Nella scuola del centro storico di Palermo sette allievi su dieci sono stranieri

La direttrice: “Il ministro Salvini venga a vedere questa ricchezza”

           

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Emilio Caputo resti sul pezzo, qui si parla d'altro... Trovi altrove spazio per i suoi risentimenti e si renda conto che il calo di nascita in Italia è ormai endemico, non è qualcosa che si vuole o no, è e basta..la società evolve e anche questa è evoluzione. Qui si parla di bambini che ormai fanno parte della nostra realtà e che consentono il funzionamento di troppe, ormai, scuole! Bisogna accettare che, ove non ci sono bambini italiani, per formare le classi gli stranieri sono necessari, se non indispensabili, e dobbiamo insegnare ai nostri figli ad accettarli e includerli... Le faide degli adulti non devono scaricarsi su di loro, i nostri figli e i figli di chi in Italia ormai vive e lavora.


Matteo Veit E avevano ragione: erano spesso gentaglia. Io, che per motivi famigliari vado spesso in Germania - adesso scrivo da Norimberga - sento infatti, ad ogni fatto di cronaca nera inerente gli italiani (la strage calabrese di Duisburg del 2007, ad esempio, o quella famigliare tra sardi, ieri a Stoccarda) il peso di questa cattiva fama. Del resto, già cinquant'anni fa vedevo con rabbia i nostri immigrati in Svizzera provocare risse nei bar: e non ne ero certo felice. E allora? Mi facevano schifo quelli, come oggi mi fanno schifo gli stranieri che commettono reati nel nostro Paese. Quanto i tuoi dati "Antigone" poi è di parte - non modificano il fatto che i carcerati stranieri in Italia oscillino a seconda degli anni tra i 17.000 e i 20.000 (altrettanti sono i condannati a piede libero), mentre gli italiani detenuti all'estero, in tutto il mondo, sono appena 2.600.


Vorrei riportare la mia esperienza in zona Centocelle, piena di ragazzini musulmani che frequentano le scuole romane. Molte ragazze smettono di venire a scuola intorno ai 14/16 anni. Dopo aver finito la scuola, pur con buoni risultati,si sposano e spariscono. Non escono più neanche il pomeriggio per una passeggiata. Una volta sposate si intravedono "appena" in qualche negozio di Centocelle. I giornalisti vanno a fare le interviste ai ragazzi che lavorano in quella zona, nati e cresciuti e diplomati in Italia, e questi rispondono sempre lo stesso: la donna deve stare chiusa in casa a fare la mamma. Mi chiedo, a cosa serve l'integrazione a scuola se fuori è totalmente disintegrata? La mentalità non cambia affatto. Bisogna fare qualcosa anche per il "dopo", ma aiutare le ragazze non basta. Deve cambiare la mentalità maschile musulmana, è impensabile crescere dei ragazzi con questi beceri valori.




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