Libia, il tariffario della libertà del lager di Tobruk. “Niente cibo, né acqua. Stiamo morendo”

Nella prigione 71 sono detenute oltre mille persone. Per uscire devono pagare. Chi non può viene venduto. E i sudanesi rischiano di essere ceduti alle milizie Rsf che li comprano come soldati

           

https://www.facebook.com/Repubblica/posts/841871598165603

Massimo Bernardoni hai la presunzione di parlare di cose che assolutamente non conosci. Come puoi pensare che 3500 euro possano bastare a far vivere bene una famiglia. Per raccogliere 4000 dollari, una famiglia intera deve lavorare per dei mesi e servono a mandare UNA persona a cercare di guadagnare qualche soldo per potergli inviare del denaro per poter sopravvivere.
Ma credi che una madre con una figlia di 10 anni rischi la vita per un viaggio del genere se potesse vivere nel proprio paese da ricca?
Ma come cazzo ti può venire in mente?
Senza considerare che in molti paesi ci sono situazioni che fai fatica anche solo ad immaginare. Fino a cinque anni fa, ad esempio, in Burkina Faso ci sono no stati due colpi di Stato, i Jihadisti ammazzavano i cristiani per strada, ancora oggi i gay vengono sbattuti in galera. Secondo te, stanno lì a vivere da signori o cercano un futuro decente per i propri figli.
Mi trattengo dal mettere per scritto le cento bestemmie che mi stai facendo tirare.
Dovete smetterla di credere alle boiate elettorali di quei partiti disumani, avidi e corrotti che sfruttano l’immigrazione.
Ti basta predetti del tempo, apri Google ed hai la possibilità di capire cosa c’è dietro ad una emigrazione dai paesi africani.
Se non ti vuoi impegnare troppo, ci sono decine di film e documentari che ti raccontano cosa succede i in quei paesi. Testimonianze di preti, se non ti fidi delle ONG di “sinistra”!
Dai, cazzo, è arrivato il l’omento di crescere e cercare di capire che cosa succede a 1500 km da casa nostra.


Quando è l'ignoranza la fa da pedrone, nel senso di non sapere, non conoscere, altrimenti non farebbero figli a nidiate qyando di sa già che non sapranno cosa dirgli da mangiare e non si avventurerebbero in viaggi che li portano a sofferenze immani con grandi possibilità di morire e quelli che arrivano non sanno gestire il cambio di vita che viene loro offerto e scelgono in maggioranza la via più facile e redditizia che è quella di delinquere e sopraffare, di questa calamità pandemica va ringraziata la sx e anche la chiesa che agiscono solo in base ad una retorica buonista ipocrita non dettata da umanità ma da biechi interessi di cooperative e associazionismo creati ad arte per assicurarsi i lauti stanziamenti statali, aveva visto giusto Salvini abbassarli drasticamente per rendere le attività non convenienti, non è stato capito, un grande che aveva tutto ben chiaro e che il sistema ha inibito con il Papete e un Conte voltagabbana


Enrico Veduti si tolga la benda dei pregiudizi e se ne è capace legga l'articolo: " Un ragazzo ha scritto alla hotline un lungo messaggio, credendo di parlare direttamente con l’agenzia Onu. E la sua è una disperata richiesta di aiuto. “Abbiamo bisogno del vostro sostegno. Siamo in cattive condizioni, se continuiamo così, alcuni di noi potrebbero non sopravvivere – racconta - Qui ci sono anche minorenni, molti stanno male, altrettanti sono diventati deboli per la fame. Siamo in queste condizioni da tre o quattro mesi”. Dentro i lager, con i giorni resi tutti uguali dalle violenze, si perde la condizione del tempo, il calendario si dissolve in una quotidianità di abusi sempre uguale. “Mancano acqua, cibo non c’è assistenza medica, i bagni non esistono, sono tutti danneggiati. Nessuno di noi ha vestiti e dormiamo in buche senza coperte, e questo fa sì che molti di noi si ammalino (tosse, asma)”.


Il quadro è agghiacciante e rende veramente poco credibile il modus operandi del governo italiano (e non solo) che alimenta con lauti finanziamenti la rete di trafficanti e lager libici, anche se a parole dice di combatterla; ma come la combatte se finanzia gli assassini e torturatori? Riporto un brano dell'inchiesta: "Rastrellati in casa o catturati a mare, “non usciremo vivi da qui”
“Sono stato portato via da casa – racconta un altro ragazzo sudanese - La prigione appartiene alla polizia. Mi hanno chiesto soldi e vogliono rimandarmi nel mio Paese, chiedono 2.500 dinari”. Disperati, confusi, i più non capiscono perché si trovino lì. Sono stati intercettati mentre tentavano la traversata in mare o catturati per strada a Agedabia, città a circa 150 chilometri da Bengasi, o direttamente a Tobrouk. "Non vogliamo che paghiate per noi, vogliamo solo essere rilasciati dalla prigione. Sto male”, è la supplica di uno dei ragazzi. Molti sanno che non usciranno mai di lì."....




+