti, ma qualitativamente è uno dei migliori del mondo. L'aeronautica può schierare l'Eurofighter e l'F35 aerei tra i migliori al mondo oltre al gulfstream E550 il migliore aereo radar attualmente sul mercato. Anche la marina ha unità qualitativamente di prim'ordine tanto che l'US Navy ha ordinato a Fincantieri e Leonardo le stesse fregate in servizio con la MMI.
Effettivamente l'esercito è rimasto con più di una lacuna, pur avendo punte di eccellenza pecca nel settore carri che sono pochissimi e tecnologicamente arretrati, lacuna tra l'altro comune ad altri eserciti, vada a verificare quanti carri possono mettere in campo Francia, UK e Germania....
Per concludere sicuramente non siamo in grado di sostenere un conflitto ad alta intensità a lungo però dureremmo sicuramente più di 3 gg....


Eccoli i droni che hanno "attaccato" la Polonia…
Come ipotizzato si tratta dei DRONI ESCA "GERBER" di quelli che si lanciano per attivare e fare scaricare la contraerea... SENZA ESPLOSIVO e che saranno caduti a migliaia nel territorio Ucraino dopo aver fatto il loro lavoro. Il canale svarkapogruzka, nel pubblicare la foto, ha messo in evidenza che "le serie sono obsolete e la differenza del numero tra di loro è di quasi 1000 unità." Ciò conferma che sono già stati usati da tempo ed anche in periodi diversi. Solo gli ucraini possono averli raccolti, rimessi in sesto per poi lanciare una tale provocazione in territorio polacco, proprio nel mezzo di un attacco nell'ovest ucraino.
I Gerber con queste serie poi hanno una gittata limitata, solo dal’ucraina possono essere stati lanciati, o magari, chissà: forse anche da qualche Tir in territorio polacco…
E ora attendiamo che venga attivato l'art 5 contro l'Ucraina, paese non Nato che ha attaccato un paese Nato...


Francesco Mereu certo art. 5! Russia e Bielorussia stanno procedendo in questi giorni oltre il confine polacco ad un’importante esercitazione militare. Momento adatto per lanciare droni in Polonia per testare la prontezza e le capacità di reazione della NATO. Infatti trattasi di droni “Gerbera", una versione più economica e semplificata dello Shahed-136 iraniano. Progettato da Mosca per missioni kamikaze, ricognizione e trasmissione di segnali per estendere il raggio operativo di altri droni, questo veicolo senza pilota è stato utilizzato per la prima volta dall’esercito russo nel luglio del 2024.
Originariamente usato come esca per distrarre e sopraffare la difesa aerea ucraina a causa della sua somiglianza visiva con il più letale Shahed-136 - molto simile, ma con apertura alare leggermente più piccola di quella iraniana - nella notte tra il 9 e il 10 settembre è stato utilizzato anche per la ricognizione e gli attacchi.
Secondo l’intelligence ucraina, il vero sviluppatore del Gerbera è la società cinese Skywalker Technology. Inizialmente i servizi segreti di Kiev ritenevano che la produzione venisse effettuata direttamente dai russi, ma informazioni più recenti hanno evidenziato che Mosca si occupa esclusivamente di finalizzare il prodotto per l’uso operativo - che avviene in una fabbrica nella Repubblica russa del Tatarstan - mentre i cinesi si occupano dell’assemblaggio.
Tali droni dispongono anche della cosiddetta modalità sciame, che consente loro di agire in coordinamento con altri droni, aumentando la loro efficacia in condizioni di combattimento.
Non è la prima volta che i Gerbera vengono rinvenuti all’interno del territorio europeo e dei Paesi Nato. Lo scorso 10 luglio un velivolo senza pilota è entrato in Lituania tramite lo spazio aereo dalla Bielorussia. Inizialmente si pensava che si trattasse di un drone Shahed, ma in seguito è stato identificato come una Gerbera, schiantatosi vicino al posto di blocco di frontiera di Sumskas, a circa un chilometro dal confine tra Bielorussia e Lituania. Dunque si tratta di droni normalmente usati dai russi per saturare le difese missilistiche ucraine, per ricevere e mandare i segnali dei radar di difesa alle unità russe - per determinarne posizione e prontezza operativa degli avversari -, per fare da esca ai missili e unità antidrone per facilitare la penetrazione ai droni shahed (testimoni in farsi) carichi di esplosivo ecc. Che si tratti di droni obsoleti è vero ma i magazzini bielorussi e russi ne saranno pieni visto che grazie agli iraniani la Russia ha già versioni migliorate dei shahed prodotti già in Russia utilizzando i ragazzi degli istituti tecnici nel lontano oriente russo come testimoniato da report e foto presenti in rete. Continuare a diffondere fake news a danno degli ucraini è un classico specchietto per le allodole da sempre alimentato dalla disinformacija un tempo sovietica ora russa. Del resto Putin da dove arriva? Dall’antico KGB. Vi è un detto russo che dici: gli ucraini sono quando va bene fratelli che sbagliano e da rieducare, quando va male dei delinquenti da perseguire … tutto il resto è propaganda


RACCOLTA RIFIUTI
Editoriale di Marco Travaglio del 12/9/25

Prima la notizia tragica, poi quella tragicomica. Il Parlamento Ue ha partorito, dopo lunghe doglie, la risoluzione “Gaza al limite: l’azione dell’Ue per combattere la carestia, l’urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due Stati”. Se uno si ferma al titolo, ne deduce che a Gaza è scoppiata una carestia, ci sono degli ostaggi da liberare e lo Stato di Palestina da riconoscere. Se invece legge il testo, scopre pure che urge sanzionare dei “coloni violenti” e sospendere “parzialmente” gli accordi commerciali tra Ue e Israele, che comunque “ha diritto di difendersi”, ma senza esagerare. A noi era parso che il 7.10.23 Hamas avesse trucidato 1200 civili israeliani e ne avesse sequestrati 239 al confine con Gaza lasciato incustodito da Netanyahu, che poi per 23 mesi ha sterminato circa 70 mila palestinesi, quasi tutti civili, ridotto alla fame gli altri 2,3 milioni e, nei ritagli di tempo, attaccato Cisgiordania, Libano, Siria, Iran, Iraq, Yemen e Qatar nella totale impunità. Ora, se l’Ue serve come collutorio per sciacquare bocche e coscienze, la risoluzione è perfetta. Fa fine e non impegna. Invita gli Stati che ancora non l’han fatto a riconoscere lo Stato di Palestina, che non esiste anche perché l’Ue non fa nulla perché esista. E blatera di sanzionare coloni violenti che in Europa non mettono piede, dunque se ne fregano. Se invece l’Ue vuole contare qualcosa, oltre a preparare la guerra alla Russia dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per fermare Netanyahu: basta rapporti commerciali e armi a Israele. Proprio ciò che non c’è nella risoluzione. Che fa ribrezzo non perché non parla di genocidio: ognuno lo chiami come vuole, purché faccia qualcosa. Ma l’Ue continua a non fare niente, quindi finirà dove merita: nella pattumiera della Storia.

La notizia comica è la copertina di Door, l’inserto patinato di Repubblica sull’arredamento. Titolo: “Il mondo di sotto”. Foto: una botola aperta su un bunker antiatomico. È – si legge nel civettuolo editoriale – la nuova “ipotesi di lavoro per ingegneri e architetti”. Un bosco verticale a testa ingiù, versione horror. “Ci saranno piscine, camere iperbariche, ospedali, palestre, grandi finestre affacciate su tramonti digitali”. Una figata: “Metà della popolazione occidentale pensa che entro il decennio scoppierà una nuova guerra mondiale”. Quindi, anziché battersi contro i governi che vi ci stanno trascinando, “raccontiamo chi ha iniziato a progettare, arredare e vendere questa ‘realtà reinventata’”. Una graziosa “Apocalisse a 5 stelle” garantita da una ditta Usa con “un arcipelago di fortezze sotterranee per una sopravvivenza deluxe… Benessere psicologico, comfort e zero compromessi”. E, si spera, un’ambulanza per portar via questi malati di mente.




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